PROFESSIONE: ASSASSINO
GENERE: azione, giallo
ANNO: 1972
PAESE: USA
DURATA: 100 minuti
REGIA: Michael Winner
CAST: Charles Bronson, Keenan Wynn, Jill Ireland, Jan-Michael Vincent
‘Professione assassino’ è diretto dall’eclettico regista inglese Michael Winner, attivo anche come scrittore, sceneggiatore, produttore e persino gastronomo. Protagonista del film è Charles Bronson nel ruolo, per lui certamente non inconsueto, di un killer di nome Arthur Bishop.
Charles Bronson e Michael Winner lavorarono insieme molto spesso tra gli anni ’70 ed ’80, il sodalizio iniziò con il western ‘Chato’ e proseguì con ‘L’assassino di pietra’ e soprattutto con ‘Il giustiziere della notte’, una serie di 5 pellicole (senza contare il remake) della quale Winner diresse i primi 3 episodi. Il film ha ispirato anche un remake omonimo nel 2011, ma la sua influenza va estesa ad altre pellicole interpretate successivamente dallo stesso Bronson e, ad esempio, ‘Assassins’ del peruviano Luis Llosa, interpretato dalla coppia Stallone-Banderas. ‘Professione assassino’ è ricordato anche per la particolarità dei primi 16 minuti totalmente privi di dialogo nei quali il protagonista prepara e porta a termine un omicidio.
Bishop è un killer che lavora in esclusiva per una misteriosa organizzazione, spietato, preciso, metodico fino all’eccesso, riesce sempre a confondere le sue tracce facendo sembrare i suoi omicidi degli incidenti, per questo viene chiamato ‘il meccanico’. All’apparenza privo di scrupoli e sentimenti, Arthur in realtà è un uomo molto sofisticato, ama la musica classica, l’arte ed i vini pregiati, soffre di crisi d’ansia e frequenta una prostituta alla quale chiede di fingersi quella compagna che il suo mestiere gli impedisce di avere. In questo contesto si sviluppa il suo rapporto di padre sostitutivo, più che mentore, di Steve McKenna, killer in erba e figlio del suo unico amico ‘Big Harry’, che è anche un pezzo grosso dell’organizzazione per la quale Bishop lavora.
Il rapporto tra Steve ed Arthur nasce in circostanze a dir poco anomale, dopo che Bishop accetta di uccidere proprio ‘Big Harry’, compito che porta a termine con la consueta precisione e pulizia, nonostante l’evidente coinvolgimento emotivo, incontra il ragazzo al funerale del padre e se lo ritrova immediatamente alle calcagna. Steve è ambizioso e narcisista ma in qualche modo esercita nell’amico del padre un certo fascino, l’organizzazione per la quale Bishop lavora però sembra non apprezzare il suo nuovo collaboratore ed inizia ad avere dubbi sullo stesso Bishop a seguito di alcuni errori in una azione, causati proprio dall’imperizia del giovane Steve. Dopo qualche tempo l’organizzazione chiama proprio il suo allievo ad uccidere Arthur, così come a suo tempo a lui era stato chiesto di uccidere il suo mentore ‘Big Harry’, la resa dei conti tra i due si svolge quindi in una missione che i due sono chiamati a portare a termine in Italia.