ARRIVEDERCI AMORE, CIAO

ARRIVEDERCI AMORE, CIAO

arrivederci amore ciao i cinenauti recensioni film cinema serie tv

GENERE:         drammatico

ANNO:             2006

PAESE:            Italia

DURATA:         107 minuti

REGIA:             Michele Soavi

CAST:                Alessio Boni, Isabella Ferrari, Michele Placido, Carlo Cecchi, Alina Nedelea

Arrivederci amore, ciao. Giorgio Pellegrini è un ex terrorista rosso latitante in Sudamerica; caduto il muro di Berlino rimedia un passaporto uccidendo un amico a tradimento, rientra in Europa e grazie a un sodale rifugiatosi a Parigi trova un ergastolano disposto ad accollarsi la responsabilità dell'attentato mortale per il quale è stato condannato; ma la Digos scopre il bluff e lo ricatta costringendolo a rivelare i nomi dei compagni di un tempo; finalmente libero sarà disposto a tutto pur di ottenere la riabilitazione nel novero dei “cittadini perbene”...

Dopo una lontananza dal cinema durata più di due lustri, Michele Soavi (aiuto regista di Dario Argento, Lamberto Bava e Terry Gilliam e autore di alcune pellicole divenute col tempo dei piccoli cult come Deliria, La Chiesa, La Setta, Dellamorte Dellamore) decide di dare finalmente forma a un’idea coltivata da tempo, ossia l’adattamento del romanzo Arrivederci Amore, Ciao dello scrittore padovano Massimo Carlotto; la sceneggiatura mantiene il nucleo centrale del libro ma soprattutto non lo edulcora minimamente: l’amoralità, nascosta da un’ideologia di facciata, di tanti loschi protagonisti degli anni di piombo, il ventre bigotto e ipocrita del nord est, la “locomotiva” che prende a bordo con la stessa disinvoltura politici rampanti, affaristi e malavitosi senza scrupoli, il marcio nelle forze dell’ordine, qui non si fanno davvero sconti a nessuno.

Il film però, nonostante il sottotesto politico, ha il merito di rimanere sempre un robusto esempio di cinema di genere e di non scivolare mai nel pistolotto moralistico; così, tra fiumi di cocaina e pestaggi brutali, sesso estorto e colpi dagli esiti complicati, intimidazioni e omicidi a sangue freddo, si staglia la figura del protagonista, faccia d’angelo dal cuore di tenebra, reso in maniera convincente da Alessio Boni (tornato di recente a interpretare un personaggio altrettanto subdolo nel bel thriller di Donato Carrisi La Ragazza Nella Nebbia), che trova un’egregia spalla nel vice questore Ferruccio Anedda di Michele Placido, funzionario di polizia corrotto col quale instaura un rapporto giocato sul filo del rasoio; in ruoli più secondari abbiamo un’Isabella Ferrari dal fascino tormentato e Carlo Cecchi che tratteggia con poche battute un viscido avvocato.

Discorso a parte merita Roberta, interpretata dall’attrice rumena Alina Nedelea, classica ragazza ingenua di buona famiglia che vede in Giorgio il principe azzurro tanto sognato; si renderà conto troppo tardi di aver compiuto un errore madornale finendo così suo malgrado dentro ad un crudele gioco al gatto col topo che culminerà, sulle note di Insieme A Te Non Ci Sto Più, in un finale cinico e cattivo come raramente capita di vedere nel cinema contemporaneo.

arrivederci amore ciao i cinenauti recensioni film cinema serie tv

Michele Soavi gira con il consueto stile e la sua macchina da presa esplora spesso punti di vista inconsueti, dimostrando grande padronanza anche di fronte alle sequenze più movimentate; il film è impreziosito da varie citazioni (ricordiamo, tra le altre: Il Sergio Leone di C’era Una Volta Il West nella soggettiva della mosca; l’Elio Petri di Indagine Su Un Cittadino Al Di Sopra Di Ogni Sospetto nella scena dell’interrogatorio; il Mario Bava di Schock nel primo piano di Roberta con i capelli che fluttuano nell’aria) e da una colonna sonora che recupera alcune hit di un arco di tempo che va dai sessanta agli ottanta: oltre a quella di Caterina Caselli, il cui verso centrale che dà il titolo all’opera ricorre come un tormentone facendo parte del background emotivo del protagonista, saltiamo da La Notte di Adamo a Smoke On The Water dei Deep Purple, da Aqualung dei Jethro Tull a Shout dei Tears For Fears e She Drives Me Crazy dei Fine Young Cannibals.

Dispiace che il regista milanese non si cimenti più spesso in progetti come questo ma sia ormai focalizzato su fiction tv certamente più remunerative ma che non gli consentono di esprimere compiutamente il suo talento (purtroppo bisogna dire che anche il suo ritorno al cinema con La Befana Vien Di Notte si è rivelato deludente; forse l’esigenza di puntare a un pubblico di famiglie per gli incassi natalizi non gli ha permesso di “spingere” su toni dark e orrorifici a lui più congeniali, limitandosi ad un fantasy “innocuo” e rassicurante).

Arrivederci Amore, Ciao rimane però un grande film, e va assolutamente riscoperto anche per rimediare al torto che gli è stato fatto ignorandolo quasi completamente all’uscita nei cinema (ricordo la visione in una sala quasi deserta insieme all’amico Hannibal).