“Il nome del padre” è un documentario diretto da Paola Settimini, Daniele Ceccarini e Mario Molinari che da voce alla storia di Udo Sürer e al suo coraggio. Dopo esser venuto a conoscenza di essere figlio di un ufficiale nazista, Udo decide di agire e di “fare qualcosa” per porre rimedio alle azioni compiute dal genitore in occasione degli eccidi avvenuti in Lunigiana e sulle Alpi Apuane nel 1944.
17/19 agosto 1944, San Terenzo Monti frazione del comune di Fivizzano (Ms).
I soldati nazisti della 16. SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS” capitanati dal maggiore Walter Reder, diedero inizio in Lunigiana subito dietro la Linea Gotica, ad una serie di spaventose violenze perpetrate contro la popolazione civile. In questa rappresaglia tedesca nota come “La strage di Valla” vennero massacrati in tutto 159 civili tra uomini, donne e bambini.
24/27 agosto 1944, piccolo borgo di Vinca sulle Alpi Apuane (Ms).
I soldati nazisti della 16. SS-Panzergrenadier-Division “Reichsführer-SS” guidati sempre dal maggiore Walter Reder, questa volta anche con la complicità dei militi fascisti della XL Brigata Nera “Vittorio Ricciarelli” di Livorno, dopo la “Strage di Valla” continuarono i rastrellamenti. Nel paesino e nei borghi limitrofi vennero catturati circa 1600 civili, le vittime accertate furono 173. Qui la crudeltà raggiunse vette che l’intelletto e l’animo umano hanno difficoltà a comprendere: molti cadaveri vennero trovati privi di vestiti, orrendamente mutilati e addirittura impalati; sentirete con le vostre orecchie il racconto (straziante e sconvolgente) di un feto asportato dal ventre della madre.
In tutto questo orrore però c’è una luce, quella di Udo Maier figlio, allora bambino, dell’ufficiale delle SS Joseph Maier, artefice e complice di quei massacri.
Attraverso le parole di Udo entriamo nell’intimo del rapporto con un padre così “scomodo”, viviamo la scoperta devastante, indagine dopo indagine, di ciò che ha compiuto e l’impatto che tali rivelazioni hanno avuto su di lui al punto di sentire la necessità di cambiare il suo cognome, da Maier a Surer. Inizia così il pellegrinaggio di questo grande uomo nei luoghi della memoria dove suo padre ha versato così tanto sangue e sparso così tanto dolore.
Udo Sürer ha visitato tutti questi luoghi in Lunigiana e altri ancora in tutta Italia, ha raccolto testimonianze, ha costruito rapporti con i superstiti delle stragi e con i loro familiari nell’intento di “fare qualcosa” e nulla è più esplicativo di questo estratto da un’intervista da lui rilasciata agi autori del docu-film.
«…per cercare di fare qualcosa […] per lui significava intraprendere un percorso di riconciliazione e ricucire le ferite di una memoria storica che ha continuato a gettare ombre sul presente. Da allora ha visitato Marzabotto, Guardistallo, Sant’Anna di Stazzema, San Terenzo Monti, Valla, Bardine e Vinca di Fivizzano raccogliendo le testimonianze dei parenti di chi era stato assassinato in modo spietato dai nazisti. Udo Sürer si è impegnato con grande determinazione nel rintracciare superstiti e famigliari delle vittime delle stragi nazifasciste in Lunigiana ma anche in altre parti della Toscana e dell’Emilia, martiri nelle località dove erano stati commessi eccidi dalle truppe naziste. Per intessere con loro un dialogo ispirato a profondi sentimenti di pace e di amicizia volti alla conoscenza della verità dei fatti tristemente accaduti».
Udo Sürer, oggi affermato avvocato a Lindau, nel 2015 è stato insignito della cittadinanza onoraria di Fivizzano (Ms) con al seguente motivazione:
«Per il suo coraggio e per il gesto straordinario di ricerca di pace e di verità, per la coerenza e la fedeltà alle sue scelte; per la determinata e paziente ricostruzione del suo passato e per l’opera di divulgazione e di conoscenza nella sua patria dei tragici fatti storici subiti dai nostri concittadini nel 1944. Per l’amicizia sincera e disinteressata che ha dimostrato con le persone emblematiche del glorioso periodo della resistenza instancabile costruttore di pace tra i popoli e di ponti di amicizia, sentimenti condivisi tra Fivizzano, comune martire e la zona del lago di Costanza, viene ad indicarci un sentiero da percorrere assieme, fatto di conoscenza e di fratellanza».
“Il nome del padre” ha vinto il ” Premio Giuria Giovani” al Sardinia Film Festival e il premio “Paolo Gobetti” al Festival di Torino Filmare la Storia 2019.
Concludo con un’invito alla visione di questo documentario, visibile su YouTube, intenso, coinvolgente e mai prosaico e con un grazie a Udo Sürer perchè il mondo ha bisogno di Uomini (e lo scrivo volutamente maiuscolo) come lui.
Il docu-film “Il nome del Padre” è visionabile su YouTube al link sottostante.