GLADBECK: RAPINA CON OSTAGGI

GENERE: docu-film, drammatico
ANNO: 2022
PAESE: Germania
DURATA: 91 minuti
REGIA: Volker Heise
La mattina del 16 agosto 1988 due malviventi - il tedesco Hans Juergen Roesner e il polacco Dieter Degowski - assaltano una filiale della Deutsche Bank di Gladbeck, cittadina della Renania settentrionale-Westfalia; la Polizia giunge subito sul posto circondando l'edificio, così i rapinatori prendono in ostaggio due dipendenti della banca e, fattisi consegnare un'auto e una grossa somma di denaro, fuggono insieme a loro verso Brema con torme di giornalisti al seguito, imbarcando lungo il tragitto anche la fidanzata di Roesner, Marion Löblich...
…qui si impossessano di un autobus con oltre trenta passeggeri, uno dei quali, l’italiano Emanuele De Giorgi, viene in seguito ucciso al culmine di un ultimatum per farsi riconsegnare la Löblich, che le autorità erano riuscite a fermare nel momento
in cui si era recata al bagno di un’area di servizio; la crisi si protrae per ben tre giorni di peregrinazioni lungo le strade della Germania (con un breve sconfinamento in Olanda) fino all’intervento decisivo della Polizia che porta però con sé altre tragiche conseguenze.
Nel mare magnum dei documentari true crime, spesso popolato da prodotti un po’ stereotipati e “costruiti” come è normale che sia quando una moda prende piede in qualsiasi ambito, Gladbeck: Rapina Con Ostaggi si segnala come una lodevole eccezione per svariati motivi.
Innanzitutto non troviamo voci narranti o interviste ai vecchi protagonisti che ripercorrono la vicenda ognuno dal proprio punto di vista, ma soltanto un lavoro certosino di ricostruzione cronologica effettuato da Heise esclusivamente attraverso il montaggio di filmati e di fotografie originali dell’epoca: e che filmati e che fotografie, viene subito da esclamare! Eh sì, qui di convenzionale non c’è proprio nulla, e sin dalle prima battute sembra di essere catapultati dentro uno di quegli heist-movie tanto “tosti” quanto improbabili con i quali a volte ci capita di sollazzarci per un paio di ore: eppure è successo tutto per davvero… Si parte infatti con un poliziotto in mutande (!) che si appropinqua guardingo alla porta della banca, accucciandosi poi per consegnare un pacco attraverso una fessura; ma questo è solo l’antipasto, perchè il nocciolo della questione, quello che fa di Gladbeck un inquietante capolavoro, lo percepiamo nel momento in cui entrano in scena i veri protagonisti dell’evento, ovverosia i media; perchè insomma bisogna dirlo: che certe aberrazioni attuali provengano da lontano lo si era già capito, ma quello che Heise ci sbatte in faccia nell’ora e mezza di questo lavoro sconcerta lo stesso non poco…

Ecco allora palesarsi davanti ai nostri occhi un circo itinerante nel quale esponenti di tv, radio e carta stampata prendono in mano le redini del sequestro, esautorando di fatto le forze dell’ordine ed instaurando con i delinquenti un rapporto di vicinanza che sconfina palesemente nel favoreggiamento; è soprattutto Roesner, in questo contesto, a conquistarsi il ruolo della star, ampliando a dismisura il concetto dei famosi quindici minuti wharoliani: personaggio evidentemente bipolare, con tratti marcati di narcisismo ed un’ingenua filosofia nichilista di fondo – miscela alimentata dal chiaro uso di sostanze -, il giovane uomo viene dapprima blandito e poi cooptato da questo branco di squali cinici e spegiudicati, che hanno buon gioco nel fare leva su questi suoi aspetti psicologici borderline, e al fianco dei quali finisce per sembrare quasi un agnellino (ma con la pistola in mano…); tra un’intervista e un collegamento radiofonico, uno special tv e un inseguimento in autostrada (l’ingorgo innescato dalla carovana dei giornalisti lungo un raccordo causa addirittura un incidente nel quale perde la vita un poliziotto…), assistiamo ad un reality delirante, dove persino gli ostaggi e la gente di passaggio trovatasi lì per caso sembrano quasi felici di fare la loro parte, come “narcotizzati” da un qualcosa che sta a metà tra il morboso e il voyeristico…
Ma a delirio non può che sommarsi delirio, in una folle corsa alla perdita di lucidità anche da parte di chi dovrebbe gestire il problema con cautela e raziocinio, soprattutto in presenza di persone in grave pericolo; perciò la Polizia, incredibilmente incapace di opporsi ad uno stato di cose che ne ostacola in modo decisivo il delicato lavoro, sbanda strada facendo sia nella gestione complessiva delle trattative sia nella risoluzione finale, lasciando sull’asfalto i cadaveri di due innocenti, il ragazzo italiano già citato e la ragazza tedesca Silke Bischoff (un pugno nello stomaco sono le sequenze che li riguardano: da una parte il corpo di lui riverso in fin di vita, dall’altra le parole di lei insieme al suo sequestratore, pronunciate con una tranquillità che stride in maniera evidente rispetto alla situazione, e oltremodo se si pensa al terribile destino che le toccherà di lì a poco…); Gladbeck nel suo stagliarsi come una fredda e secca cronaca, senza compiacimenti né sconti di sorta, assume allora un’aura quasi distopica e mette realmente i brividi.