BLEACH
Bleach
ブリーチ
GENERE: azione, combattimento, soprannaturale, shonen
ANNO: 2004
STUDIO: Pierrot, Dentsu
DAL MANGA DI: Tite Kubo
REGIA: Noriyuki Abe
Ichigo è un ragazzo capace di vedere i fantasmi, come le sue sorelle. Dopo uno strano incidente, scopre l'esistenza degli Hollow, creature che cacciano anime. Gli Shinigami combattono questi mostri e aiutano le anime perdute. Ichigo, per proteggere i suoi cari, diventa uno Shinigami e si unisce alla lotta.
Scrivere una recensione su Bleach, anime che ha debuttato nel 2004 ed è ancora in produzione, potrebbe sembrare superfluo. Potrei raccontare la trama, descrivere gli episodi e le stagioni filler, oppure parlare del rapporto di amore/odio che i fan nutrono verso la serie, ma tutte queste informazioni sono già ampiamente disponibili sul web.
Vorrei invece concentrarmi su aspetti più profondi e meno discussi, come le dinamiche sociali e umane che rendono Bleach un vero cult degli anni 2000. Su questi temi, infatti, c’è ancora poco spazio dedicato nei discorsi online.
Ichigo Kurosaki è un adolescente di 15 anni che potrei definire “cazzone”, come è normale che sia alla sua età. Frequenta la scuola, è benvoluto dai suoi amici e piace alle ragazze. Ha due sorelle e un padre con cui è in costante e divertente competizione. Purtroppo, ha perso la madre da bambino, quando lei morì cercando di salvarlo da un incidente. Un giorno, Ichigo si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato e scopre l’esistenza degli Shinigami, esseri spirituali provenienti da un’altra dimensione. Questi esseri proteggono gli umani dagli Hollow, creature che rubano le anime ai vivi, e aiutano le stesse rimaste intrappolate nel mondo terreno a trapassare, un po’ come dei Caronte armati di spada. Durante uno scontro tra un potente Hollow e una Shinigami di nome Rukia, quest’ultima, ferita, trasferisce i suoi poteri a Ichigo, permettendogli di sconfiggere la creatura. Da quel momento, iniziano le infinite avventure di un adolescente costretto a crescere in fretta, abbandonando la spensieratezza della sua età per affrontare responsabilità sempre maggiori.
Non appena si ha una visione d’insieme della serie è impossibile non sentire l’ingombrante presenza del senso del sacrificio. Kurosaki avrebbe potuto scegliere di restare il ragazzo spensierato che era, ma per spirito di sacrificio, abnegazione e una forte senso morale, decide di intraprendere un cammino diametralmente opposto che gli causerà molto dolore.
Il suo profondo desiderio di proteggere – un concetto che riecheggerà frequentemente nelle sue parole – si trasforma in una vera e propria vocazione. Questa missione si estende non solo alla sua famiglia, agli amici e ai compagni, ma sorprendentemente anche ai suoi nemici. Ichigo non trova alcun piacere nel dover sconfiggere i suoi avversari, tantomeno nell’ucciderli, poiché ciò va contro i suoi principi morali. Al contrario, egli tende a stabilire un legame empatico con loro. Ogni volta che si trova costretto a sconfiggere un nemico o a togliergli la vita, lo fa con grande sofferenza interiore. Il suo desiderio più profondo sarebbe quello di poter offrire loro una seconda opportunità, una possibilità di riscatto e di costruire una vita migliore.
Ichigo dimostra una costante disposizione al sacrificio personale per il bene altrui. Le sue evoluzioni si manifestano nei momenti più critici, quando, sull’orlo della morte, si trova incapace di proteggere coloro che gli stanno a cuore. In questi frangenti, prima di soccombere definitivamente, scopre in sé risorse insospettate. Evolve, si rialza in una forma spirituale più potente e riesce a portare in salvo chi deve proteggere. Queste fasi di evoluzione non sono solo fisiche o spirituali, ma riflettono anche la sua crescita come individuo e come uomo. Le sfide e le difficoltà che affronta lo temprano, contribuendo alla sua maturazione personale. In questo modo, il suo percorso di potenziamento come guerriero si intreccia indissolubilmente con il suo sviluppo come essere umano.
Un altro aspetto che emerge con forza è l’importanza dello spirito di comunità. Nonostante Kurosaki sia l’eroe predestinato e il più potente tra i personaggi, la sua vera forza si manifesta pienamente solo quando agisce in sinergia con i suoi amici (questo vale anche in tutti gli scontri dove a lottare sono i suoi compagni). È il gruppo, non l’individuo, a rappresentare il vero fulcro del potere. Questa dinamica si contrappone nettamente all’ antagonista principale, Aizen, la cui solitudine ed egoismo lo conducono infine alla sconfitta, proprio a causa della sua incapacità di creare legami significativi. L’anime suggerisce che l’individualismo, se spinto all’estremo e non bilanciato da un senso di appartenenza alla comunità, può diventare autodistruttivo. Questa tematica richiama alla mente la struttura della società giapponese, dove l’eccellenza individuale è altamente apprezzata, ma sempre subordinata al bene collettivo della nazione. In questo contesto, il benessere del Giappone rimane il principio guida supremo, evidenziando un delicato equilibrio tra realizzazione personale e responsabilità sociale.
Nella tradizione giapponese, molte leggende narrano che le spade dei samurai siano animate da spiriti, rendendole non semplici strumenti di morte ma vere e proprie entità spirituali. Queste armi sono considerate l’estensione dell’anima del guerriero, con il quale lottano e proteggono. Il samurai stabilisce un legame profondo con la sua katana, trattandola con rispetto e onore, poiché essa è vista come un’entità viva.
Questo concetto trova una perfetta rappresentazione nelle Zanpakutō di Bleach. Nella serie, le Zanpakutō non sono semplici armi, ma incarnano entità spirituali autonome con personalità proprie. Gli Shinigami devono sviluppare un rapporto con la loro Zanpakutō, comunicando con lo spirito della spada attraverso pratiche come la meditazione. Questo legame consente loro di sbloccare poteri più avanzati, come il Shikai e il Bankai, a seconda della profondità del legame e della padronanza dello spirito.
Proprio come nelle leggende, dove il guerriero deve entrare in sintonia con l’anima della spada per sbloccarne il vero potenziale, anche gli Shinigami devono creare un rapporto di fiducia e affinità con le loro Zanpakutō. Solo attraverso questo legame lo Shinigami può accedere ai poteri più devastanti e raffinati della propria arma, che si evolve man mano che il rapporto si rafforza. Questo parallelismo rende le Zanpakutō di Bleach un elemento chiave per collegare la tradizione giapponese con la narrazione moderna.