Il passato che urla: Ed Gein

“How I’ve waited for you to come
I’ve been here all alone
Now that you’ve arrived
Please stay awhile
And I promise I won’t keep you long
I’ll keep you forever .”
(Slayer, Dead Skin Mask)

L’inizio della fine.

Plainfield. Wisconsin.
È il mattino del 17 novembre del 1957.
La stagione della caccia al cervo è appena iniziata.
Bernice Worden si prepara per andare ad aprire il suo negozio di ferramenta.
Il giorno prima era passato Ed. Aveva bisogno dell’antigelo e sarebbe andato a ritirarlo proprio questa mattina.
Ed. Un ragazzo strano, goffo, probabilmente un po’ toccato, ma comunque una brava persona..
Anche lui va a caccia. Sembra cavarsela piuttosto bene, non è raro che regali ai suoi vicini di casa carne di cervo, da lui stesso cucinata.
Bernice si avvia al lavoro, come tutti gli altri giorni.
A differenza di tutti gli altri giorni, però, non vedrà il tramontare del sole.
Viene ritrovata la sera, presso un capannone.
Proprio come un cervo, il corpo viene decapitato e squartato in due.
La testa rinvenuta nella casa lì vicino: ha due chiodi ai lati.
Quel giorno è stato a caccia, ma non ha fatto in tempo ad appendere il suo trofeo al muro.

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“The rise of a monster”

Ed Gein nasce a La Crosse, Wisconsin, il 27 agosto 1906.
Sua madre, Augusta T. Lehrke, è una donna molto religiosa, timorata di Dio, la cui fede sfocia in puro fanatismo. Ed e suo fratello maggiore Henry crescono praticamente isolati da tutti e tutto. Al rientro da scuola si danno da fare nella fattoria.
La madre inculca ai due bambini l’idea che il mondo esterno è tutto immorale, specialmente le donne che sono meri strumenti del diavolo, e il sesso.
La figura del padre invece è piuttosto marginale: George P. Gein, disoccupato, effettua lavori saltuari, diventa alcolizzato e violento. Muore nel 1940 per problemi al cuore. Ed è un bambino dolce. A scuola si impegna e sembra essere piuttosto brillante. Ma Augusta, pensando di proteggere il figlio dal male esterno, non perde occasione per punire il figlio per ogni futile motivo, come aver tentato di farsi nuove amicizie, ad esempio. Con l’arrivo della pubertà e dell’adolescenza, la madre diventa ancora più ossessiva e violenta nei confronti dei figli: colto Ed a masturbarsi, gli afferra i genitali (definendoli la maledizione dell’uomo) e li immerge nell’acqua bollente. Misogina, proibisce loro qualsiasi approccio con le ragazze che, a parte lei, sono tutte prostitute. Ed è sempre isolato. A scuola viene regolarmente bullizzato. Il suo unico svago è la lettura, dei fumetti soprattutto. Splatter. Il comportamento dispotico della madre e l’assenza del padre acuiscono i disturbi del giovane Ed.

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“A boy’s best friend is his mother”
(Norman Bates, Psyco)

Gli anni passano e i due fratelli diventano uomini. Dopo la morte del padre, nel 1940, Ed e suo fratello iniziano ad aiutare la madre con le spese facendo lavori saltuari in paese. Henry, che ha ormai oltrepassato la soglia dei quaranta, inizia a ribellarsi alle folli richieste della madre, spezza la promessa che le fece di rimanere vergine per tutta la vita, e, in qualche modo, cerca di allontanarsi da lei. In qualità di fratello maggiore, tenta anche di aprire gli occhi a Ed, che però non gli presta ascolto.

Il 16 Maggio del 1944, scoppia un incendio alla fattoria.

I due fratelli provano a domarlo ma, in circostanze non del tutto chiare, Henry muore. Ed spiega alla polizia di aver perso di vista Henry, in mezzo a tutto quel trambusto di fumo e fiamme. Inspiegabile quindi il fatto che, alcuni momenti dopo questa sua dichiarazione, Ed sia in grado di indicare con estrema precisione il luogo in cui giace il corpo del fratello. Rinvenuto il cadavere, si notano subito evidenti traumi alla testa.
Il perito stabilisce che Henry è morto per asfissia. Ed e sua madre rimangono da soli. Il rapporto tra i due diventa ancora più morboso e simbiotico. La devozione di Ed verso la madre è direttamente proporzionale al suo turbamento.

Per non contraddirla continua a reprimere i suoi desideri sessuali. Dall’altra parte abbiamo la madre che tratta Ed come fosse un bambino, la cui innocenza è da preservare dall’inferno che c’è al di fuori della loro fattoria. Augusta, che sembra uscita dalla penna di Stephen King (come non pensare a Margaret, la madre fanatica religiosa di “Carrie”, per esempio), nonostante le preghiere e i rosari, diventa essa stessa strumento del diavolo: corrompendo il sano sviluppo dei suoi figli in virtù di una falsa moralità tossica e disturbata.
A seguito di un ictus, Augusta muore il 29 Dicembre 1945.
Ed rimane solo. Finalmente libero dall’oppressione della madre. Ma non sa cosa farsene, di questa libertà. La sua adorata madre è morta. Il suo punto di riferimento. il suo unico contatto con la realtà oramai andato per sempre.

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“Non aprite quella porta”

Plainfield. Wisconsin. È il tardo pomeriggio del 17 novembre del 1957.
Il vice sceriffo Frank Worden decide di passare alla ferramenta della madre per vedere se è tutto a posto. Qualcuno gli ha riferito che il negozio è rimasto chiuso tutto il giorno. Non che sia inusuale durante la stagione della caccia. Frank trova il locale vuoto, il registratore di cassa aperto. Alcune macchie di sangue sul pavimento. Allarmato, dà il via alle ricerche della donna, iniziando dall’ultimo scontrino emesso da Bernice: quello dell’acquisto di un gallone di antigelo a Ed Gein.

Ed viene arrestato in una drogheria a West Plainfield. Nel frattempo la sua fattoria viene perquisita. È così che la polizia fa ingresso in quella che successivamente verrà ribattezzata “La casa degli orrori”.

Durante la perquisizione vengono rinvenute svariate parti del corpo, teschi, vulve, nasi e labbra usate talvolta come decorazioni. A sconvolgere i poliziotti sono piuttosto i manufatti realizzati con le parti del corpo: una cintura realizzata con capezzoli umani, una lampada realizzata con pelle umana, teschi usati come ciotole o posaceneri, guanti realizzati sempre con pelle umana, e svariate maschere facciali, tanto per citarni alcuni.
La casa versa in uno stato di confusione e abbandono totale.
L’unica stanza a rimanere in ordine è quella della madre.

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“Love is an old slaughterer. Love is not blind. Love is a cannibal with extremely acute vision. Love is insectile, it is always hungry.”
(“Christine”, Stephen King)

Ed confessa.
Sconvolto dalla morte della madre, decide di crearne un fantoccio: va al cimitero, di notte, dissotterra il cadavere di una donna dell’età circa di Augusta e lo porta a casa. Ed ammette di aver compiuto questo lavoro al cimitero diciotto volte. Notte dopo notte, lavora la pelle dei cadaveri per creare una sorta di veste umana: non solo Ed ha desiderio di cambiare sesso, ma vuole mettersi “letteralmente” nei panni della madre. Vuole diventare Augusta. Viene accusato principalmente per due omicidi: Bernice Worden e Mary Hogan, scomparsa nel 1954. Ma è sospettato di molti altri casi irrisolti della zona.
Il 21 Novembre del 1957 inizia il processo.
Dapprima recluso in carcere, una volta confermata l’infermità mentale, Ed sconta i suoi ultimi sedici anni presso un manicomio criminale. Ed, durante il processo, dichiara di non aver mai ucciso un cervo in vita sua.

“The more successful the villain, the more successful the picture.”
(A. Hitchcock, “Le cinéma selon Hitchcock” François Truffaut)

Siamo alla fine degli anni ‘50. Ed Gein dà il via al culto per i serial killers che si rafforzerà nei decenni successivi.
La sua vicenda è quella che ha ispirato di più la produzione letteraria e cinematografica che verrà dopo. E non solo. Il primo a trarne spunto è lo scrittore Robert Bloch (che vive a 64 km dal luogo degli avvenimenti): nel 1959 esce con il romanzo: “Psycho” (la prima versione italiana esce con il titolo “Il passato che urla”).
Nel 1960, Alfred Hitchcock , sotto suggerimento della sua segretaria, prende spunto dal libro, ne acquista i diritti e fa uscire l’omonimo film, il suo più grande in termini di successo, da lui stesso finanziato. Il film diverrà successivamente prototipo del genere Thriller con protagonista serial killer, oltre che una vera e propria pietra miliare per qualsiasi aspirante regista. Nonostante la scelta di non girare a colori venga presa per mantenere i costi contenuti, il bianco e nero del film sembra voler rafforzare la schizofrenia di Norman (ma forse non solo la sua). Altrettanto importante è la musica, di Bernard Herrmann (che firma ben otto colonne sonore per Hitchcock), affidata esclusivamente agli archi che si insinua nei personaggi e ne va a sottolineare il carattere.

“Violence is what we adore
Invitation to the game, guns and blades and media fame
Every day more of the same
Murder, mayhem, anarchy, now are all done legally”
(“Dittohead” Slayer)

Nel 1974 esce nelle sale cinematografiche un film indipendente realizzato a basso costo, diretto da Tobe Hooper: “The Texas Chain Saw Massacre” (in Italia “Non aprite quella porta”.). Leatherface è destinato a diventare uno dei più famosi ed iconici villain della storia del cinema e del genere Horror. Il suo personaggio, proprio come Ed, cuce maschere di pelle umana, presa dalle stesse vittime.

Nello stesso anno esce “Deranged”, diretto da Jeff Gillen e Alan Ormsby, che ricalca in maniera più evidente le gesta di Ed, attraverso il personaggio di Ezra Cobb.
Nel 1991 troviamo invece Buffalo Bill, killer de “The silence of the lambs” (“Il silenzio degli innocenti”), nuovamente ispirato ad Ed. Bill cerca di diventare una donna tentando di cucire una seconda pelle, che prende dalle sue giovani vittime. Nel 2000 esce nelle sale Ed Gein – Il macellaio di Plainfield diretto da Chuck Parello. Nel 2012 esce la seconda stagione della fortunata serie “American horror story: Asylum”. Tra passato e presente, si cerca di fare chiarezza su un misterioso serial killer chiamato Bloody Face, le cui gesta sono anch’esse ispirate a quelle di Ed.

Oltre alla produzione cinematografica ad Ed Gein sono stati dedicati anche diversi fumetti: nel 1974 la sua storia viene raccontata dal comic underground “Weird Trips magazines”. È il secondo volume e si dice che un giovane Jeffrey Dahmer ne sia un grande fan. Nel 2018, Edizioni Inkiostro decide di dedicargli il terzo volume della collana “The real Cannibal” . Il racconto viene scritto da Jacopo Masini e disegnato da Francesco Paciaroni e prende il titolo di “Ed Gein – La madre di tutti i serial killer”.
Nel 2021 insieme alla collaborazione di uno dei più grandi autori Crime, Harold Schechter e di Eric Powell, plurivincitore degli Eisner Award (gli Emmy dei fumetti, per intenderci) , esce la graphic novel dedicata ad Ed Gein: “Did you hear what Ed Gein did?

Nel corso degli anni il nome di Ed Gein è stato associato all’idea di orrore. È dalle sue vicende probabilmente che dal genere Horror nascono le categorie splatter e slasher. Lo stesso Rob Zombie sembra ispirarsi a lui per “La casa dei 1000 corpi”.
Viene evocato anche da alcune band metal: a partire dagli Slayer con il brano “Dead skin mask” fino ad arrivare (come sempre) ai Marilyn Manson, il bassista della band che ricopre il periodo 1990-1993, Brad Stewart, prende lo pseudonimo di Gidget Gein. Nel corso dei decenni sono venuti alla luce altri serial killer che sono diventati veri e propri idoli, probabilmente perché più carismatici o di bell’aspetto. Hanno contribuito alla realizzazione della cultura pop e forse, col passare del tempo sono riusciti ad offuscare la storia di Ed.

Ed non è stato il primo assassino seriale della storia degli Stati Uniti d’America, ma sicuramente con lui inizia quella risonanza mediatica per il crime in generale. Lo spettatore man mano diventa più morboso: per quanto lo “spettacolo” possa essere orrorifico non distoglie lo sguardo. Anzi.

Ed Gein, insieme ad Augusta, è davvero la madre di tutti i serial killer.

Bibliografia

FIlmografia

Lady Snowblood

Sono Giorgia, alias Lady Snowblood. Cuneese cresciuta a pane e celluloide fin da piccolissima. Grazie a Steven Spielberg ho capito, a 12 anni, che il cinema sarebbe stata la mia vita. Impiegata in un ufficio, poter girare un BEL film rimane sempre il mio sogno (e obiettivo) più grande. Appassionata anche di serie televisive, musica, teatro e dell'arte in generale, mi piace cercare citazioni, omaggi e collegamenti tra una forma e l'altra. Volete saperne di più? Rimanete sintonizzati!