MONDO CANE
MONDO CANE
GENERE: docufilm, horror disturbante
ANNO: 1962
PAESE: Italia
DURATA: 110 min
REGIA: Gualtiero Jacopetti, Paolo Cavara, Franco Prosperi
Mondo Cane è il docufilm capostipite dei “mondo movie”, un genere nato in Italia a fine anni ‘50. È costituito da un collage di brevi video che mettono in scena gli usi e i costumi più stravaganti e disturbanti che giravano all’epoca, potremo definirlo un cinegiornale dell’orrido. Siccome quello che viene mostrato è realtà e non frutto di finzione cinematografica la visione può risultare difficile e angosciante.
Il documentario inizia col mostrare le condizioni penose in cui vivono i cani in un canile per poi spostarsi durante le celebrazioni di Rodolfo Valentino nel suo paese d’origine, Castellaneta in provincia di Taranto, dove i giovani locali posano ammiccanti davanti alla telecamera nella speranza di essere notati e di diventare gli eredi del celebre compaesano. La sequenza successiva ci porta negli States dove un altro bello di casa nostra Rossano Brazzi viene letteralmente preso d’assalto da un’orda di fanatiche ammiratrici. Da lì scaturisce il paragone con una tribù della nuova Guinea dove le donne sono solite aggredire in massa gli uomini e violentarli senza fine.
Da questo inizio quasi comico è un crescendo di stranezze sempre più crude e sempre più efferate. Tra le sequenze più scioccanti è d’obbligo menzionare quella della tribù dedita, ogni 5 anni, al massacro dei maiali a bastonate per poi cibarsene fino a scoppiare; o la cerimonia dei Vattienti in un paesino del sud Italia dove, durante la processione del venerdì santo, alcuni uomini si massacrano il corpo col vetro per inondare di sangue il percorso; oppure l’usanza, sempre in alcune tribù della Guinea, di rinchiudere le mogli del capo villaggio in gabbie per obbligarle ad un’alimentazione forzata.
Non mancano i contrasti tra mondo occidentale e mondo non civilizzato: negli USA i cani vengono sepolti e venerati in veri e propri cimiteri per animali mentre a Taipei vengono allevati in gabbia per esser mangiati; stessa cosa per insetti, rettili, larve… base dell’economia alimentare povera in Cina ma pietanze ricercate e dal costo proibitivo in America.
Lo sguardo con cui vengono mostrate queste oscenità umane è sempre imparziale e mette chiaramente in evidenza l’incoerenza dell’uomo; il contrasto tra civilizzato e non mostra una natura umana comune, diversa nella forma ma uguale nella sostanza e nella crudeltà. Poveri o ricchi, ignoranti o istruiti, abitanti di arcaiche tribù o di ipertecnologiche città, gli umani sono tutti malvagi.
Dal punto di vista tecnico Mondo Cane gode di un montaggio pazzesco basato su una concatenazione logica tra i vari spezzoni. Le sequenze sono in pieno stile documentaristico televisivo ma al momento giusto fuoriescono intuizioni cinematografiche di grande effetto. La colonna sonora, composta da Riz Ortolani è quanto di più perfetto può esserci e non a caso ebbe una nomination ai premi Oscar 1964 per il tema Ti guarderò nel cuore.
Sicuramente mostrare in quegli anni questo tipo di contenuti è stato un gesto rivoluzionario e controcorrente che ha dato vita ad una scia prolifica di docufilm analoghi dove spesso l’intento di shockare e di alimentare un’insano voyarerismo era più forte di quello di informare, tali produzioni ad oggi per la loro violenza visiva hanno preso il nome di shockumentary.
Se da un lato Mondo Cane ha avuto il pregio di mettere con forza davanti agli occhi alcune realtà per obbligare a prenderne coscienza, dall’altro ha la colpa di aver sbattuto per la prima volta la morte in diretta senza il minimo rispetto; in questo c’è stata una forte anticipazione dei tempi moderni dove l’ostentazione della morte da parte dei media è diventata una fredda routine.