NIGHTMARE SYMPHONY

GENERE: thriller, horror, cinema indipendente
ANNO: 2020
PAESE: Italia
DURATA: 78 minuti
REGIA: Domiziano Cristopharo, Daniele Trani
CAST: Frank LaLoggia, Antonella Salvucci, Antonio Tentori, Poison Rouge, Merita Budakova, Halil Budakova
Nightmare Symphony è un thriller/horror, diretto da Domiziano Cristopharo e Daniele Trani, ispirato al cult di Lucio Fulci “Un gatto nel cervello” e a tutto il cinema di genere giallo italiano. Un noto regista arriva in Kossovo per terminare le riprese del suo ultimo tormentato film ma un misterioso assassino uccide uno ad uno tutti coloro che ne sono coinvolti…
Frank (Frank LaLoggia che interpreta se stesso) arriva in Kossovo dagli States per portare a termine il suo ultimo film. Concludere questo capitolo della sua carriera non è tuttavia cosa facile; continuamente in disaccordo con lo sceneggiatore Antonio (Antonio Tentori che interpreta se stesso), deluso ed irritato dai troppi stravolgimenti apportati alla sua storia originale, e un produttore interessato solo all’aspetto economico, Frank si sente impotente e cade spesso in momenti di forte sconforto; trova un sostegno sicuro solo nella sua collaboratrice Isabella (Antonella Salvucci, bellissima e bravissima a districarsi in un doppio ruolo). Come se non bastasse è ossessionato sia dalla soffocante insistenza di un attore fallito che vuole ad ogni costo il ruolo di protagonista per poter dimostrare il suo valore che da una misteriosa donna che lo spia ovunque lui vada. La cosa più agghiacciante tuttavia è la presenza di un killer, mascherato da pavone, che fa scempio di tutti coloro che direttamente o indirettamente entrano in contatto con Frank e con il film (a questo punto maledetto) al quale sta lavorando…


Come anticipato nell’introduzione Nightmare Symphony nasce come omaggio al glorioso filone del giallo all’italiana, dove la tematica thriller veniva sapientemente fusa all’horror e all’erotismo. Con quest’opera Cristopharo e Trani realizzano un reboot (se così possiamo chiamarlo) de “Il gatto nel cervello” di Lucio Fulci, film tra i più rappresentativi del suddetto movimento cinematografico e senza dubbio tra i più complessi ed originali.
Nella storia di Fulci (il cui titolo originale è “Nightmare Concert”) il noto regista (che interpreta se stesso) si rivolge ad uno psichiatra perché tormentato da incubi, che hanno come oggetto gli assassinii più cruenti che ha realizzato nei suoi film, e da rumori striduli all’interno della propria testa come se un gatto si facesse le unghie contro le pareti ossee (da qui il titolo dell’opera). Nel tentativo di curare il suo paziente il medico ricorre all’ipnosi ma improvvisamente, gli omicidi diventano reali…


La vicenda raccontata da Cristopharo/Trani riprende la stessa linea narrativa. Un fantastico Frank LaLoggia interpreta se stesso e, come Fulci, è vittima di incubi e visoni riguardanti il film che sta girando… allucinazioni che, man mano che la matassa si dipana, facciamo sempre più fatica a distinguere dalla realtà e che getta lo spettatore in uno stato di confusione che solo la pirandelliana citazione finale tratta da “Sei personaggi in cerca d’autore” aiuta a comprendere.
Le citazioni non finiscono qui. Nel primo omicidio la vittima, uscendo dalla doccia, inciampa in un paperino di gomma (Non si sevizia un paperino, Lucio Fulci 1972) e poi viene mutilata con rasoiate sui seni (Lo squartatore di New York, Lucio Fulci 1982); l’assassino è mascherato come nella migliore tradizione del thriller all’italiana; la scelta del pavone come maschera del killer potrebbe nascere da Suspiria (Dario Argento 1977). Nel progetto sono stati coinvolti inoltre anche Antonio Tentori e Fabio Frizzi, rispettivamente sceneggiatore e compositore anche de Il gatto nel cervello.
Per gli amanti del gore non mancano gli omicidi violenti e le scene cruente sono realizzate sempre con grandissimo realismo. La fotografia, curata da Daniele Trani, è impeccabile, non solo a livello di composizione ma anche nella gestione delle luci e delle ombre. La musica è perfettamente calzante ed influisce sull’aumentare lo stato di suspence e di ansia.
Leggo nell’opera anche una lieve vena polemica sulla condizione della figura del regista in difficoltà nel seguire la propria creatività condizionato dalle pretese di una produzione spesso volta esclusivamente all’incasso e non al cinema in senso stretto di cui, in fondo, si disinteressa pienamente.
Spendo due prole per la sequenza iniziale, il primo omicidio, ne resterete ammaliati: pura arte visiva e godimento per gli occhi.
Ringrazio la TetroVideo per avermi dato la possibilità di visionare e recensire quest’opera, un vero gioiello di puro cinema, citazionista ma con una sua potente originalità.