BLACK SUMMER
BLACK SUMMER
GENERE: horror, survivor horror, azione
ANNO: 2019
PAESE: USA
DURATA: stagioni 2 – episodi 16 (in corso)
DA UN’IDEA DI: John Hyams, Karl Schaefer
CAST: Jaime King, Justin Chu Cary, Kelsey Flower, Gwynyth Walsh, Christine Lee, Mustafa Alabssi, Erika Hau, Sal Velez Jr., Edsson Morales, Aidan Fink
Questa serie tv survivor horror, a tema zombie, è stata una delle più interessanti sorprese di casa Netflix del 2019. Negli ultimi anni, dopo il grande successo di The Walking Dead, i prodotti a tema sono stati molteplici ma spesso deludenti. La stessa TWD, dopo le prime esaltanti stagioni, è atterrata su ritmi lenti e spesso poco coinvolgenti. Mi sono quindi avvicinato a Black Summer con molta curiosità poiché è stata presentata come lo spin off che spiega i fatti antecedenti Z Nation, un altro prodotto che ho molto amato.
La casa di produzione, The Asylum, è la stessa non solo di ZN ma anche della famosa saga di Sharknado. Mi aspettavo quindi un prodotto trash, ironico, dissacrante e qui la sorpresa: mi sono trovato davanti ad una serie molto realistica, cruda e senza alcuna pietà, né per i protagonisti né tanto meno per lo spettatore.
Fin dai primi minuti il ritmo è incalzante, veloce, non lascia il tempo di respirare. La suspence è al massimo, i colpi di scena si susseguono senza sosta: non fate l’errore di affezionarvi ai personaggi!
Sebbene presentata come un prequel non ha quindi nulla in comune con la serie madre. Nessun personaggio condiviso e nessuna sequenzialità di stile. L’unico punto di contatto è l‘Estate Nera, citata all’inizio e alla fine di ZN, ovvero quell’arco di tempo di quattro mesi in cui l’epidemia esplode ed infetta il 95% del genere umano.
La prima stagione inizia, come da manuale, in medias res ed è costituita da solo otto episodi suddivisi in brevi capitoli, con tanto di titolo (idea geniale per tenere alta l’attenzione), che sembrano scollegati ma che invece si intrecciano creando uno scenario chiaro ed omogeneo. La protagonista è Rose (Jaime King, Sin City-Una donna per cui uccidere e Hart of Dixie), una madre alla ricerca della figlia persa durante l’evacuazione. Intorno a lei ruoteranno altri personaggi ed altre storie ma i veri attori principali (finalmente!) sono gli zombies. Neanche in World War Zeta ho visto infetti così forti, veloci e soprattutto così dannatamente duri da uccidere. “La sopravvivenza” è il vero main character della serie.
La seconda stagione di Black Summer non inizia dove finisce la prima, sono successe cose nel frattempo per cui ci troviamo a seguire le vicende di Rose, sua figlia e altri personaggi (vecchi e nuovi) immersi nel rigido inverno (spietato e crudele così com’è diventato il mondo oggi) e intenti ad evitare faide di gruppi di sopravvissuti che, in preda all’egoismo più becero, si uccidono tra loro come mosche. A volte si ha l’impressione che sia moralmente più facile uccidere gli umani che i non-morti. L’obiettivo che si delinea nel corso delle otto puntate è raggiungere un campo volo per poter salire su un’aereo, con destinazione ignota, e abbandonare quel luogo così ostile alla sopravvivenza. Prosegue la struttura narrativa dei brevi capitoli che si vanno ad intersecare via via come tasselli di un puzzle e, se possibile, il senso d’ansia è ancora più permeante che nella prima stagione.
Black Summer è, a tutti gli effetti, una chicca da non perdere per chi ama il genere; vi farà passare ore di piacevole intrattenimento e vi regalerà fiumi di adrenalina. C’è solo da sperare che il progetto prosegua e lo faccia sugli stessi canoni, senza snaturarsi (TWD docet) e magari con un budget più adeguato.