L'INCREDIBILE STORIA DE L'ISOLA DELLE ROSE
L'INCREDIBILE STORIA DE L'ISOLA DELLE ROSE
GENERE: commedia
ANNO: 2020
PAESE: Italia
DURATA: 117 minuti
Regia di:
L’incredibile storia de l’Isola delle Rose di Sydney Sibilia è una commedia brillante che ci racconta un fatto realmente accaduto in Italia alla fine degli anni ‘60. Una vicenda offuscata in parte dai tumulti del 1968 ma che in molti si ricordano e che mette in risalto, con assoluta ironia, i paradossi del nostro Stato.
Giorgio Rosa (interpretato da Elio Germano) è un brillante ingegnere, uno di quelli che hanno l’idea geniale sempre pronta e la devono realizzare subito, idealista e sognatore. Questa sua indole lo porta a mal sopportare le briglie strette di uno Stato tutto burocrazia e procedure.
Una sera, mentre era in compagnia della sua amata Gabriella (Matilda De Angelis), si trova faccia a faccia proprio con tutte quelle leggi che non riesce a comprendere e, stizzito, gli nasce il pensiero di creare una nazione tutta sua, libera, e sceglie come luogo il mare aperto, di fronte a Rimini, in piene acque internazionali. Coinvolge subito il suo amico e vecchio compagno di studi e di bevute Maurizio Orlandini (Leonardo Lidi) e insieme studiano e realizzano una piattaforma di 400 metri quadrati in cemento e ferro al largo delle coste italiane.
Nel corso della storia si aggiungono il naufrago, nonché primo residente ufficiale, Pietro Bernardini (Alberto Astorri), l’apolide disertore di origini tedesche Neumann (Tom Wlaschiha) organizzatore di eventi nella riviera romagnola e la giovane Franca (Violetta Zironi) ragazza ribelle e libertina. Insieme riescono a far sì che quest’isola diventi un luogo di svago e di allegria, priva di quei pregiudizi tipici del pensare bigotto ma Giorgio non accetta che essa sia solo una discoteca in mezzo al mare, vuole che venga riconosciuta come un vero stato e allora decide di scrivere all’ONU. Questo gesto però si rivela fatale perché il Segretario Generale delle Nazioni Unite contatta direttamente il Ministro dell’Interno, Franco Restivo (interpretato da un magnifico Fabrizio Bentivoglio), per avere chiarimenti.
Il presidente del consiglio dell’epoca, Giovanni Leone (Luca Zingaretti), si trova quindi tra le mani una situazione bollente da gestire agli occhi del mondo intero e con in più le pressioni di uno Stato Vaticano fin troppo presente nelle vicende politiche italiane.
Iniziano i tentativi prima di corruzione nei confronti di Rosa e poi le vere e proprie minacce e ritorsioni (come il licenziamento del padre) ma lui continua a rifiutare l’abbandono dell’isola. Anzi, consigliato da Gabriella (prima riluttante ma poi grande sostenitrice dell’ideale di Giorgio) si rivolge direttamente alla corte di Strasburgo la quale prende in reale considerazione il caso.
A questo punto Restivo e Leone, presi alle strette, sono obbligati a compiere un’azione militare verso la piattaforma, l’unico atto d’invasione dell’Italia verso un altro Stato in tutta la sua storia.
Dopo la trilogia di Smetto Quando Voglio, Sydney Sibilia ci racconta un paradossale fatto di cronaca realmente accaduto: se questa vicenda non fosse storicamente documentata sembrerebbe figlia di una fervida fantasia.
È una commedia attuale per i nostri tempi, il sogno anarchico ed indipendentista di un’ingegnere incompreso che si crea la sua libertà non solo idealmente ma anche fisicamente, costruendo dal nulla un’isola, per ribellarsi alla mentalità sovranista e benpensante del governo democristiano dell’epoca.
La critica però non ha accolto con troppa benevolenza “L’incredibile storia de l’Isola delle Rose”, accusandolo di non avere ne una marcata impronta poetica ne politica, di non aver dato la giusta importanza ai motti sessantottini in sottofondo e trovando stucchevoli gli stereotipi della Bologna “vitellona” e dell’Italia provincialotta e mammona (rappresentata da un Giorgio che, nonostante l’età e le vicende che vive, deve rassicurare sempre la madre di star bene e di aver mangiato).
Personalmente mi sento di dissentire. Ho trovato il film molto piacevole, anche se devo ammettere che questa visione bonaria e goliardica di Sydney Sibilia ha tolto spessore al valore di questa vicenda. Tuttavia, anche se non sono mancate le risate, c’è abbondante spazio per riflessioni più serie. D’altra parte questo lungometraggio non pretende di essere ne un documentario ne un film storico.
Il cast, di ottimo livello, ha fornito prestazioni di qualità. Oltre alla nuova generazione di attori italiani come Elio Germano e Matilda De Angelis troviamo Fabrizio Bentivoglio e Luca Zingaretti, fenomenali nella caratterizzazione di Restivo e Leone (rendendoli a volte quasi macchiette da barzelletta), Tom Wlaschiha (Jaqen H’ghar di Game of Thrones) e il francese Francois Cluzet (Quasi Amici).
La sponsorizzazione di un colosso come Netflix ha permesso di avere a disposizione un budget di produzione elevato e lo si nota soprattutto nell’uso della computer grafica con la quale sono state ricreate, in modo perfetto, molte location.
Un film che inneggia alla libertà in un periodo nel quale, per via del COVID, ne abbiamo poca; una fotografia a tinte soft che ritrae e ridicolizza una vicenda tipica italiana dove il buono è un’ingegnere visionario e il cattivo uno Stato schiavo di una mentalità chiusa e del Vaticano ma anche pronto a non prendersi responsabilità per lasciarle “a chi viene dopo”.