HELLBOUND
GENERE: drammatico, fantastico, horror
ANNO: 2021
PAESE: Corea del Sud
DURATA: 1 stagione – 6 episodi
DA UN’IDEA DI: Kyu-Seok Choi, Sang-ho Yeon
CAST: Yoo Ah-in, Kim Hyun-joo, Jeong Min Park, Jin-ah Won, Ik-joon Yang
Dopo il grande successo di Squid Game sono sempre di più le serie tv coreane che fanno la loro apparizione su Netflix. Hellbound è sicuramente tra le più meritevoli sia come sceneggiatura che come quantità di tematiche affrontate. Una misteriosa entità annuncia la morte ad alcuni esseri umani che poco dopo vengono massacrati, bruciati e portati all'Inferno da 3 demoni, cosa si nasconde dietro questo inspiegabile fatto?
Un uomo è seduto ad un bar vistosamente agitato ed impaurito, dal nulla appaiono tre demoni che lo massacrano e finiscono per bruciarlo vivo; più avanti si scoprirà che la sua morte era stata predetta da un “angelo” che appare ad alcuni umani, ritenuti peccatori, per annunciargli la discesa all’Inferno. Una setta religiosa chiamata La Nuova Verità, guidata dal carismatico “Presidente” Jeong Jin-soo, strumentalizza i fatti trasmettendo in diretta streaming una seconda esecuzione e dogmatizzando l’accaduto imputandolo alla volontà di Dio che, stanco del comportamento umano, vuole dare un segnale forte e uno stimolo verso la redenzione. Come ogni movimento culturale/religioso presenta al suo interno una cerchia di estremisti , La Punta di Freccia, che, esasperando i contenuti, semina violenza e morte; non riconosciuti dall’organizzazione madre ma utili per svolgere il lavoro sporco i suoi adepti acquistano sempre più potere. In questo contesto l’avvocatessa Min Hyejin sembra essere l’unica intenzionata a voler scoprire cosa si nasconde dietro questi inspiegabili eventi soprannaturali intrecciando la sua storia dapprima con un poliziotto e successivamente con un produttore televisivo.
Hellbound va oltre l’essere una semplice serie tv horror/fantastica, è un prodotto in realtà molto profondo che tocca moltissimi aspetti attuali inerenti etica, fede, informazione… a detta di alcuni affronta troppe tematiche senza approfondirne nessuna in particolare; dal mio canto invece credo che lanci l’incipit a molti spunti di riflessione che sarà poi lo spettatore a notare e ad approfondire.
In primis il contesto sociale che rispecchia molto quello attuale, ovvero quello di una nazione sfiduciata che non crede più nelle istituzioni e nella giustizia e diventa di conseguenza terreno fertile per esser manipolata facendo leva su fede e religione, argomenti sempre cari alla massa: solo Dio è in grado di garantire una giusta punizione. Ma quando anche lui sbaglia? La risposta può essere una sola, abbiamo creduto in un qualcosa che non esiste.
Internet e il mondo dei social network, in una società così influenzabile, possono essere un’arma di distruzione di massa e ce lo dimostra la Punta di Freccia che con il suo trascinante fanatismo riesce ad entrare nelle menti dei suoi followers e a manipolarle con estrema facilità, alterando la realtà e deformando i fatti a proprio uso e consumo portando le persone a compiere atti di cui normalmente non sarebbero capaci.
Strettamente legato a questo concetto c’è la spettacolarizzazione del dolore, le esecuzioni diventano uno show al quale si paga per assistere fisicamente in diretta; attraverso questo sbattere il faccia il dramma delle persone si consolida il proprio potere instaurando un regime fondato sul terrore. Anche questa realtà non è lontana dalla quotidianità dove i telegiornali mostrano immagini di morte con una leggerezza disarmante. La Nuova Verità è abilissima nello scatenare l’isteria di massa e il panico per poi porsi come l’unico organo in grado di stabilire ordine e sicurezza: è risaputo e più volte dimostrato da eloquenti fatti storici che un popolo impaurito perde la sua umanità e la capacità di discernere la verità.
La religione quindi crea quel substrato di misticismo ancestrale che rende la manipolazione della massa ancora più facile e fa si che una setta, sfruttando il web, l’informazione e la tv diventi una vera e propria dittatura. Dio è giusto ed infallibile e quindi ogni azione in suo nome diventa lecita… qui si potrebbe aprire un capitolo interminabile. Le domande da porsi sarebbero tante tra cui “Se dio ordina di commettere atrocità è lecito negarne l’esistenza?” oppure “Coloro che uccidono in nome di Dio stanno comunque peccando e meritano l’inferno?”
I mostri venuti dall’Inferno sono quindi il simbolo di un qualsiasi evento portatore di caos (guerra, Covid, qualsiasi altra epidemia, catastrofe naturale, etc…) e l’essere umano reagisce dogmatizzando e creando intolleranza perdendo la capacità di vedere oltre la propria idea.
La serie vede tra i suoi protagonisti Yoo Ah-in (Burning, Voice of Silence, #Alive) e Park Jung-min (Deliver Us from Evil) e alla regia Yeon Sang-ho (il magistrale regista di Train To Busan). Unica pecca (se proprio vogliamo trovarne una) gli effetti speciali spesso troppo “caserecci”.
Il finale lascia molte, troppe, domande senza una risposta e lascia la porta aperta ad una inevitabile, a parer mio, seconda stagione.