L’UOMO TIGRE
Taigā Masuku
タイガーマスク
GENERE: sportivo, drammatico, violento
ANNO: 1969 – 1971
STUDIO: Toei Animation
IDEATORE Naoki Tsuji
REGIA: Takeshi Tamiya
"L'Uomo Tigre", noto anche come "Tigerman", è un anime drammatico e violento di genere sportivo che narra la storia di Naoto Date, un giovane lottatore di wrestling professionista. La trama ruota attorno alle sue avventure, alle lotte e alle sfide che affronta mentre cerca di raggiungere il suo obiettivo: sconfiggere Tana delle Tigri, la malvagia organizzazione criminale che controlla il mondo del wrestling.
Naoto Date, un bambino orfano cresciuto nell’era post-seconda guerra mondiale, vive un momento illuminante mentre visita lo zoo con i suoi compagni orfani. Di fronte ai grandi felini, gli nasce dentro il desiderio di diventare forte come una tigre per combattere le ingiustizie che affliggono gli orfani come lui. Questa visione lo spinge a fuggire dall’orfanotrofio, sorprendendo i suoi compagni, e a incontrare un emissario della Tana delle Tigri, un’organizzazione losca che addestra wrestler da tutto il mondo sulle Alpi.
Trascorrono dieci anni di addestramento rigido, dove Naoto si trasforma in un lottatore senza scrupoli, noto negli Stati Uniti come “Diavolo Giallo”. Al suo ritorno in Giappone, continua a mostrare la sua ferocia e spietatezza. Tuttavia è succube di Tana delle Tigri che obbliga i suoi atleti a cedere metà dei loro guadagni all’organizzazione; Naoto, toccato nel cuore dai suoi ricordi di bambino, decide di ribellarsi per aiutare gli orfani della sua ex scuola con i suoi proventi. Inizia così una serie interminabile di pericolose battaglie contro i più violenti lottatori mandati dalla Tana delle Tigri, desiderosi di punirlo con la morte per il tradimento: l’ordine infatti è quello di ucciderlo, facendolo soffrire, sul ring. Uomo Tigre lotta con determinazione per liberarsi da questa rete criminale, partecipando anche a Campionati Mondiali di wrestling e affrontando spesso lottatori che adottano le tattiche più sleali. Nell’epica lotta finale con il capo della Tana delle Tigri, che scende personalmente in campo dopo il fallimento dei suoi emissari, la maschera di Tigerman gli viene strappata via dal viso. In un momento di rabbia intensa, Naoto Date uccide il capo con una furia violenta, portando alla fine dell’organizzazione criminale. Nel finale lo vediamo darsi alla fuga senza far sapere più nulla di se.
Per chi come me ha vissuto a cavallo degli anni ’70/’80 L’Uomo Tigre non è un semplice anime, è stato un compagno, un amico, una presenza costante nei nostri giochi di bimbo… ricordo ancora il grande peluche a forma di orso con cui lottavo per ore simulando di essere il grande lottatore mascherato. All’epoca i cartoni animati li guardavo sui canali locali, Junior Tv per l’esattezza, iniziava la programmazione a metà pomeriggio e se ti perdevi qualche puntata potevi recuperarla la mattina dopo, quando ripetevano il palinsesto del giorno prima. Alla faccia del moderno on-demand…
A quell’epoca gli anime erano un concentrato di emozioni… erano epici, dotati di grande profondità emotiva, ricchi di pathos, di senso del sacrificio, di abnegazione alla propria causa, trasudavano nobiltà di sentimenti ed eroismo e poi gli scontri, le battaglie, le esagerazioni, gli elementi iconici, i colpi di scena inaspettati… abbondavano di drammaticità, forse troppa per quella manciata di anni che avevamo. Ecco, penso che Tigerman sia forse la serie animata che meglio rappresenti quell’epoca e quel modo di raccontare storie.
La prima serie è composta da 105 puntate, tutte autoconclusive, ma tenute insieme dalla storia di Naoto Date, un personaggio magistralmente costruito che, dopo essersi fatto travolgere dalla rabbia per un’esistenza sfortunata si impegna nella sua catarsi per correggere i propri errori, dedicandosi al bene degli altri e dimostrando il valore della lealtà, della generosità e della solidarietà. È proprio in questa complessa interazione di opposti, dove forza e violenza si infrangono contro sensibilità e debolezza, che si trova l’elemento vincente di questa serie. Per non parlare poi delle “special guest”, personaggi reali come Antonio Inoki, il Gigante Baba, Michiaki Yoshimura, Seiji Sakaguchi, Kintaro Ohki e Shikina Oki che si mescolano ad altri di fantasia diventati iconici come Mister X, Re delle Tigri, Tigre Nera, Grande Tigre e molti alti, sempre sopra le righe ma credibili nel loro eccesso.
Mi capita di leggere commenti critici sulla poca accuratezza delle animazioni… in primis bisogna tener conto che parliamo di un prodotto targato 1969, poi, onestamente, quella tecnica così “grezza” si sposa benissimo con la drammaticità degli eventi ma soprattutto L’Uomo Tigre è un’opera di così alto spessore che gli si può perdonare tutto.
L’anime prende vita dall’omonimo manga disegnato dal Maestro Naoki Tsuji – autore anche di una biografia romanzata del Gigante Baba, uno dei più grandi fenomeni del pro-wrestling nipponico – suddiviso in 14 volumi usciti tra il 1968 e il 1971. A questa prima serie ne seguì una seconda nel 1981, Uomo Tigre II, e una terza nel 2016, Tiger Mask W, vero sequel ufficiale della prima.