KINGDOM. ASHIN OF THE NORTH
GENERE: horror, survivor horror, drammatico, zombie movie
ANNO: 2021
PAESE: Corea del Sud
DURATA: 92 minuti
REGIA: Seong-hun Kim
CAST: Gianna Jun, Byeong-eun Park, Si-ah Kim, Roi-ha Kim, Kyo-hwan Koo
Kingdom: Ashin of the North è il film prequel che introduce le vicende dell'omonima serie Kingdom, disponibili entrambi su Netflix. Diretta da Kim Seong-hun getta luce su come è nata l'epidemia e su alcuni fatti storici solo accennati nella serie madre. Un'ottimo capitolo integrativo, magistralmente realizzato, di questa originale saga survivor horror coreana.
Se vi state accingendo a leggere questa recensione significa che, molto probabilmente, avete già visto la serie madre e di conseguenza sapete come nasce la pandemia. Se invece ne siete ancora ignari saltate il prossimo paragrafo.
(Inizio spoiler) La malattia si origina attraverso delle piccole larve che vivono nel margine inferiore di una specifica pianta che produce fiori bellissimi e delicatissimi. Ci si infetta in due modi, o ingerendo la pianta e quindi le larve o anche solo mangiando la carne di qualche animale che vi ci si è cibato oppure creando con le foglie un macerazione che può essere usata nei più svariati modi. (Fine spoiler)
Kingdom: Ashin of the North approfondisce questo aspetto. Ci spiega come gli uomini sono venuti a conoscenza di questa pianta, di come hanno iniziato ad ammalarsi e di come l’hanno studiata nel tentativo di creare l’epidemia provando poi a controllarla per i loro scopi.
Ci troviamo anni prima rispetto agli eventi della serie madre, i territori della Corea sono stretti dalla morsa conquistatrice del Giappone da un lato e dalla tribù guerriera Pajeowi delle pianure della Manciuria dall’altro. A farne le spese è la tribù della piccola Ashin (Jun Ji-hyun) che ha la sfortuna di essere terra di confine e quindi invisa da tutti. La protagonista, ancora bambina, sarà l’unica a salvarsi dal massacro del suo popolo e della sua famiglia, la terrà in vita solo un’accecante desiderio di vendetta. Crescerà come una guerriera in seno ai suoi nemici, si fingerà devota e remissiva, subirà violenze, oltraggi e umiliazioni ma il fatidico giorno del riscatto arriverà crudele e spietato. Ashin diventerà come il fiore che è in grado di scatenare l’epidemia: delicato ma al tempo stesso mortale.
Kingdom: Ashin of the North gode come la serie madre di una fotografia suggestiva e di una messa in scena senza sbavature, di costumi incantevoli e di un cast all’altezza. Al posto del principe Chan, eroe senza macchia, troviamo Ashin, antieroina per eccelenza in pieno stile drama revenge movie.
Nel finale assistiamo all’introduzione di quello che sarà un personaggio chiave della serie ma credo di avervi svelato fin troppo e lascio la risposta alla fine dei 90 minuti di visone.
La saga di Kingdom è un progetto completo e ben strutturato che va oltre il semplice horror ma riesce ad amalgamarlo a temi sociali e contesto storico accurato, una ventata d’aria fresca per un sotto genere, quello dei morti viventi, che sembrava ormai non aver più nulla da dire.