MORITURIS
MORITURIS
GENERE: horror disturbante, cinema indipendente
ANNO: 2011
PAESE: Italia
DURATA: 83 min
REGIA: Raffaele Picchio
CAST: Valentina D’Andrea, Andrea De Bruyn, Désirée Giorgetti, Francesco Malcom, Giuseppe Nitti, Simone Ripanti
Morituris è un film horror estremo e disturbante di Raffaele Picchio che, al momento della sua uscita, ha suscitato non poche polemiche ed aspre critiche per la violenza che mette in scena, all’apparenza gratuita, ma in realtà veicolo di importanti considerazioni. Un gruppo di ragazzi benestanti raggira due giovani straniere con la scusa di portarle ad un rave party ma le due sventurate non hanno idea di quanto dolore le aspetti… anzi… nessuno dei protagonisti ne è consapevole…
Roma, 73 A.C. Un gruppo di gladiatori si ribella contro le inumane condizioni di vita alle quali sono costretti. Cinque di loro impazziscono e si abbandonano ad una serie di atti di violenza inauditi, tra cui razzie, stupri di donne e bambini ed aggressioni contro la popolazione. Spartaco, inorridito da tanta violenza, decide di punirli e li fa giustiziare.
Roma, giorni nostri. Tre ragazzi della “Roma bene” convincono due turiste straniere a seguirli per raggiungere un rave party dove, insieme ad alcol e droghe a volontà, il divertimento sarà assicurato. Arrivati sul luogo, un’area boschiva nei pressi di vecchi ruderi di epoca romana dove troneggia l’epitaffio “Hic Sunt Leones”, non vi è però nessuna festa ma percepiamo solo la sensazione che qualcuno o qualcosa stia spiando la comitiva. All’improvviso i tre giovani si trasformano (confermando quella sensazione di stranezza e di pericolo incombente che ci accompagna fin dal primo frame) e manifestano le loro reali intenzioni: stuprare e violentare per tutta la notte fino alla morte le povere malcapitate. A guidare il trio di carnefici c’è il loro leader, con il quale dialogano spesso via telefono, che, nella sua lussuosa villa, è intento a sua volta a torturare con chirurgica lucidità una escort pagata per l’occasione. Quando le due vittime sacrificali stanno per esalare l’ultimo respiro qualcosa esce dal folto della vegetazione, quel qualcosa che fino a quel momento era rimasto nell’ombra ad osservare: i cinque gladiatori reietti e maledetti da Spartaco tornati in vita, “Hic Siti Morituris Servi Nemesis”.
“Morituris” possiamo tradurlo come “destinati a morire” e qui lo sono tutti, sia i Gladiatori dell’Antica Roma (“Ave, Caesar, morituri te salutant”) che le vittime con i loro carnefici. Nemesi, la Giustizia, fa il suo corso spesso a discapito anche di chi è innocente. Quest’opera, diretta da Raffale Picchio e scritta da Gianluigi Perrone, è violenta, cruda, malata e disturbante: una denuncia della borghesia annoiata che con il potere dei soldi si sente in diritto di disporre della vita di chi è socialmente inferiore, un’accusa al disfacimento della morale moderna e al tempo stesso una visione negativa della vita dove “il male vince sempre” perchè non guarda in faccia a nessuno, buoni o cattivi, macellai o agnelli. Un cerchio sottile lega tutti i personaggi tra loro, i violentatori sono sanguinari come lo erano i Gladiatori che a loro volta erano vittime come le ragazze, uccidendo gli uni portano avanti la loro ribellione contro un ceto sociale superiore ed opprimente, uccidendo le altre perseverano nella loro crudeltà. La violenza che viene praticata ha però sfumature diverse, quella dei tre è ingiustificata, fa incazzare, disturba, fa male e ci fa sentire impotenti mentre quella dei guerrieri è ineluttabile, resetta tutto, non lascia nessuna speranza ne di redenzione ne di vendetta.
Non volevamo fare una commedia horror, bensì una metafora surreale di ciò che, realisticamente, producono le azioni malvagie. Quando una bomba nucleare esplode, muoiono tutti (R. Picchio)
I riferimenti sono tanti da L’ultimo treno della notte di Aldo Lado a L’ultima casa a sinistra di Wes Craven, da Cani arrabbiati di Mario Bava a I spit on your grave di Meir Zarchi. Raffinata anche la citazione del romanzo di Bret Easton Ellis American Psycho, il leader del gruppo tortura la sua martire nello stesso modo in cui Patrick Bateman uccide una donna, con un tubo e un topo. Doloroso invece il fatto di cronaca al quale si ispira, il massacro del Circeo.
Regia, sceneggiatura e fotografia sono eccezionali, l’atmosfera cupa ed opprimente, i volti disegnati nella notte da timidi fasci di luci, quel senso iniziale di “c’è qualcosa che non va, qualcosa non torna…” che ti accompagna fino all’esplosione della follia, tutto veramente ben costruito. Anche la base sonora, che in certi frangenti si abbandona all’heavy metal più brutale, è perfetta. Come accennato nell’introduzione, Morituris è stato stroncato dalla critica e, accusato di misoginia e di eccessiva violenza, non ha avuto il risalto che avrebbe meritato incorrendo addirittura nella censura, è stato l’ultimo film ad essere stato censurato in Italia, prima della totale abolizione della censura cinematografica, avvenuta nel 2021.
È un film difficile da guardare, le scene di violenza sessuale sono molto dolorose da digerire (quella perpetrata con una forbice è straziante!!) e l’astuto escamotage del vedo/non vedo amplifica la sensazione di malessere, ma non è puro voyeurismo, è una cattiveria indispensabile alla trasmissione del messaggio. Un po’ slasher, un po’ rape and revenge e un po’ horror soprannaturale è sicuramente una chicca da visionare e da soffrire dall’inizio alla fine.