VERTIGO - LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE
GENERE: thriller
ANNO: 1958
PAESE: USA
DURATA: 128 minuti
REGIA: Alfred Hitchcock
CAST: Kim Novak, James Stewart, Tom Helmore, Henry Jones, Barbara Bel Geddes
‘La donna che visse due volte’ o ‘Vertigo’, che è il ben più efficace titolo originale, è il film di Hitchcock con il quale ho avuto il rapporto più ‘complesso’, lo incrociai per la prima volta in modo del tutto casuale molti anni fa in tv, in una serata fredda e piovosa che si coniugava perfettamente con le atmosfere decadenti della pellicola.
A fine Aprile del 1980 si spense Alfred Hitchcock, per onorare questo anniversario ho deciso di rivedere un paio di film del ‘maestro del brivido’, ‘Gli uccelli’ e ‘La donna che visse due volte’.
‘La donna che visse due volte’ o ‘Vertigo’, che è il ben più efficace titolo originale, è il film di Alfred Hitchcock con il quale ho avuto il rapporto più ‘complesso’, lo incrociai per la prima volta in modo del tutto casuale molti anni fa in tv, in una serata fredda e piovosa che si coniugava perfettamente con le atmosfere decadenti della pellicola.
Non avevo più di 13 anni e rimasi letteralmente folgorato (anche dalla sua ammaliante protagonista, Kim Novak) ma, purtroppo, a causa del tardo orario di trasmissione, non riuscii a godermelo fino alla fine. Un paio d’anni dopo ebbi l’opportunità di colmare questa lacuna, rimanendo però leggermente deluso dalla seconda parte del racconto (cosa che accade spesso quando le aspettative sono così alte) e solamente ad una terza visione riuscii finalmente ad apprezzare appieno l’opera.
Il mio giudizio oggi, ad una trentina d’anni da quella fredda serata, dopo averlo visto almeno 6 o 7 volte, è che questo è semplicemente un capolavoro, che migliora ad ogni visione.
Nell’ultimo film nel quale Alfred Hitchcock si affidò a James Stewart, quest’ultimo interpreta John Ferguson, detto Scottie, ex poliziotto che aveva dato le dimissioni in seguito al rimorso che lo attanagliava dopo aver involontariamente contribuito alla morte di un collega. Ferguson, a causa di un attacco di vertigini, non era riuscito ad aiutare empestivamente il collega, scivolato e rimasto appeso ad una grondaia durante un inseguimento sui tetti dei grattacieli di San Francisco.
Gavin Elster, ricco imprenditore nel settore navale chiama proprio l’ex compagno di scuola John Ferguson per incaricarlo di sorvegliar e sua moglie Madeleine, vittima, apparentemente, di una ossessione suicida. Scottie, inizialmente riluttante, finisce per accettare l’incarico e durante le prime fasi del pedinamento si ritrova a dover salvare Madeleine quando ella, come in trance, si getta nelle acque della Baia di San Francisco. In poco tempo Ferguson finisce per innamorarsi perdutamente, apparentemente ricambiato, della problematica signora Elster che durante una passeggiata in un parco di sequoie gli confessa i suoi incubi, frutto, a suo dire, di un misterioso legame con la bisnonna Carlotta, morta suicida.
Scottie decide quindi di portare la donna nei luoghi dei suoi incubi per esorcizzarli identificandoli con l’ex missione spagnola di San Juan Batista, poco fuori città. Giunta lì Madeleine corre verso il campanile della chiesa, Scottie resta indietro a causa della sua fobia per l’altezza ed assiste impotente al precipitare del corpo dell’amata dalla cima della torre del campanile.
Processato ed assolto per la morte di Madeleine, Scottie cade in depressione e finisce in una clinica psichiatrica per lungo tempo, ad un anno dalla tragedia, ancora non del tutto ripresosi dallo shock, Ferguson si imbatte per caso in una bella ed appariscente commessa di un negozio, Judy Barton, praticamente identica all’amata ad esclusione del colore dei capelli, bruni invece che biondi. Scottie inizia a corteggiare Judy convincendola successivamente a tingersi i capelli ed a vestire come Madeleine, ma dopo brevi momenti nei quali i due sembrano vivere un rapporto felice la ragazza compie un passo falso indossando un gioiello appartenuto a Carlotta, che Scottie aveva già visto al collo dell’amante. Judy messa alle strette confessa di essere stata ingaggiata da Gavin Elster, che era stato anche suo amante e gli aveva regalato la collana, per interpretare il ruolo di sua moglie.
Judy aveva quindi sostituito Madeleine, che viveva da tempo fuori città ed alla quale assomigliava vagamente, all’interno di un piano uxoricida nel quale Scottie doveva diventar e involontario testimone a favore di Gavin.
Il finale che chiude il cerchio della storia si svolge alla missione spagnola dove la vera Madeleine era stata gettata dal campanile dal marito che puntava alla sua ricca eredità.
Tra le sequenze di ‘La donna che visse due volte’ che restano nella mente dello spettatore ci sono certamente i titoli di testa realizzati da Saul Bass che li immaginò come un condensato concettuale dell’intero film nei quali il volto di una donna si dissolve in una serie di spirali colorate sottolineando l’importanza dell’aspetto visivo e sensoriale della pellicola che si sviluppa poi nel tema centrale dell’inganno della percezione. ‘Vertigo’ si ispira ad un romanzo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac, ‘From among the dead’ che in Italia fu pubblicato solamente a seguito del successo del film (e con lo stesso titolo di esso).
Ci sono comunque diverse differenze tra la sceneggiatura del film, scritta da Samuel Taylor, ed il romanzo originale, in primis l’ambientazione, portata dalla Francia degli anni ’40 alla California del decennio successivo e poi, ancora più importante, la rivelazione anticipata dell’effettiva identità
di Madeleine-Judy che consente al regista di spostare l’attenzione verso il tema, a lui molto caro, del doppio.
La produzione del film non fu esente da problemi, Hitchcock subì due interventi chirurgici che ritardarono la lavorazione e la protagonista ingaggiata per la parte di Madeleine, Vera Miles, dovette rinunciare al ruolo dopo essere rimasta incinta, cosa che fece infuriare il regista inglese.
Anche la stesura della sceneggiatura fu complicata perché Maxwell Anderson e Angus McPhail, inizialmente incaricati del lavoro, abbandonarono l’incarico che fu quindi affidato al giovane Alec Coppel, su pressione della Paramount, ma il suo lavoro non piacque ad Alfred Hitchock che lo sostituì infine con Samuel Taylor, che completò la stesura.