DELITTI PRIVATI
GENERE: poliziesco, thriller, drammatico
ANNO: 1993
PAESE: Italia
DURATA: 4 episodi (miniserie tv)
REGIA: Sergio Martino
CAST: Edwige Fenech, Ray Lovelock, Vittoria Belvedere, Athina Cenci, Alida Valli
Delitti privati è una miniserie televisiva thriller italiana anni 90 diretta da Sergio Martino. La scoperta del cadavere dell'imprenditore Marco Pierboni sconvolge l'intera città di Lucca... ma questo sarà solo l'inizio.
Siamo a Lucca: l’imprenditore Marco Pierboni viene ritrovato cadavere davanti alla sua fabbrica, ucciso a colpi di pistola; contestualmente scompare Sandra Durani, figlia della giornalista francese Nicole Venturi, corrispondente dalla città toscana di un giornale romano; il corpo senza vita della ragazza, giorni dopo, sarà scoperto sul greto di un fiume. Mentre vari personaggi cominciano a ricevere delle lettere anonime da qualcuno che sembra conoscere molto bene i loro torbidi segreti, le indagini, coordinate dal commissario Avanzo, imboccano una pista che sembra promettente, riconducibile a Paolo Roversi, l’ex fidanzato di Sandra; il ragazzo riesce a fuggire prima di essere arrestato e si dà alla latitanza, certo di poter provare la propria innocenza: anch’egli, però, viene freddato all’interno della villa di campagna abbandonata della famiglia Pierboni, nella quale aveva dato appuntamento a qualcuno. Saranno infine Nicole e il collega Andrea Baresi a dipanare la matassa e a dare un volto all’insospettabile assassino…
Il rapporto umano e professionale tra Edwige Fenech e la “factory” dei fratelli Luciano (del quale è stata anche compagna di vita) e Sergio Martino ha marchiato a fuoco, lungo tutto l’arco degli anni settanta, il cinema bis italiano, con opere chiave nell’ambito del thriller e della commedia sexi come Lo Strano Vizio Della Signora Wardh, Tutti I Colori Del Buio, Il tuo Vizio è Una Stanza Chiusa E Solo Io Ne Ho La Chiave, Giovannona Coscialunga Disonorata Con Onore ecc.; curiosamente è ambientato a Lucca un film del 1978 prodotto da Luciano Martino e diretto da Michele Massimo Tarantini, L’Insegnante Viene A Casa, nel quale la procace attrice franco-algerina, nei panni di una docente di pianoforte, arriva in città per stare vicina al suo fidanzato (il candidato sindaco Bonci Marinotti, interpretato da Renzo Montagnani), il quale però ha omesso di rivelarle di essere sposato; da lì naturalmente scaturisce la solita giostra degli equivoci.
Chissà se la Fenech si è ricordata di quella esperienza nel momento in cui, nei primi anni novanta, passata dall’altra parte della barricata, ossia in veste di produttrice per conto della Rai, ha messo in piedi questo sceneggiato in quattro puntate, riservandosi il ruolo di protagonista e chiamando dietro la macchina da presa il vecchio sodale di tante battaglie.
Sia come sia, Lucca si rivela una location perfetta per girare questa storia di intrighi provinciali – scritta da due collaudati sceneggiatori come Laura Toscano e Franco Marotta – che si sviluppa come un classico giallo all’italiana, toccando suggestioni legate al fantastico (la sensitiva, le sedute spiritiche, il fantasma della villa) e aggiungendone alcune più contemporanee (evidenti sono i rimandi alla serie cult I Segreti Di Twin Peaks, uscita giusto un paio di anni prima, sia nel tema musicale di Natale Massara, che ha chiare assonanze con quello celeberrimo di Badalamenti, sia in particolare nella sequenza del ritrovamento del cadavere di Sandra che rimanda apertamente a quello di Laura Palmer): la ricetta prevede insomma tutti quegli umori dei quali si è sostanziato questo fortunato filone del nostro cinema (e anche della nostra tv: si pensi ad esempio a una serie capolavoro come Il Segno Del Comando di Daniele D’Anza), dando modo a Martino di riprendere un discorso mai realmente interrotto; la “mano” infatti è sempre quella del maestro di tante pellicole indimenticabili, e la si avverte tutta nella cura dei dettagli, nella scelta delle soggettive, nei fluidi piani sequenza, nelle auto-citazioni e negli omaggi più o meno scoperti ad altri pilastri di quell’ineguagliabile periodo.
Forte di questa coerenza stilistica, Delitti Privati, lungi dall’essere un prodotto televisivo piatto e standardizzato, si configura quindi come un vero e proprio lungo film diviso in quattro atti, che affascina lo spettatore dal punto di vista visivo e lo depista con un plot ingarbugliato ma anche alla fine piuttosto solido (e con una soluzione tutt’altro che scontata). Merito anche di un cast eterogeneo, che sembra fatto apposta per far incontrare quasi tre generazioni di attori: già detto di una Fenech sempre bellissima ed autrice di una prova intensa, accanto ad allora giovani promesse come Lorenzo Flaherty, Vittoria Belvedere, Stefano Nosei, Cinzia De Ponti, troviamo professionisti navigati come Ray Lovelock, Paolo Malco, Athina Cenci, Carlo Monni, e poi addirittura una serie di vecchi leoni dal notevole curriculum internazionale (Annie Girardot, Jacques Perrin, Alida Valli, Laurent Terzieff, Gabriele Ferzetti).
Insomma, se siete stufi di certa serialità televisiva odierna intrisa di banalità e di politicamente corretto, sappiate che c’era un tempo in cui anche mamma Rai tirava fuori prodotti di tutto rispetto, perciò andatevi a recuperare senza indugio Delitti Privati e mettetevi comodi…