COFFY
COFFY
GENERE: azione, drammatico, revenge movie
ANNO: 1973
PAESE: USA
DURATA: 91 minuti
REGIA: Jack Hill
CAST: Pam Grier, Brooker Bradshow, Robert Doqui, William Elliott, Sid Haig
Diretto da Jack Hill, Coffy, segna l'inizio della blaxploitation e la consacrazione definitiva dell'attrice Pam Grier tanto amata da Quentin Tarantino. Una donna, fingendosi prostituta, cerca vendetta nei confronti di coloro che hanno reso sua sorella dipendente dalla droga oltre ogni possibilità di recupero. Con un fucile tra le mani e tanto coraggio, da inizio alla sua personale caccia alla ricerca dei responsabili.
Un uomo di colore arriva in un locale notturno e propone una ragazza a un boss afroamericano a risarcimento dei suoi debiti di droga. Tuttavia, quest’ultimo declina l’offerta avendo già a disposizione un vasto assortimento di ragazze. Nonostante ciò, l’uomo insiste caldamente nel sostenere che questa ragazza sia davvero unica e lo invita a seguirlo in macchina dove lei lo sta aspettando. Il boss alla fine si lascia persuadere e si avvicina all’auto: qui trova Coffy, una giovane donna sensuale e bellissima, la quale gli chiede una dose di droga in cambio di favori sessuali che non potrà scordarsi facilmente. Questi, ammaliato, accetta e la porta nel suo appartamento per dar vita a una nottata a base di sesso e droga. Una volta sul letto però, Coffy estrae un fucile e gli fa saltare letteralmente la testa, eliminando poco dopo anche l’altro complice prima di darsi alla fuga. In realtà, la donna è un’infermiera che ha agito per vendicare la dipendenza da droga della sua sorella, vittima di alcuni trafficanti. Da li a poco anche il suo amico Carter, un poliziotto integro che sta indagando sulla corruzione tra le forze dell’ordine, viene brutalmente aggredito da alcuni spacciatori, finendo in coma. Coffy ha un altro motivo per cui farsi giustizia. Decide quindi di infiltrarsi nella malavita fingendosi una prostituta, adottando l’alias di Mystic; lo scopo è quello per avvicinarsi a King George, un’afroamericano a capo dell’organizzazione, un tipo eccentrico che va giro esibendo abiti appariscenti. Tuttavia, le altre ragazze dell’harem non gradiscono la presenza di questa sensuale pantera nera e, ad un ricevimento, scatenano una rissa furibonda. Coffy si ritrova così in una situazione difficile da gestire e viene smascherata. Rapita da un leader della mafia, riceve la sua condanna a morte ma riesce con astuzia a liberarsi poco prima dell’esecuzione, attuando così la sua vendetta.
Nei primi anni ’70 in America si sentì il bisogno di creare un cinema ad uso e consumo della popolazione afroamericana. Non si trattò di un gesto di apertura mentale bensì di una becera mossa di marketing. La popolazione nera poteva essere fonte di grandi guadagni per le case produttrici gestite dai bianchi i quali iniziarono a produrre film a basso costo con quasi esclusivamente attori di colore, ovviamente sottopagati: nacque così la “blaxploitation”, ovvero una corrente cinematografica di “serie b” dove l’esibizione esplicita di scene di sesso e di violenza (exploitation) era bellamente servita per il pubblico afroamericano (black). Da questo fenomeno vennero fuori tra i più grandi attori e musicisti – logicamente anche le colonne sonore erano composte da artisti “black” jazz e soul – dell’epoca.
Questa digressione per contestualizzare Coffy, che insieme a “Sweet Sweetback’s Baadasssss Song “ e a “Cleopatra Jones: licenza di uccidere”, viene considerato il capostipite del genere. Tra gli estimatori moderni della “blaxploitation” troviamo anche Quentin Tarantino, basta menzionare la sua opera “Jackie Brown” che vede protagonista Pam Grier, una delle più grandi star afroamericane della storia del cinema. In Coffy la Grier mette in scena un personaggio femminile di grande forza e carisma… non solo bellissima ma un’eroina “umana”, con le sue paure e le sue fragilità, determinata a raggiungere il suo obiettivo con scaltrezza ed intelligenza, sa sempre fino che punto vuole spingersi ma con fermezza non si abbassa mai all’umiliazione e al compromesso (si finge prostituta ma riesce sempre ad non esserla).
Il magnetismo e il fascino seducente di Pam Grier sprigionano immediatamente l’energia intramontabile presente in questo film, che rappresenta un autentico esempio di cinema pulp caratterizzato da personaggi eccentrici e da dialoghi vivaci e sagaci. Jack Hill imprime il giusto ritmo per nulla noioso alla narrazione miscelando abilmente sensualità, violenza e persino una concitata rissa tra donne che soddisferà anche i palati più fini. “Coffy” è tutto questo, un’opera che presenta al pubblico una serie di situazioni crude e disturbanti, scevre di qualsiasi forma di politically correct. Un film che oggi sarebbe impossibile realizzare.