MARIANNE
GENERE: horror
ANNO: 2019
PAESE: Francia
DURATA: 1 stagione
DA UN’IDEA DI: Samuel Bodin
CAST: Victoire Du Bois, Lucie Boujenah, Tiphaine Daviot, Alban Lenoir
"Marianne" è una serie tv horror francese composta da una sola stagione che unisce due temi classici del genere, la stregoneria e le possessioni. Pur non proponendo nessun elemento di pura originalità riesce ad incollarti allo schermo per tutte e otto le puntate creando una tensione costante e una storia convincente.
Emma Larsimon (Victoire Du Bois) è una giovane scrittrice di romanzi horror di successo; il personaggio dei suoi libri è Lizzie Lark, un ragazza in lotta contro la demoniaca strega Marianne. Le sue storie però non nascono dalla fantasia bensì dagli incubi che la perseguitavano da bambina portandola di conseguenza a creare il personaggio immaginario di Lizzie con il puro scopo di esorcizzare le sue paure. Un giorno, durante la presentazione del suo ultimo romanzo, ricompare una sua vecchia amica, Caroline, che le racconta come la madre sia ossessionata dalle sue storie al punto da definirsi essa stessa Marianne. Con lei ricompaiono anche gli incubi ed Emma decide quindi di tornare ad Elden,
suo paese d’origine, per affrontare la situazione portando con se anche la sua assistente Camille (Lucie Boujenah); ritroverà i suoi vecchi amici ed amori, i suoi genitori e i drammi del suo passato ma soprattutto si ritroverà a lottare con un mostro di cui non aveva più ricordo.
La narrazione segue un filo molto semplice ed è spesso intervallata da flashback che aiutano nella comprensione degli eventi presenti. I personaggi sono ben caratterizzati, soprattutto Emma, la protagonista; il suo carattere, all’apparenza stravagante e molto particolare, viene costruito passo passo nel corso delle 8 puntate.
Tutta la serie è permeata da un’atmosfera dark ben calibrata e anche i jumpscare sono correttamente dosati, trovo insopportabile quando questi sono l’unico strumento per creare tensione, ma non è questo il caso.
Le citazioni cinematografiche sono molteplici; l’inquietante Signora Daugeron (una suntuosa Mireille Herbstmeyer) ricorda Annie Wilkes di “Misery non deve morire” nella sua ossessione di non far interrompere la scrittura dei romanzi ma anche Mrs. Ganush, la zingara di “Drag Me To Hell” (capolavoro di Sam Raimi); le atmosfere e il tema della stregoneria sono quelle dei fortunati film di James Wan, cupe e ansiogene; il tema della possessione si rifà a tutta la filmografia figlia de “L’esorcista” di William Friedkin. C’è anche un po’ di “The Blair Witch Project”, in entrambi i casi la strega è un’entità che non si manifesta visivamente (nella serie in oggetto la vediamo solo alla fine). In ultimo mi ha ricordato anche It e le produzioni di stampo anni ’80: il gruppo di ragazzini che si trova ad affrontare lo stesso nemico anche da adulti. Chicca delle chicche, il chiaro omaggio alla mia serie di riferimento, Twin Peaks, nell’inquadratura del cartello di benvenuti nella cittadina di Elden.
Come ogni horror che si rispetti tra le righe della paura e del terrore vi si possono leggere tematiche sociali, in questo caso gli argomenti trattati sono i rapporti umani e la loro evoluzione dall’adolescenza alla maturità con la conseguente crescita personale.
Creare un prodotto che sappia tenere costante la tensione nel mondo dell’horror attuale non è cosa facile; spesso anche i film falliscono in questo e in una serie tv di diverse puntate, con i tempi ancor più dilatati, sembra un’impresa impossibile e a Marianne bisogna riconoscere questa vittoria: ti inchioda al divano senza mollare la presa.