DRAGGED ACROSS CONCRETE
DRAGGED ACROSS CONCRETE
GENERE: thriller, azione
ANNO: 2018
PAESE: USA, Canada
DURATA: 159 minuti
Regia di:
Cast principale:
Già distintosi con i notevoli Bone Tomahawk e Cell Block 99, l'americano Craig Zahler torna con Dragged Across Concrete che ad oggi si può considerare il suo film più compatto e maturo.
Craig Zahler è uno di quei registi che prendono il genere e lo sabotano dall’interno: nella sua opera prima partiva dal western crepuscolare per giungere ad inaspettati risvolti horror-zombie; nella seconda quello che sembrava un tradizionale prison-movie degenerava a poco a poco in un’escalation di ultraviolenza splatter condita di humour nero e personaggi sopra le righe.
Dragged Across Concrete è invece un poliziesco-noir metropolitano: seguiamo le storie parallele di Henry Johns (Tory Kittles), delinquente di mezza tacca il quale, appena uscito di prigione, si fa coinvolgere in un colpo organizzato da un misterioso personaggio, e dei due poliziotti Brett Ridgeman (Mel Gibson) ed Anthony Lurasetti (Vince Vaughn), sospesi dal servizio per aver usato le maniere forti durante un arresto (nel ruolo del loro capo c’è un cameo di Don Johnson) e perciò spinti a prendere una decisione che potrà dare una svolta alle loro vite, anche a prezzo dell’illegalità…
Colpisce subito l’accuratezza con la quale sono tratteggiati i personaggi: niente buoni e cattivi o figurine utili soltanto per far progredire la narrazione, ma esseri umani complessi, con le loro situazioni familiari difficili, le loro idiosincrasie, gli sbalzi di umore, i dilemmi morali; individui letteralmente “trascinati nel cemento” (come suggerisce il bel titolo), costretti cioè a muoversi in una giungla urbana dove vige la legge del più forte (metafora ribadita più volte nel corso della pellicola attraverso videogiochi e documentari che mostrano animali feroci nel loro habitat); il film diventa così anche una lucida fotografia della società americana contemporanea, impregnata di violenza e sopraffazione, anestetizzata dal politicamente corretto e sorvegliata costantemente dal
grande fratello elettronico (cellulari e videocamere sono veri e propri coprotagonisti, decisivi per le svolte della trama).
Per almeno due terzi della sua lunga durata Dragged Across Concrete ha un ritmo lento e cadenzato perchè si focalizza quasi esclusivamente sulle procedure: assistiamo a vari preparativi, ad appostamenti, a scene di normale vita quotidiana come l’acquisto di un regalo o di uno spuntino; il massimo dell’azione lo si raggiunge con un paio di cruente rapine compiute da uomini mascherati, delle quali capiremo il senso più avanti.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, non c’è un attimo di noia: merito di una sceneggiatura ben calibrata, di dialoghi taglienti ed ironici (anche piuttosto audaci, visti i chiari di luna…) e di interpreti che donano spessore e carisma ai personaggi; sono i momenti del film più esplicitamente tarantiniani, dove ci ritroviamo, ad esempio, in auto con Brett ed Anthony che tengono d’occhio un palazzo e intanto parlano a ruota libera… Poi si mette in moto un segmento più accostabile a un Mann e a un Friedkin d’annata, un Vivere e Morire a Los Angeles meno adrenalinico: c’è qualcosa di grosso in ballo, bisogna seguire la refurtiva e fare ciò che va fatto, ormai i patti sono chiari e l’amicizia resisterà nonostante tutto.
A un certo punto parte un inciso geniale, che sembra avulso da tutto il resto: vediamo una madre (Jennifer Carpenter, la sorella di Dexter) disperata perchè deve tornare al lavoro e lasciare il figlio nato da poco; il marito, visibilmente infastidito, quasi le chiude la porta in faccia, richiamandola al dovere; alla fine la donna giura di andare se solo potrà toccare il bambino per un altro istante: viene accontentata, si porta via un calzino del piccolo, poi scende e raggiunge la banca nella quale è impiegata; inutile dire cosa succederà pochi istanti dopo in quella banca…
Da qui in avanti ritroviamo anche quegli scoppi di violenza improvvisi e deflagranti tipici del cinema di Zahler, che raggiungeranno il culmine (con risvolti anche piuttosto macabri) durante la beffarda resa dei conti finale dal sapore quasi western (dove fa di nuovo capolino Quentin Tarantino…).
Con Dragged Across Concrete Craig Zahler si conferma tra gli autori più validi del nuovo cinema indipendente americano; speriamo davvero che quest’opera, presentata a Venezia ma ancora inedita, abbia presto una distribuzione nei nostri cinema.