BRIVIDO NELLA NOTTE
GENERE: thriller, giallo
ANNO: 1971
PAESE: USA
DURATA: 102 minuti
REGIA: Clint Eastwood
CAST: John Larch, Clint Eastwood, Jessica Walter, Donna Mills, Don Siegel
Per il novantesimo compleanno di Clint Estwood ho deciso di rivedere, a distanza di diversi anni dall’ultima volta, il suo esordio da regista, ‘Play Misty for me’ del 1971, uscito in Italia col più banale titolo ‘Brivido nella notte’.
Certamente non è questo uno dei film più conosciuti dell’attore e regista americano, ma merita comunque di essere riscoperto perché nonostante qualche ingenuità fornisce diversi spunti interessanti.
Clint Eastwood è anche produttore e protagonista della pellicola che presenta nel cast, in una piccola parte, quello che, insieme a Sergio Leone, Eastwood ha sempre definito come suo maestro e fonte di ispirazione, Don Siegel.
Risulta facile allo spettatore, dopo i primi minuti di ‘Brivido nella notte’, pensare di essere di fronte ad un film in cui il regista ricalca i suoi tradizionali ruoli da duro, che in quegli anni lo avevano portato sulla cresta dell’onda, ma questo pensiero si rivela presto del tutto sbagliato visto che la misoginia del protagonista assume qui dei risvolti autolesionistici, avvicinando questo film ad un’altra opera che Clint Eastwood ha girato con Don Siegel poco prima di questa, il non troppo conosciuto ‘La notte brava del soldato Jonathan’ piuttosto che alla più nota saga dell’ispettore Callaghan.
La sceneggiatura di Joyce ‘Joe’ Heims (che collaborerà con Clint Eastwood anche in ‘Breezy’ prima di scomparire prematuramente per un cancro al seno) è molto efficace nel descrivere le isterie della protagonista femminile ed impreziosisce il tutto con un riferimento letterario (Edgar Allan Poe) tanto sorprendente quanto di assoluta classe.
Mi risulta impossibile non notare quanto per la sceneggiatura di ‘Attrazione fatale’, che casualmente ho visto pochi giorni fa, lo sceneggiatore James Dearden si sia ispirato al lavoro della Heims, limitandosi sostanzialmente a sostituire le atmosfere post-sessantottine di ‘Play Misty for me’ con lo yuppismo degli anni ’80.
Dave Garner è uno speaker radiofonico che conduce una trasmissione musicale notturna, ogni sera riceve la stessa richiesta da una misteriosa ragazza che vuol sentire ‘Misty’ di Errol Garner, canzone che peraltro fornisce il titolo originale al film. Una sera Dave incontra questa ragazza in un bar in maniera che si rivela solo apparentemente casuale, lei si chiama Evelyn e lavora in una rosticceria, i due giovani passano la notte insieme mentre la fidanzata di Dave, Tobie, è fuori città. Lo speaker è un playboy e questa non è la sua prima avventura, ma ama Tobie, nonostante il loro rapporto sia in crisi a causa delle sue frequenti scappatelle, per cui pensa che il rapporto con Evelyn inizi e finisca quella notte.
La ragazza però ha altri piani e nei giorni successivi continua a cercare Dave il quale, pur infastidito dalla sua invadenza, fatica a staccarsi del tutto da lei, almeno fino al ritorno di Tobie.
Evelyn una sera si presenta a casa di Dave e tenta il suicidio (o più probabilmente finge di farlo) tagliandosi i polsi, costringendo così l’uomo a starle vicino dopo averla soccorsa, mancando così un appuntamento con Tobie. Allontanata definitivamente dallo speaker dopo una immotivata scenata di gelosia durante un incontro di lavoro Evelyn finisce per dar sfogo alla sua aggressività sulla donna delle pulizie di Dave, convinta che sia una delle sue amanti, fermata dalla polizia ed internata in un ospedale psichiatrico viene però rapidamente rilasciata e va così alla ricerca della sua vendetta nei confronti di Dave e Tobie.