EX DRUMMER
EX DRUMMER
GENERE: horror, horror estremo vm 18, drammatico
ANNO: 2007
PAESE: Belgio
DURATA: 90 minuti
REGIA: Koen Mortier
CAST: Dries Van Hegen, Norman Baert, Gunter Lamoot, Sam Louwyck, François Beukelaers
Il belga Koen Mortier, regista principalmente di documentari e di videoclip, ci regala il suo primo lungometraggio, Ex Drummer, tratto dall’omonimo best-seller di Herman Brusselmans. Un film marcio fin nell'osso, intriso di rock-punk, cinismo e pessimismo cosmico. Spesso associato a Trainspotting di cui richiama lo stile e alcune tematiche (il film di Danny Boyle resta comunque irraggiungibile...) e chiaramente ispirato alle opere di Irvine Welsh.
La storia inizia con tre musicisti strafatti di droga e tutti con un handicap: Koen de Geyter (Norman Baert), cantante e bassista, stupratore misogino che soffre di blesità; Ivan Van Dorpe (Sam Louwyck), secondo chitarrista, sordo e cocainomane; Jan Verbeek (Gunter Lamoot), chitarrista, omosessuale con una paralisi al braccio e forti disturbi legati alla figura materna. Sono alla ricerca di un batterista che come prerogativa deve avere anch’esso un handicap. Lo trovano nello scrittore Dries (Dries Van Hegen), ma c’è un problema; siccome I Feminist (questo è il nome del quartetto musicale) sono una band di disabili anche lui deve avere un qualche deficit e cosa di meglio del non saper suonare la batteria? Dries, attirato maggiormente dall’idea di tiraci fuori il materiale sociale per un suo libro che non dalla musica, accetta e inizia a manipolare la realtà intorno ai suoi compagni fino ad arrivare a metterli l’uno contro l’altro e all’epilogo finale che non vado a svelarvi.
Raccontato così Ex Drummer di Koen Mortier può sembrare un qualcosa di demenziale ma assolutamente non lo è. È un film fortemente disagiante ed è proprio qui la sua forza: riesce a farci sentire sporchi per tutte le quasi due ore di proiezione ma non tanto attraverso l’immagine quanto attraverso le sensazioni, e in questo il regista è veramente abile. Non mancano violenza ed immoralità ma servono a veicolare l’idea di sudiciume generale e non a shockare visivamente. Sicuramente abbiamo visto di ben peggio in altre pellicole.
Koen Mortier, per la parte tecnica, ricorre ad un uso sapiente della camera a mano e a due tecniche che solitamente sono improponibili e fastidiose ma non in questo caso. La prima è il mandare la scena al contrario (reverso), in un film del genere non ce lo aspetteremo ma nella follia generale della pellicola è azzeccatissima. La seconda è la rappresentazione della casa di Koen capovolta, tutti i mobili e gli oggetti sono appesi al soffitto e lui cammina a testa in giù; altro non è che l’estensione e la materializzazione visiva della sua mente malata, a livello fisico è il più sano ma psicologicamente è il personaggio messo peggio in quanto stupratore violento che vive in una realtà tutta sua.
Merita una menzione d’onore la parte del concerto dove il regista da sfogo alla sua esperienza nel mondo della musica, sembra di assistere realmente ad un evento live. Ma dietro le righe, di cosa parla Ex Drummer? Le tematiche sono la critica sociale alla borghesia ma sopratutto l’uguaglianza; siamo lontanissimi dal far nascere il classico senso di pietà e di compassione tipico delle produzioni hollywoodiane, l’essere tutti uguali viene palesato dalla comunanza estremizzata del marcio: minoranze e maggioranze hanno gli stessi difetti, le stesse pulsioni, le stesse contraddizioni, siamo quindi tutti uguali.
Concludo consigliandovi assolutamente questo lungometraggio cattivo, crudele e altamente immorale, vi sentirete sporchi nell’anima e vorrete interrompere la visone ma al tempo stesso ne sarete sedotti e spererete che non abbia mai fine.