CHAINSAW MAN
Chensō Man
チェンソーマン
GENERE: drammatico, azione, splatter, ecchi, shonen
ANNO: 2022
STUDIO: MAPPA
DAL MANGA DI: Tatsuki Fujimoto
REGIA: Ryū Nakayama
Chainsaw Man, anime adattato dal manga omonimo di Tatsuki Fujimoto, è un’opera che mi ha fatto subito innamorare per la sua audacia, la sua crudezza e la sua capacità di mescolare elementi di generi differenti. Rivolto a un pubblico adulto, offre una visione cinica e spiazzante dell'essere umano. Non un semplice shonen ma un anime complesso e profondo.
La storia ruota attorno a Denji, un adolescente orfano che vive nel disagio più estremo e che lotta per sopravvivere in un mondo in cui i demoni, materializzazione delle paure umane, sono una minaccia costante. A causa dei trascorsi del padre è indebitato con la yakuza e legato a vita ad essa che ne abusa per i suoi tornaconto. La sua unica compagna è Pochita, un demone cane-motosega, con il quale stringe un rapporto stretto di affetto. Insieme uccidono demoni per la mafia giapponese e ogni mostro ucciso va a scalare il suo debito. Tuttavia, Denji viene tradito e massacrato dai suoi stessi sfruttatori ma Pochita (in una sequenza veramente toccante) lo fonde con sé stesso, trasformandolo in un ibrido umano-demone con poteri di motosega. Dopo aver portato a termine la sua vendetta il giovane, oramai diventato un ibrido umano-demone, viene reclutato dai Cacciatori di Demoni della Pubblica Sicurezza, un’organizzazione parastatale che ha il compito di proteggere l’umanità. Da qui inizia il suo viaggio attraverso un mondo popolato da demoni, organizzazioni segrete e altre creature sovrannaturali alla ricerca della verità sul suo nuovo essere.
Le nostre paure sono i nostri demoni, mostri che nutriamo finché non prendono il sopravvento e ci divorano. Denji, con la sua fusione con Pochita, ci insegna che esse possono trasformarsi in forza: conoscendole e domandole, possiamo convertirle in uno stimolo per progredire e diventare persone migliori.
Riflettendo su Chainsaw Man, un’altra considerazione mi ha colpito: la similitudine con Tetsuo. In entrambe le opere, l’umanità viene messa in discussione attraverso la disumanizzazione dei protagonisti. Denji, ibrido uomo-demonio, lotta per mantenere un equilibrio tra le sue due nature, sollevando interrogativi sulla nostra stessa essenza e sul significato di essere “umani”. Le paure, manipolate da forze esterne, ci alterano, privandoci della nostra essenza umana e trasformandoci in qualcosa di diverso.
Questa serie ci induce a profonde riflessioni su temi universali: la ricerca della redenzione personale, la messa in discussione del concetto stesso di giustizia, il bisogno di accettazione da parte degli altri e la condizione di solitudine. Nel vortice di Chainsaw Man, la figura di Denji emerge come l’emblema della solitudine. Orfano, privo di amici, mai sfiorato dall’amore, il suo unico desiderio è assaporare la normalità, godere di ciò che la vita offre ai suoi coetanei. Agogna l’accettazione, il sentirsi parte di qualcosa, con un ruolo ben definito. In questo contesto, il semplice pensiero di un contatto fisico o di un bacio, assume un valore che trascende la comicità delle scene, diventando il simbolo di una normalità straordinaria ai suoi occhi.
Ciò che per gli altri è routine, per Denji rappresenta un miraggio. Avverte un “fottuto” bisogno di questa normalità straordinaria per evadere dalla fortezza di emarginazione in cui è nato e cresciuto. Anche il suo legame con Pochita incarna perfettamente questa tematica: due esseri così diversi, uniti però dalla stessa condizione, hanno costruito un’intesa emotiva profonda.
Il giovane non è solo un cacciatore di diavoli, ma un’anima tormentata che lotta per trovare il suo posto nel mondo. La sua storia è un monito contro l’isolamento e un inno alla ricerca di connessioni autentiche, elementi essenziali per la realizzazione personale. La sua ricerca diventa così una metafora potente, un’aspirazione che risuona in chiunque si sia mai sentito solo e incompreso.
Dal punto di vista stilistico l’anime Chainsaw Man si distingue per la sua regia cinematografica, le inquadrature creative, i piani sequenza e l’uso sapiente di più generi mixati tra loro (splatter, horror, commedia, ecchi…). Questo non è il tipico shonen: è un’opera che si rivolge a chi cerca qualcosa di più profondo e visivamente stimolante.
Concludo questa recensione su Chainsaw Man definendolo un prodotto che non ha paura di sporcarsi le mani con il sangue e la disperazione, ma che allo stesso tempo offre momenti di bellezza e riflessione. Se sei pronto per un’esperienza intensa e fuori dagli schemi non perdere tempo e inizia a guardarlo subito.