MORTAL KOMBAT 2021
GENERE: azione, arti marziali, fantasy
ANNO: 2021
PAESE: USA, Canada
DURATA: 110 minuti
REGIA: Simon McQuoid
CAST: Lewis Tan, Jessica McNamee, Josh Lawson, Joe Taslim, Mehcad Brooks, Matilda Kimber, Laura Brent
Il regno di Outworld ha vinto il torneo annuale di Mortal kombat contro i rappresentanti della Terra per 9 volte di seguito, la decima vittoria consecutiva significherebbe, da regolamento, l’annessione della Terra al regno di Outworld stesso. Lo stregone Shang Tsung, che comanda il manipolo di Outworld, invia i suoi sgherri, comandati dall’imbattibile ninja Subzero, a cercare i combattenti selezionati per rappresentare laTerra ed ucciderli, per avere la certezza assoluta di vincere il torneo.
A fine anni ’80 si viveva una sorta di secondo boom dei videogames, le console di prima e seconda generazione erano state affiancate dai più economici e versatili home computers ad 8 bit (Commodore 64, MSX, Spectrum ecc.ecc.), e poi superate da quelli a 16 bit come Commodore Amiga ed Atari ST, una situazione in continua e rapidissima evoluzione, che tornò poi a modificarsi con la comparsa della console Sony Playstation nel 1994. Nei cabinati delle diffusissime sale giochi dell’epoca impazzavano prodotti sempre più curati graficamente, che immancabilmente venivano poi convertiti su console ed home computer.
Tra i più noti videogames del periodo vi erano senz’altro i beat’em’up, che erano giochi in due dimensioni (che negli anni divennero 3D) con combattimenti corpo a corpo tra due o più personaggi, inquesto genere primeggiavano soprattutto ‘Street fighter’ e ‘Mortal kombat’. La sfida tra il primo, prodotto dalla giapponese Capcom e con grafica più cartoonesca ed il secondo, uscito qualche tempo dopo ad opera degli americani di Midway Games, che sfoggiava una grafica digitalizzata, e quindi una violenza più realistica, era senza esclusione di colpi tanto che, quando venne messo in cantiere un film che si ispirava a ‘Street fighter’, immediatamente ne fu annunciato anche uno che si ispirava a ‘Mortal kombat’.
Costato 35 milioni di dollari nel 1994 ‘Street fighter-sfida finale’ incassò 100 milioni, ma ottenne recensioni piuttosto negative e non entusiasmò i fan del videogame a causa di scene di combattimento numericamente limitate e non troppo curate. La morte prematura di uno dei protagonisti (Raul Julia) fece ritardare la produzione di un sequel, realizzato solamente nel 2009 con un budget molto più limitato (18 milioni di dollari), senza Jean-Claude Van Damme nel ruolo di protagonista, e con incassi sostanzialmente disastrosi.
Fu molto diversa e più interessante la storia del film dedicato a ‘Mortal kombat’ realizzato nel 1995, costato solo 18 milioni di dollari né incassò oltre 120 e diede origine ad un sequel (che però nonostante il budget quasi doppio rispetto al primo incassò circa la metà) ed una serie tv. Il film di ‘Mortal kombat’ aveva il pregio di essere esattamente quello che i fan del videogioco si aspettavano, al contrario di ‘Street fighter’, azione a volontà, musica rock a palla, ampia profusione di violenza gratuita ed una storia semplicissima, con pochi fronzoli, che lasciava ampio spazio all’azione, vagamente ispirata agli ultimi film di Bruce Lee, ‘I tre dell’operazione drago’ e l’incompiuto ‘Game of death’. La prima pellicola all’epoca venne stroncata dalla critica, anche se col tempo è stata, almeno parzialmente, rivalutata, ma fu soprattutto il secondo capitolo (Mortal kombat – distruzione totale) a rappresentare un oggetto interessante nell’evoluzione del rapporto cinema-videogame.
Il film, che calcava ancora di più sulle scene di combattimento grazie alla presenza, a fianco di Robin Shou, già visto nel primo capitolo, di artisti marziali di indiscutibile livello come J.J. Perry, Keith Cooke ed un giovanissimo Tony Jaa (qui accreditato col suo vero nome, Panom Yeerun), consentiva di superare l’inevitabile shock dato dal non-sense della sceneggiatura grazie ad un impatto coreografico dei combattimenti di altissimo profilo, estremamente raro da vedere in un film occidentale.
Mentre le serie di videogiochi di ‘Street fighter’ e ‘Mortal kombat’ sono andate avanti sia su console che su PC di nuova generazione nel corso degli anni (l’ultimo capitolo della serie ‘Mortal Kombat’ è l’undicesimo, del 2020, stessa data nella quale è uscita anche l’ultima versione di ‘Street fighter’) non così è accaduto per la controparte cinematografica, anche a causa di una evidente crisi del cinema di arti marziali dopo il periodo d’oro degli anni ‘80 e ‘90. Questo film quindi, che è il reboot di quello del 1995, è ancora attuale ma, d’altro canto, rappresenta anche un rischio, stante la attuale situazione. Costato più del vecchio capitolo, ma pur sempre inquadrabile come low-budget, questo ‘Mortal kombat’ targato 2021, lo dico subito, non vale, per me, la metà dell’originale. C’è molta azione, molta CGI, ma lo spettacolo visivo non giustifica costi di produzione ed incassi, che non sono stati male (circa 80 milioni ad oggi), tenendo conto che è uscito in piena pandemia. Anche dal punto di vista della coreografia dei combattimenti purtroppo il film è molto carente e questo è indiscutibilmente il difetto peggiore per questo tipo di film, ma non è certo una sorpresa che la cura dei combattimenti sia così scarsa visto che, come accennato, il pubblico giovane di oggi, che è il target del film, tende a farsi coinvolgere piuttosto da qualche effetto speciale in più.
Il regno di Outworld ha vinto il torneo annuale di Mortal kombat contro i rappresentanti della Terra per 9 volte di seguito, la decima vittoria consecutiva significherebbe, da regolamento, l’annessione della Terra al regno di Outworld stesso. Lo stregone Shang Tsung, che comanda il manipolo di Outworld, invia i suoi sgherri, comandati dall’imbattibile ninja Subzero, a cercare i combattenti selezionati per rappresentare la Terra ed ucciderli, per avere la certezza assoluta di vincere il torneo. Il dio del tuono, Raiden, è incaricato di salvaguardare la correttezza del torneo, per cui decide di proteggere i pochi guerrieri rimasti facendoli rifugiare nel suo tempio, incarica quindi i due campioni della terra, Kung Lao e Liu Kang, di addestrare i compagni. I prescelti sono Jackson Briggs, comandante delle forze speciali, che però viene ferito gravemente dai sicari di Shang Tsung ed ha quindi delle braccia meccaniche alle quali fa fatica ad abituarsi, Sonya Blade, soldato al servizio di Briggs, Kano, un mercenario australiano e Cole Young, erede della dinastia del glorioso guerriero Hanzo Hasashi, trucidato con tutta la sua famiglia, ad esclusione della figlia neonata messa in salvo da Raiden, da Subzero. Il gruppo pare essere senza speranza anche perché Cole è un mediocre, e poco motivato, combattente di MMA, che riesce a trovare il sacro fuoco della sua stirpe solo quando moglie e figlia si trovano in pericolo e Kano si vende a Shang Tsung, consentendo una imboscata durante la quale Liu Kang viene ucciso prima che Raiden riesca a portare in salvo i pochi guerrieri rimasti. Raiden perde quindi un po’ della sua neutralità ed organizza una controffensiva che vede tra i protagonisti anche Hanzo Hasashi, che risorge come Scorpion per vendicarsi ed uccidere Subzero.