I PONTI DI MADISON COUNTY

I PONTI DI MADISON COUNTY

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GENERE:        drammatico

ANNO:             1995

PAESE:            USA

DURATA:         135 minuti

REGIA:             Clint Eastwood

CAST:               Clint Eastwood, Meryl Streep, Annie Corley, Victor Slezak, Jim Haynie, Sarah Kathryn Schmitt

I Ponti di Madison County. Caroline e Michael, figli di Francesca Johnson, una casalinga dell'Iowa, scoprono, grazie alla lettura dei suoi diari e ad alcuni oggetti personali lasciati loro in eredità, che la madre, molti anni prima, ha avuto un'avventura con un uomo fermatosi per pochi giorni in città...

Metà anni sessanta, un uomo e una donna non più giovani, un sentimento improvviso: è un film così semplice eppure così complesso I Ponti Di Madison County, perchè dentro c’è tutta la capacità di Clint Eastwood di andare al cuore delle cose, di partire dal particolare per toccare temi universali, di descrivere il suo paese come nessun altro sa fare, di concepire un cinema che diventa istantaneamente “classico” senza passare al vaglio del tempo.

Facile per Francesca, originaria di Bari, provincialotta col mito degli States, invaghirsi di Richard, un militare di stanza in zona durante l’ultima guerra (qui il regista di San Francisco inserisce una sorta di inciso autobiografico, lui che all’Italia deve l’inizio delle sue fortune grazie all’intuito di Sergio Leone); sposandolo, però, si trova a dover accettare uno status quo ben diverso da quello immaginato nei suoi sogni di ragazza; viene infatti catapultata nell’America profonda delle periferie agricole dove ci si conosce tutti e ci si dà una mano, ma di contro la riprovazione è spietata se qualcuno, soprattutto di sesso femminile, non si attiene alla morale corrente (Clint Eastwood ce lo spiega efficacemente nella sequenza ambientata in un caffè, quando gli sguardi degli avventori vengono improvvisamente calamitati dall’entrata di una donna “chiacchierata” e poi convergono sull’uomo che le offre un posto a sedere): insomma, marito, prole e niente grilli per la testa…

L’arrivo di Robert, affascinante fotografo freelance, in un momento in cui Richard e i due figli adolescenti sono in viaggio per una fiera del bestiame, ha l’effetto di una deflagrazione: con lui, archetipo di quell’individualismo che impregna fortemente l’etica a stelle e strisce, “marinaio” che in ogni porto lascia un cuore spezzato, uomo che ritiene di bastare a se stesso ma è, a suo modo, portatore di una visione romantica dell’esistenza, instaura una dialettica tra opposti che rimette in discussione scale di valori consolidate nel tempo.

Francesca riscopre così una dimensione interiore e una sensualità da tempo represse (bellissimo il momento nel quale esamina allo specchio il proprio corpo nudo), ma Robert, dal canto suo, non può fare a meno di considerare l’opzione di una stabilità affettiva come forse mai aveva fatto prima; sono quattro giorni che segnano un’esistenza intera, ed è difficile anche per noi spettatori prendere una posizione precisa; Francesca, giunta al bivio (ad un semaforo, sotto una pioggia battente, in una sequenza che resterà negli annali per pathos e vette recitative), pur sapendo di perdere per sempre quel “treno” che transita una sola volta nella vita, sente che non può distruggere una famiglia (alla quale, nonostante tutto, è legata da un affetto sincero) per un “colpo di fulmine” forse ormai fuori tempo massimo; trent’anni dopo sarà la figlia Caroline, segnata dall’aver appreso questa vicenda, a maturare il proposito di compiere quella scelta che la madre non ebbe il coraggio di fare, recidendo un legame che le causa disagio.

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Clint Eastwood, da narratore magistrale qual è, si tiene ben lontano dalle trappole di uno stucchevole sentimentalismo di maniera, affidandosi a dialoghi di una spontaneità rara e a paesaggi che diventano essi stessi stati d’animo (i ponti del titolo, dove Robert vince pian piano la ritrosia e il pudore di lei, realizzando il suo servizio fotografico più importante).

Una tale perfezione, naturalmente, non sarebbe stata possibile senza il contributo di una fuoriclasse come Meryl Streep, autrice, nei panni di Francesca, di una delle performance migliori della carriera; non è da meno però lo stesso Clint Eastwood, che qui sfata decisamente il luogo comune che lo vorrebbe attore piuttosto ingessato (la famosa battuta sul fatto che abbia due espressioni, col cappello e senza…), instaurando con la collega una “chimica” palpabile per tutta la pellicola.

I Ponti Di Madison County è un’opera considerata anomala, per il tema trattato, nella produzione di questo autentico mito vivente, arrivato in questi giorni a spegnere novanta candeline più attivo e in forma che mai; a ben guardare, però, è perfettamente aderente alla sua poetica e rappresenta senz’altro uno dei suoi film più belli ed intensi.

Anton Chigurh

Mi chiamo Mattia, alias Anton Chigurh, classe 1975, ho fatto studi classici e sono orgogliosamente spezzino; cosa chiedo ad un film o ad una serie tv? Di farmi riflettere, di inquietarmi, di lasciarmi a bocca aperta, di divertirmi... Per sapere dove trovo tutto questo, leggete le mie recensioni su I Cinenauti!