JOJO RABBIT

JOJO RABBIT

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GENERE:        drammatico

ANNO:             1995

PAESE:            USA

DURATA:        135 minuti

REGIA:            Taika Waititi

CAST:               Roman Griffin Davis, Thomasin McKenzie, Taika Waititi, Rebel Wilson, Sam Rockwell

Quando il cinema affronta tra le pagine più buie della nostra storia, impantanarsi nella palude di una stucchevole prosaicità fatta di luoghi comuni e banalità è alquanto facile. Ma questo non è il caso di questo dolce e brillante Jojo Rabbit. La storia è liberamente tratta dal libro di Christine Leunens pubblicato in Italia con il titolo di “Come semi d'autunno”.

Jojo Betzler (Roman Griffin Davies) è il classico bambino figlio del Reich, talmente invasato dall’ideologia nazista da avere niente meno che Hitler (Taika Waititi) in persona come amico immaginario. Ha un’odio viscerale verso gli ebrei ma non ne ha mai visto uno in vita sua e li immagina come mostri dediti alle peggio nefandezze.

Vive solo con la madre Rosie Betzler (Scarlett Johansson), il padre è disperso al fronte. Nonostante il suo estremismo politico, Jojo è un bambino buono che non riuscirebbe neanche a far male ad una mosca e questo suo carattere gentile gli è valso il soprannome di Rabbit. Un giorno entra nella sua vita Elsa Korr (Thomasin McKenzie), una ragazza ebrea in fuga dalle persecuzioni, e la sua vita inizierà a cambiare insieme allo sgretolarsi della sua ideologia.

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Taika Waititi (conosciuto per lo più per Thor Ragnarok) con questo lungometraggio ha deciso di intraprendere un percorso abbastanza pericoloso. La filmografia che tratta di questo argomento è molto vasta e cadere in qualche scomodo confronto era pressoché inevitabile. L’abilità del regista è stata quella di dribblare il problema mantenendo uno stile narrativo molto neutrale, dipanando una sceneggiatura da commedia con i tratti drammatici: proprio la gestione dell’alternanza tra momenti di comicità e altri di drammaticità è una delle armi vincenti.


In questa pellicola il Nazismo viene abilmente deriso e dissacrato. Basti pensare alla stessa figura di Adolf, al personaggio di Fraulein Rahm (Rebel Wilson) tutt’altro che l’ideale di Valchiria Wagneriana professato dal Reich. Per non parlare dell’amore omosessuale fatto intendere tra il Capitano Klenzendorf (Sam Rockwell) e Finkel (Alfie Allen).

Non ultimo uno dei momenti più esilaranti dell’intero film: il saluto reiterato ossessivamente per ben 31 volte dalla Gestapo durante la perquisizione della casa di Rosie.


Durante l’ora e mezza di visione tornano alla mente citazioni di Charlie Chaplin con “Il Dittatore” (soprattutto nella caratterizzazione di Hitler) e di Mel Brooks con “Una gaia commedia neonazista“, forse il primo a trasporre in chiave comica fatti drammatici.

Ma non si può non far riferimento anche a “La vita è bella” di Roberto Benigni ma con la grande arguzia di Taika Waititi nel gestire in modo completamente diverso la dicotomia commedia/dramma così da evitarne il raffronto. Alcuni momenti ilari del film mi hanno anche riportato alla mente battute di “Bastardi senza Gloria” di Quentin Tarantino. Ho anche apprezzato, da amante del genere, la citazione a “The Ring” e all’horror di quel filone nel momento in cui Jojo scopre dell’esistenza di Elsa.

In conclusione questo Jojo Rabbit è un film che mi è piaciuto, i suoi 108 minuti sono volati via con leggerezza tra spontanee risate e momenti di riflessione. A mio avviso la strada percorsa da Taika è il modo migliore per parlare di certi argomenti pesanti. Per citare Mel Brooks: “Se riesci a ridicolizzare Hitler, hai avuto successo.”

John il boia Ruth

Sono Gilberto, alias John il boia Ruth, la mente che ha dato forma a questo progetto. Nella vita mi occupo di web: dal marketing alla grafica, dalla progettazione di siti ai Social Network. Ne I Cinenauti ho voluto fondere il mio lavoro, che amo, con la mia più grande passione, il cinema. Prediligo gli horror, meglio se estremi e disturbanti, i thriller, i fantasy e i film d'azione. Insomma divoro qualsiasi cosa cercando di non farmi condizionare dai pregiudizi.