TIZIANO TERZANI: IL VIAGGIO DELLA VITA

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Giornalista, scrittore, viaggiatore, uomo di passioni forti ma anche di pace e di spiritualità: Tiziano Terzani è stato tutto questo e molto altro ancora, come ci illustra l'interessante documentario del regista Mario Zanot (il quale nel 2004 aveva già prodotto Anam, Il Senza Nome, ultima intervista di Terzani prima della sua scomparsa) distribuito da Wanted Cinema.

Basato sulle registrazioni audio inedite dei colloqui col figlio Folco, poi confluiti nel libro La Fine È Il Mio Inizio – sorta di testamento autobiografico -, su materiali dell’archivio privato della famiglia, su immagini di repertorio alternate a ricostruzioni animate, e narrato dalla voce di Monica Guerritore, questo lavoro restituisce in circa un’ora di montato la parabola di un personaggio il quale, partito da un’infanzia poverissima nella natia Firenze, ha finito per vivere e documentare i principali avvenimenti del novecento; la Storia certo, quella con la s maiuscola, ma, in ossequio ad un principio già ben chiaro al tempo degli studi di giurisprudenza alla Normale di Pisa, vista sempre dalla prospettiva degli umili e dei poveri, insomma di quelli dimenticati dalle narrazioni ufficiali.

Dopo gli esordi come cronista sportivo e il rifiuto di un posto in banca (“la morte civile”) arriva, quasi in contemporanea al matrimonio con Angela – ragazza di origine tedesca che rimarrà al suo fianco come presenza imprescindibile sino alla fine dei suoi giorni -, l’impiego alla Olivetti, nella quale Terzani intravede non solo un’azienda innovativa ma un illuminato modello sociale e politico di comunità: mandato in Sudafrica, redige per L’Astrolabio dell’eroe della Resistenza Ferruccio Parri alcuni mirabili reportage sull’apartheid.

Ma non dura, perchè l’uomo è attraversato da un’inquietudine e da una tensione verso la novità e il cambiamento difficilmente arginabili; trascorre, grazie ad una borsa di studio, un periodo negli Stati Uniti – paese al quale riserverà sempre un sentimento di odio e amore, non mancando mai di criticarne aspramente la politica imperialista e guerrafondaia -, ma è nei primi anni settanta che Terzani inizia la collaborazione più importante della sua carriera, quella col settimanale tedesco Der Spiegel, che gli permette di raggiungere i luoghi caldi del conflitto in Vietnam: è tra i pochissimi ad assistere alla liberazione di Saigon, e in seguito documenta l’atroce guerra cambogiano-vietnamita con gli eccidi perpetrati dai Khmer Rossi di Pol Pot, rischiando anche la pelle; questa esperienza, unita a quella vissuta a Pechino, dove si stabilisce definitivamente a cavallo tra il 1979 e il 1980 – coronando un sogno risalente ai suoi studi sul Maoismo alla Stanford University, che tuttavia si spezza una volta a contatto con la realtà opprimente e totalitaria -, lo porta a riconsiderare anche il rapporto con l’ideologia comunista – da lui infine ritenuta inapplicabile partendo dal presupposto che gli uomini sono tendenzialmente individualisti – e a riflettere criticamente sulle sue ibridazioni col capitalismo; per i suoi articoli su questo specifico argomento viene arrestato ed espulso dal paese.

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Disilluso anche nei riguardi della propria professione, fatta sempre più di lacchè al servizio di interessi economici e politici, si sposta in Giappone dove incontra uno stile di vita fatto di grande freddezza nei rapporti sociali e condizioni lavorative disumane e spersonalizzanti a causa della tecnologia invasiva; Terzani capisce che questa condizione alienante sarà destinata a propagarsi presto nella società occidentale e, atterrito dalla prospettiva, ne ricava una forte depressione, dalla quale prova ad uscire trasferendosi a Bangkok con tutta la famiglia; successivamente è testimone del processo che porterà alla dissoluzione dell’Unione Sovietica e al crollo del Muro di Berlino.

Alla fine del 1992, ancora prostrato da una crisi umana e lavorativa, rammenta la profezia che gli fece un indovino ad Hong Kong nel 1976 (secondo la quale nel 1993 avrebbe rischiato di morire su un aereo) e decide, un po’ per gioco e un po’ spinto dalla voglia di dare una cesura netta alla sua vita, di assecondarla: trascorre così un anno di viaggi esclusivamente per terra e per mare attraverso l’Asia, chiedendo ad astrologi e veggenti una conferma o una smentita di quel vaticinio; da questa riscoperta dell’anima popolare ed arcana del continente più amato, unita ad una rinascita personale, nasce il suo libro forse più significativo e di grande respiro, Un Indovino Mi Disse.

Qualche anno dopo Terzani si ammala di un tumore inoperabile; in seguito ai fatti dell’11 settembre, però, già molto provato ma ancora combattivo, leva alta la sua voce di paladino della non violenza e del ripudio di tutte le guerre, coerentemente con un percorso introspettivo, innervato dalla pratica della filosofia buddhista, iniziato al momento della diagnosi infausta, che lo porta dapprima a cercare una cura al di fuori della medicina tradizionale e in seguito a tornare nel buon ritiro dell’Orsigna, sulle montagne pistoiesi, per attendere di ricongiungersi a quel “tutto” del quale ormai si sente parte indissolubile.

Tiziano Terzani: Il Viaggio Della Mia Vita omaggia in modo partecipe la figura di un uomo carismatico, sfaccettato, a tratti anche spigoloso, il quale attraverso la sua sete di curiosità e il suo afflato umanista ha lasciato un segno sia come grande reporter che come punto di riferimento intellettuale.

Anton Chigurh

Mi chiamo Mattia, alias Anton Chigurh, classe 1975, ho fatto studi classici e sono orgogliosamente spezzino; cosa chiedo ad un film o ad una serie tv? Di farmi riflettere, di inquietarmi, di lasciarmi a bocca aperta, di divertirmi... Per sapere dove trovo tutto questo, leggete le mie recensioni su I Cinenauti!