CAPTIVE STATE
GENERE: fantascienza, thriller
ANNO: 2019
PAESE: USA
DURATA: 109 minuti
REGIA: Rupert Wyatt
CAST: John Goodman, Ashton Sanders, Jonathan Majors, Vera Farmiga, Kevin Dunn
2019: il mondo è in preda al caos a causa di quella che sembra essere a tutti gli effetti un'invasione aliena; siamo a Chicago: un poliziotto ha un moto di ribellione, forza un posto di blocco e imbocca un tunnel tentando una fuga disperata; improvvisamente la sua auto si pianta in mezzo alla strada, come frenata da una forza misteriosa...
…un bagliore e in un attimo lui e la moglie rimangono folgorati; i loro figli sul sedile posteriore assistono impotenti al materializzarsi di un essere pieno di aculei che prende possesso del mezzo…
2027: gli alieni, chiamati Legislatori, hanno instaurato da nove anni una sorta di dittatura globale tecnocratica; i governi di tutte le nazioni, in cambio di una soglia minima di sopravvivenza, sono divenuti di fatto collaborazionisti; la maggior parte della popolazione ha accettato questo status quo, ma c’è chi sta organizzando la rivolta…
Parte da qui Captive State del regista inglese Rupert Wyatt (L’alba Del Pianeta Della Scimmie), ovverosia dalla rappresentazione di un futuro prossimo che è in realtà molto aderente al nostro presente: un mondo fatto di disparità sociali sempre più accentuate, dove domina la paranoia del controllo (la popolazione è confinata in ghetti periferici; ogni persona viene monitorata, tramite una sorta di chip sottocutaneo, da droni che si muovono come stormi di uccelli; è impedita ogni forma di comunicazione elettronica), la cultura è stata sostituita dalla propaganda (i Legislatori avrebbero portato pace, unione, armonia, prosperità, secondo gli onnipresenti cartelli dal tono chiaramente orwelliano) e il potere reale è in mani sempre più elitarie ed oscure (i governanti alieni, dotati di curiose astronavi che decollano da una piattaforma sul lago, vivono in bunker sotterranei accessibili solo a pochi notabili terrestri, sfruttando le risorse naturali del pianeta).
La resistenza sembrava piegata dopo un fallito attacco alla zona chiusa, ma qualcuno ha raccolto il testimone: c’è una nuova cellula formata da insospettabili, con un fantomatico Numero Uno, sconosciuto a tutti, che tira le fila; il piano prevede la realizzazione di un attentato allo stadio Soldier Field in occasione delle cosiddette celebrazioni dell’Unità che vedranno la presenza di una delegazione dei Legislatori, un evento che i media pubblicizzano ossessivamente.
Mulligan, un burbero capitano di polizia (il solito straordinario John Goodman), segue le loro tracce attraverso Gabriel, il fratello di Rafe (uno dei leader dei cospiratori, misteriosamente scomparso, la cui effige ricopre i muri delle periferie) e nel contempo frequenta un’enigmatica prostituta (Vera Farmiga), alla quale sembra confidare i propri tormenti.
Veniamo a sapere che Gabriel e Rafe sono i due fratelli che abbiamo lasciato nell’auto all’inizio, e che Mulligan era un collega del loro padre. Pedine di una scacchiera intricata e apparentemente poco comprensibile, i personaggi si muovono in una Chicago livida e degradata dove tutto ha occhi e orecchi; i dialoghi sono ridotti all’essenziale e la trama viene resa attraverso un montaggio che scandisce molto efficacemente i tempi della narrazione.
Captive State risulta anche difficilmente catalogabile in un genere: mescola fantascienza distopica e noir ma la struttura è quella di un thriller, con tanto di colpo di scena conclusivo.
L’azione pura, invece, è praticamente limitata al solo segmento (peraltro girato con grande efficacia) dell’attentato e delle sue immediate conseguenze.
Gli alieni appaiono giusto in un paio di sequenze: se vogliamo è l’unica scelta discutibile, perchè non mostrarli avrebbe forse reso il tutto ancora più straniante.
Di più è difficile dire, anche per non rischiare di svelare un finale significativo, dove le tessere del mosaico vanno al loro posto e la dimensione eroica si concilia con quella più intima, riaffermando il valore dei legami affettivi e della conservazione della memoria.
Captive State è intrattenimento di classe che non rinuncia a veicolare interessanti riflessioni sulla contemporaneità; un film meritevole di elogi e di più visioni per apprezzarne meglio le varie sfaccettature.