RAPE ZOMBIE: LUST OF THE DEAD

RAPE ZOMBIE: LUST OF THE DEAD

Rape zombie lust of the dead i cinenauti recensioni film serie tv cinema

GENERE:         horror disturbante, commedia, azione, porno

ANNO:             2012

PAESE:            Giappone

DURATA:         83 min

REGIA:            Naoyuki Tomomatsu

CAST:              Rina Aikawa, Yui Aikawa, Kazuyoshi Akishima, Asami, Saya Kobayashi, Alice Ozawa, Takeshi Nakazawa

Un'inspiegabile epidemia colpisce il Giappone e trasforma gli uomini in zombie stupratori assetati di sesso, quattro ragazze cercano di sopravvivere con tutti i mezzi a loro disposizione, riusciranno a salvarsi? "Rape Zombie: lust of the dead" non è solo un j-horror porno gore diretto da Naoyuki Tomomatsu ma una vera e propria denuncia sociale.

Un’improvviso virus colpisce il mondo ma solo gli uomini si infettano trasformandosi in zombie il cui unico desiderio non è mangiare cervelli bensì fare sesso; attaccano in massa ogni donna che gli si pari davanti e ne abusano fino al raggiungimento dell’orgasmo che provoca una morte istantanea della vittima. Quattro ragazze in fuga si ritrovano in un tempio shintoista fuori città, inizia quindi la loro strenua resistenza fino al drammatico epilogo finale che però non chiude la porta in faccia ad uno spiraglio di positività.

Non si trovano molte recensioni su questo “Rape Zombie: lust of the dead” diretto da quel folle pervertito di Naoyuki Tomomatsu – autore del più famoso “Vampire Girl vs Frankenstein Girl”, “Stacy” e svariati porno – e tutte si soffermano sul gore, sugli effetti speciali pratici che lasciano spesso a desiderare, sui peni tagliati, sul ridicolo di certe sequenze e così via… certo è che siamo di fronte ad un film dal basso budget in pieno stile gore giapponese, con secchiate di sangue e palate di carne umana smembrata, talmente ridicolo in certi passaggi da rendere comiche situazioni che tutto hanno meno che della comicità. In più l’erotismo che accompagna di solito queste pellicole nel suddetto caso è vero e proprio porno.

 

Quello su cui io voglio soffermarmi è la mia personale interpretazione poichè siamo davanti ad un film politicamente scorretto che spara a zero su diversi temi senza risparmiare nessuno.

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L’opera di apre con una donna intenta nelle faccende domestiche che viene aggredita, picchiata e stuprata dal marito, sullo sfondo un televisore con una giornalista che concitatamente ci informa di un’epidemia che improvvisamente sta colpendo il genere maschile trasformandolo in zombie il cui scopo è violentare donne fino ad ucciderle. La povera moglie nel frattempo reagisce ed evira il marito con una forbice da sarta. Qui sorge spontaneo il classico interrogativo che ci portiamo dietro fin dal primo “morto vivente” portato sullo schermo da George Romero: chi è il mostro, l’essere umano o il non morto? Ma abbiamo anche un altro spunto, la donna che si ribella e sopravvive…

Il main theme è quindi il machismo con il suo desiderio morboso di sottomissione della donna. L’uomo viene descritto alla stregua di un mostro senza cervello, guidato solo dall’impulso sessuale e infatti basta semplicemente evirarlo per annientarlo; la donna invece è coraggiosa e determinata, tutte e quattro le protagoniste provengono da un passato di abusi ma tutte, nessuna esclusa, ha la forza di reagire. Vi è anche una metafora molto forte della “tossicità” del maschio, quando lo zombie eiacula nella povera malcapitata di turno, essa muore così come qualsiasi donna abusata nella realtà “muore dentro”, nell’anima. Ho trovato questo parallelismo veramente calzante. Un altro messaggio forte arriva quando un bambino, zombie pure lui, cerca di possedere la propria madre: se non si educano le nuove generazioni al rispetto, la società non cambierà mai. Neanche le donne vengono però risparmiate dalla feroce critica, è il caso del povero otaku, totalmente disinteressato al sesso e quindi non trasformato ma talmente provocato dall’esplosiva Kanae,. che voleva a tutti i costi avere un rapporto sessuale con lui, da subire anch’esso la mutazione.

Altri attacchi arrivano alla mentalità tutta nipponica di morire per il lavoro e di mettere l’efficienza al di sopra di qualsiasi altro valore e viene chiamata in causa anche la vicina Corea del Nord con la sua fissazione per l’atomica, non vengono risparmiati neanche gli americani definiti come il popolo più dipendente dal sesso.

Interessante il siparietto di alcuni scienziati che parlano alla tv dove, tra strampalate teorie sull’evoluzione e sulla civilizzazione, tirano fuori un altro bel parallelismo tra l’uomo che violenta la donna così come violenta il pianeta portandolo alla rovina. E se l’epidemia fosse solo “evoluzione” con la conseguente fine del mondo come lo conosciamo?

Nel finale Naoyuki Tomomatsu scomoda addirittura la Madonna trasformando la giovane Momoko in una novella Vergine Maria (vergine non più…), unico essere puro di tutta la vicenda darà alla luce il figlio che redimerà l’essere umano.

Come vedi dietro a tutta la violenza messa in scena ci sono un bel po’ di valutazioni da fare e sotto quest’ottica “Rape Zombie: lust of the dead” acquista anche un senso.

Piccola curiosità, tutte le attrici provengono dal mondo del porno e su tutte spicca Asami Sugiura una delle porno star del Sol Levante più conosciute; leggende narrano che le scene di sesso del film siano state girate realmente e non simulate, le scene di back stage alla fine del film sembrano disattendere questa versione ma non ci metterei la mano sul fuoco, il sesso è molto esplicito e si nota la mano esperta del regista abituato a quel genere di riprese.

Consigliato agli stomaci forti, a chi riesce a reggere bene la visione delle violenze sulle donne e non si fa impressionare da sangue e carne che vola. Per tutti gli altri statene alla larga, non a caso il film è bandito in molti paesi.

John il boia Ruth

Sono Gilberto, alias John il boia Ruth, la mente che ha dato forma a questo progetto. Nella vita mi occupo di web: dal marketing alla grafica, dalla progettazione di siti ai Social Network. Ne I Cinenauti ho voluto fondere il mio lavoro, che amo, con la mia più grande passione, il cinema. Prediligo gli horror, meglio se estremi e disturbanti, i thriller, i fantasy e i film d'azione. Insomma divoro qualsiasi cosa cercando di non farmi condizionare dai pregiudizi.