ASSASSINIO SUL NILO

GENERE: drammatico, giallo
ANNO: 2022
PAESE: USA
DURATA: 127 minuti
REGIA: Kenneth Branagh
CAST: Kenneth Branagh, Tom Bateman, Annette Bening, Gal Gadot, Armie Hammer, Emma Mackey, Letitia Wright, Rose Leslie, Ali Fazal, Russell Brand, Jennifer Saunders, Dawn French
A cinque anni dalla sua prima incursione nel mondo di Agatha Christie, Kenneth Branagh realizza questo sequel nel quale, oltre ad occuparsi della regia, torna a vestire i panni di Hercule Poirot. Il precedente film, ‘Assassinio sull’Orient Express’, aveva ottenuto risultati lusinghieri in termini di incassi, accompagnati da commenti nel complesso positivi, ma non aveva mancato di attirare alcune critiche per diverse scelte un po’ estreme nella caratterizzazione del personaggio principale. Annoverandomi tra i delusi dal precedente film, non mi sarei recato al cinema a vedere questo ‘Assassinio sul Nilo’, se non mi fosse stato caldamente consigliato da un amico. Leggendo le prossime righe scoprirete se ho fatto bene a fidarmi del consiglio ricevuto, oppure no.
Durante la prima guerra mondiale il giovane Hercule Poirot elabora una brillante strategia per conquistare un ponte presidiato dall’esercito tedesco, ma non riesce a salvare la vita al comandante del suo battaglione, che incappa in una trappola esplosiva che ferisce in volto lo stesso Poirot. Ricoverato in un ospedale militare da campo, il giovane Hercule, amareggiato per la morte del suo mentore ma anche sconvolto per il suo viso deturpato, viene visitato dalla fidanzata, l’infermiera Katherine, che lo incoraggia a farsi crescere i baffi per coprire le cicatrici. Alcuni giorni dopo, proprio durante il tragitto verso l’ospedale, la ragazza viene uccisa da un mortaio lasciando nel fidanzato un trauma che lo renderà impermeabile ad ogni tipo di sentimento per gli anni successivi.
Molti anni dopo, nel 1937, Poirot è in un club nel quale si sta esibendo la cantante blues Salome Otterbourne, quando assiste casualmente ad una strana scena. La giovane Jacqueline de Bellefort approccia una sua amica d’infanzia, la ricca ereditiera Linnet Ridgeway, chiedendole di trovare un lavoro per l’affascinante fidanzato, lo spiantato Simon Doyle. Linnet assume all’istante Simon, che la invita a ballare per ringraziarla, tra i due sembra scattare immediatamente una scintilla che infastidisce notevolmente Jacqueline.
L’episodio sembra in sé piuttosto banale ma assume una valenza diversa quando, passate sei settimane, Poirot è in Egitto, dove incontra casualmente, almeno all’apparenza, l’amico Bouc, che risulta tra gli invitati, con la madre Euphemia, ad una vacanza organizzata da due neosposi in luna di miele. Bouc introduce Poirot ai due piccioncini, che si rivelano essere proprio Simon e Linnet. Fanno parte del gruppetto al seguito della coppia anche Salome Otterbourne e la nipote Rosalie, ex compagna di scuola di Linnet, Marie Van Schuyler, madrina della sposa, e la sua infermiera Bowers, il medico, ed ex fidanzato di Linnet, Linus Windlesham ed il cugino e consigliere economico della sposa, Andrew. Linnet chiede aiuto a Poirot perché teme per la sua vita visto che Jacqueline, fermamente intenzionata a riconquistare l’ex fidanzato Simon, li sta seguendo da diversi giorni. Per evitare la presenza della ragazza la neosposa affitta una lussuosa imbarcazione, il Karnak, in modo da proseguire in modo più riservato la luna di miele sul Nilo, in crociera.
Nella fermata turistica presso il tempio di Abu Simbel, Linnet e Simon vengono sfiorati da un masso caduto dal monumento, evento che appare tutt’altro che incidentale, poi il gruppo, colto di sorpresa da una tempesta di sabbia, si rifugia sul Karnak dove, nel frattempo, si è imbarcata anche Jacqueline. In seguito a questi eventi Linnet si convince a seguire i consigli precedentemente forniti da Poirot, che si è aggiunto al gruppo al Cairo su richiesta degli sposi, e prende la decisione di tornare a casa il giorno successivo. La coppia festeggia la decisione con un brindisi con l’investigatore belga, il bicchiere del quale viene contaminato con dei sonniferi, ma l’investigatore, poco avvezzo agli alcolici, va a dormire piuttosto alticcio senza sospettare nulla. Nella notte, con Poirot completamente fuori uso, Linnet si ritira in cabina mentre Simon ha una discussione nel salone della nave con Jacqueline, che gli spara ad una gamba con una piccola pistola calibro 22 che nasconde nella borsetta.
Tre passeggeri sono presenti al fatto, il dottor Windlesham si affretta a curare Simon mentre Bouc e Rosalie svegliano la signora Bowers che si occupa di Jacqueline, portandola nella sua stanza e sedandola pesantemente, rimanendo poi con lei tutta la notte. La mattina successiva la cameriera personale di Linnet, Louise, trova l’ereditiera morta nella sua cabina e la sua preziosa collana, di solito conservata vicino al letto, è sparita. Poirot, risvegliato dal suo torpore a causa dell’emergenza, inizia così la sua indagine, scoprendo che tutti gli ospiti hanno almeno una ragione per essere sospettati, e non tutti gli alibi dei sospetti sono ferrei come appaiono di primo acchito. Prima che l’investigatore trovi il vero colpevole però, l’assassino colpirà altre due volte uccidendo Louise, che aveva intuito l’identità dell’omicida ed aveva tentato di ricattarlo, e Bouc. Il fraterno amico di Poirot era in procinto di sposare Rosalie, nonostante la contrarietà della madre, che aveva infatti incaricato Poirot stesso di indagare sulla reputazione della ragazza, fatto che svela quindi le vere ragioni per cui i due si erano sempre trovati ‘casualmente’ vicini nei mesi precedenti.

Branagh non riesce a fare del tutto un passo indietro rispetto alla sua precedente interpretazione, ma ridimensiona almeno un po’ quell’eccessivo istrionismo e quella ostentata teatralità che aveva appesantito la sua interpretazione in ‘Assassinio sull’Orient express’, questo certamente giova al film più di alcuni piccoli scivoloni nella trama come un prologo abbastanza superfluo ed una vaga, e poco apprezzabile, sottotrama romantica che, pur sfumando rapidamente, coinvolge Poirot e Salome.
La vera delusione del film è però un eccessivo uso della CGI, già vista nel film precedente, una scelta vieppiù inspiegabile perché fa perdere l’epica che traspira dagli straordinari luoghi nei quali il film è ambientato, trasformandoli in alcuni momenti in immagini talmente finte da apparire quasi grottesche. Il racconto originale della Christie è leggermente modificato, in particolare vengono inseriti alcuni personaggi in più ed altri vengono eliminati, ma fatte salve le ormai consuete forzature politically-correct, lo spirito originale del romanzo è rispettato.
In attesa di probabili altri capitoli della saga, visto che Branagh ha annunciato di voler creare un mondo ampio intorno al personaggio, ‘Assassinio sul Nilo’ offre comunque un intrattenimento più che decoroso, impreziosito da un buon cast di contorno. Resto dell’idea, comunque, che la pellicola del 1978 diretta da John Guillermin con Peter Ustinov nel ruolo di Poirot, resti una scelta migliore se si cerca una riduzione cinematografica del soggetto originale, riuscendo a brillare proprio dove l’opera di Branagh fallisce, cioè nel restituire efficacemente le magiche atmosfere che ammantano l’Egitto.
Un’ultima nota per i feticisti del supporto fisico, come il sottoscritto, per segnalare la magnifica copertina dell’uscita internazionale in Blu Ray del film nella sua versione steelbook, caratterizzata da una immagine del Karnak in navigazione con le piramidi in sottofondo. Era molto bella, va detto, anche la precedente steelbook dedicata dalla stessa Fox ad ‘Assassinio sull’Orient Express’.