ROCCO E I SUOI FRATELLI

ROCCO E I SUOI FRATELLI

Rocco e i suoi fratelli cinenauti visconti delon salvatori cardinale girardot

GENERE:         drammatico

ANNO:             1962

PAESE:            Italia

DURATA:        180 minuti

REGIA:             Luchino Visconti

CAST:                 Claudia Cardinale, Alain Delon, Roger Hanin, Katina Paxinou, Annie Girardot

Rocco e i suoi fratelli. Probabilmente l'opera maggiore di Luchino Visconti, ispirata ai racconti Il ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori.

Rosaria Parondi (Katina Paxinou), da poco vedova, decide di trasferirsi a Milano con i suoi quattro figli. Nel capoluogo lombardo vive già, in procinto di sposarsi con Ginetta (Claudia Cardinale), il quinto figlio Vincenzo (Spiros Focas). L’intenzione della madre è cercare di garantire alla sua progenie un futuro, cosa che nel povero paesello del sud non sarebbe stato possibile. Passato un primo periodo di difficoltà i ragazzi trovano una sistemazione. Rocco (Alain Delon) trova lavoro come garzone in una lavanderia; Ciro (Max Cartier) diventa operaio all’Alfa Romeo; Simone (Renato Salvatori), il figlio maggiore e quello più problematico, si dedica alla boxe mentre il piccolo Luca, ancora bambino, resta a casa con la madre e frequenta la scuola.

Nel quartiere dove vivono abita anche Nadia (Annie Girardot), una prostituta che diventa l’ossessione di Simone. Per lei lui altro non è che un semplice cliente ma il maggiore dei fratelli Parondi, viziato e ammaliato dai facili guadagni provenienti dagli incontri e dalla grande città, se ne innamora morbosamente. Oppressa da un sentimento così soffocante decide di rompere i rapporti e di sparire per qualche tempo, Simone reagisce molto male a questa profonda umiliazione.

Nel frattempo anche Rocco cambia vita e parte per il servizio militare e in modo del tutto fortuito incontra Nadia appena uscita dal carcere, Tra i due nasce un sincero amore; Rocco, con il suo animo buono e pulito riesce a redimere la dissolutezza della donna. Rientrato a Milano il giovane Parondi viene notato dall’ex pugile Duilio Morini (Roger Hanin), allenatore di Simone, ed esasperato dalla vita viziosa e antisportiva del fratello maggiore lo ingaggia, prima col pensiero di usarlo per controllare il fratello e successivamente come il pugile più promettente della sua palestra.

Ma una grande tragedia sta per incombere: Simone scopre della relazione tra il fratello minore e Nadia ed accecato dalla gelosia stupra la donna e quasi ammazza di pugni Rocco. In lui, però, non nasce un sentimento di vendetta bensì un forte senso di colpa: si sente responsabile per tutte le disavventure del suo consanguineo. Lascia la donna e non solo, la istiga a tornare con lo stupratore convinto che così si sarebbe redento.

Lei sconvolta da questa richiesta intraprende di nuovo la strada della perdizione e torna con il suo carneficema con l’unico desiderio di sfruttarlo e di portarlo alla distruzione. Gli altri fratelli, stanchi di tutto ciò, emarginano il maggiore tranne Rocco, ormai ostinato nel volerlo redimere.

L’epilogo è ancor più drammatico e sfocia nell’uccisione di Nadia e nello scontro familiare che vede contrapposti Rocco e la madre, intenzionati a coprire l’omicida, e i resto della famiglia unita nel volerlo denunciare.

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Luchino Visconti riesce a realizzare un’opera decadente che descrive in modo minuzioso, spesso crudo e disturbante (la sequenza dello stupro e dell’omicidio sono violenti come un pugno alla bocca dello stomaco) il contesto sociale dell’immigrazione.

Ma non lo fa attraverso una ricostruzione storica bensì avvalendosi di una definizione ed evoluzione psicologica dei personaggi di gran livello. Tutto ruota intorno all’antitesi dei due fratelli Rocco e Simone, il primo buono d’animo fino all’esasperazione, ottimista e determinato; il secondo insicuro, instabile che odia il fratello in quanto rappresenta tutto ciò che lui non riesce ad essere. La sua violenza è una violenza verso il mondo e verso se stesso in quanto consapevole della sua inettitudine. Intorno a questa dicotomia ruotano molti altri sentimenti come la nostalgia di casa come se lontani dal paese natio non si possa essere mai felici, la voglia di riscatto e il desiderio di affermazione, la presenza forte della madre matriarca sempre presente e burattinaia (con le sue idee, figlie di una mentalità chiusa e bigotta, sarà fondamentale per la svolta drammatica degli eventi).

Un film che mi ha impressionato per la magnifica realizzazione, per il sorprendente studio psicologico, per il tratteggio delle sfaccettature dell’animo umano, per le emozioni forti che mi ha fatto provare, per la sua attualità, per la ricchezza del cast e per le interpretazioni maestose di Alain Delon e Renato Salvatori.