IL PRIMO RE
GENERE: storico, drammatico
ANNO: 2019
PAESE: Italia, Belgio
DURATA: 127 minuti
REGIA: Matteo Rovere
CAST: Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione, Massimiliano Rossi
L’alba di Roma, il mito della fondazione della città eterna, la leggenda dei due fratelli Romolo e Remo narrata, nei toni dell’epicità barbara e della brutalità, da Matteo Rovere. Questo è cinema d’autore!
Dopo l’esondazione del Tevere, i due fratelli si ritrovano senza nulla: hanno perso terre e popolo. Li aspetta solo la schiavitù e giochi di lotta nel fango dove chi perde muore tra le fiamme. Ma unendo astuzia, forza ed intelligenza Romolo (Alessio Lapice) e Remo (Alessandro Borghi) riescono a scatenare una rivolta contro i loro carcerieri e a scappare con un manipolo di fuggitivi e una vestale, custode del fuoco sacro.
Braccati ed in inferiorità numerica si nascondono coraggiosamente nel bosco. Romolo è gravemente ferito, Remo prende il comando, prende il suo destino tra le mani e sfida Dei e Sorte. Le Divinità metteranno alla prova l’amore fraterno che lega i due uomini, estremo e viscerale, e proprio dal sangue versato di Remo per mano di Romolo verrà fondata la città di Roma.
E’ un film arcaico, crudo, fatto di sangue e limo e di personaggi dal grande spessore e dalla grande forza che riescono con facilità a coinvolgere emotivamente.
Rovere non si ispira alla tradizione italiana del film mitologico ma bensì ad opere come New World di Terrence Malick per il realismo, Apocalypto di Mel Gibson per l’idea dei dialoghi in protolatino, Valhalla Rising di Nicolas Refn per la violenza degli scontri e Revenant di Alejandro Inarritu per la messa in scena (pur evitandone quell’atmosfera lirica e sognante).
Grande merito per la riuscita di questo film va alla fotografia di Daniele Ciprì. L’opera è stata girata interamente in esterna e con luce totalmente naturale! Le uniche sorgenti luminose sono i raggi del sole che filtrano, come lame, tra le fronde e i fuochi nella notte.
Come accennato prima, per aumentare il senso di realismo, la lingua utilizzata nei dialoghi è il protolatino (sottotitolato) frutto di una minuziosa ricerca linguistica. Di alto livello la recitazione di Alessandro Borghi, attore dotato di grande intensità e carisma. Rivelazione Tania Taribba, la sua vestale buca lo schermo, inquietante e misteriosa e ricorda,almeno a me, la Dama Rossa della serie Il Trono di Spade.