FEAR STREET SAGA (1994 – 1978 – 1666)

FEAR STREET SAGA

Fear street saga i cinenauti recensioni film serie tv cinema

GENERE:                 horror, thriller, slasher

ANNO:                     2021

PAESE:                    USA

DURATA:                 107, 109, 12 minuti

REGIA:                    Leigh Janiak   

CAST:                    Kiana Madeira, Elizabeth Scopel, Gillian Jacobs, Benjamin Flores Jr, Julia Rehwald, Sadie Sink, Matthew Zuk, Emily Rudd

Fear Street è una saga di film slasher horror composta da tre capitoli (Fear Street 1994, Fear Street 1978 e Fear Street 1666) tratti dagli omonimi racconti di R. L. Stine, scrittore noto per la serie di libri per ragazzi Piccoli Brividi. Gli eventi narrano di un’antica maledizione, lanciata all’epoca delle persecuzioni delle streghe, che si ripercuote ciclicamente nel futuro legando i tre film tra loro con una solida linea temporale. Il prodotto è visibile sulla piattaforma streaming Netflix.

Fear street 1994 i cinenauti recensioni film serie tv cinema

FEAR STREET PARTE 1: 1994

Shadyside e Sunnyvale sono due cittadine adiacenti che rappresentano tuttavia due realtà totalmente contrapposte. Come in una classica dicotomia tra bene e male, Shadyside è popolata da abitanti dediti al vizio, senza speranza e che sopravvivono nella povertà grazie all’arte dell’arrangiarsi mentre Sunnyvale è il tripudio della ricchezza, del benessere e della realizzazione personale e professionale. Queste condizioni diverse sono la causa di una feroce rivalità che neanche i fatti di cronaca nera più atroci riescono a placare. Shadyside infatti è ciclicamente presa d’assalto dai suoi stessi abitanti che impazziscono e si abbandonano a cruente stragi; la colpa di tutto ciò viene fatta ricadere su un’antica maledizione lanciata da Sara Fier, strega uccisa, ancora in giovane età, nel 1600 durante una persecuzione. L’ennesimo fatto di sangue, un massacro in un centro commerciale, spinge un gruppo di adolescenti ad indagare sui trascorsi passati e sulla veridicità della leggenda trascinandoli in un turbine di sangue (tanto sangue) e massacri.

Come si evince dal titolo ci troviamo in pieno 1994 e la regista Leigh Janiak è estremamente abile nel ricreare minuziosamente gli anni ‘90 anche nella stessa regia che riprende lo stile dell’epoca. Il supporto musicale è notevole, passiamo dai Prodigy ai Radiohead, dai Cypress Hill agli Iron Maiden, dai Bush ai Cowboy Junkies. Diciamo che l’effetto nostalgia, per chi come ma ha vissuto quegli anni, è assicurato.
Questo primo capitolo è fortemente ispirato a Scream di Wes Craven, con il classico assassino mascherato armato di coltello, goffo, a volte comico ma determinato. Piccola chicca per gli amanti delle citazioni, il travestimento del killer è lo stesso usato da Johnny Lawrence in Karate Kid.

Fear street 1978 i cinenauti recensioni film serie tv cinema

FEAR STREET PARTE 2: 1978

Il secondo capitolo, che si riallaccia temporalmente al primo grazie al racconto di una sopravvissuta entrata in scena al termine della storia, ci catapulta nel 1978 durante il rituale campeggio estivo che ha come evento clou la sfida tra i ragazzi delle due fazioni cittadine che, neanche a dirlo, vede sempre vittorioso Sunnyvale. Le cose però degenerano quando la strega Sarah Fier si impossessa dell’anima di un supervisore che, armato di ascia, da vita al suo personale bagno di sangue e scempio di giovani corpi. Passaggio obbligato che permette ai sopravvissuti del primo capitolo di approfondire le conoscenze sul maleficio e di scoprire come annullarlo.

Come nel primo capitolo lo stile registico si adatta al periodo storico, in questo caso gli anni ‘70; stessa cosa vale per l’aspetto musicale che raccoglie alcuni dei pezzi cult dell’epoca. La trama quindi si infittisce e, sebbene alcuni dettagli mi lascino un po’ perplesso, questa seconda parte da maggior spessore alla narrazione globale. Se in 1994 il riferimento era il cult di Craven, questa volta ci troviamo davanti ad una rivisitazione intelligente della saga di Venerdì 13.

Fear street 1666 i cinenauti recensioni film serie tv cinema

FEAR STREET PARTE 3: 1666

Questo terzo capitolo di Fear Street è ulteriormente divisibile il due atti.

Il primo ci proietta nel 1666 in piena caccia alle streghe e ci svela la storia di Sarah Fier e l’origine della sua maledizione. Sarah è una ragazza rea di essersi innamorata di una sua coetanea in una piccola comunità puritana e bigotta. La sua relazione peccaminosa è additata come la causa delle sventure che hanno iniziato a flagellare senza sosta il villaggio; come accade quando l’ignoranza impera tutto ciò che è incomprensibile è demoniaco e Dio si diverte a punire, per il peccato di una persona, una comunità intera. Ma la causa scatenante di tali calamità non sono la giovane Sara e la sua amante bensì, neanche a dirlo, il più integerrimo abitante del villaggio che ha stretto un patto col Diavolo per suo interesse personale. Da questo malefico accordo traggono vita sia la maledizione che i destini opposti di Shadyside e Sunnyvale.

Per la tematica del cieco bigottismo e per i riferimenti storici la fonte di riferimento è senza ombra di dubbio The Witch di Robert Eggers ma, se nel film di Eggers ci immergiamo pienamente nello spirito dell’epoca, qui lo stile registico di Leigh Janiak resta invariato rispetto ai due precedenti film e risulta inadatto rendendo 1666 poco credibile e più simile ad una recita in costume. Sensazione amplificata dall’utilizzo dello stesso cast in ruoli diversi.

Il secondo atto ci riporta nel 1994 dove i protagonisti, ormai consapevoli su come annullare la maledizione e ristabilire il giusto corso della storia, si tuffano in un’orgia di sangue e morte nuovamente in pieno stile slasher ‘90.

Mentre Fear Street 1994 e Fear Street 1978 sono puro e sanguinoso intrattenimento, Fear Street 1666 si tinge di connotati politici ergendosi a difesa dell’amore libero al di là del sesso e dell’identità di genere. Purtroppo la tematica viene affrontata con banalità e senza fornire nessun nuovo spunto significativo di riflessione, anzi alcune scelte narrative risultano poco comprensibili; se da un lato l’ignoranza del villaggio medievale simboleggia chiaramente la ritrosia della società moderna nei confronti del mondo LGTBQ mi risulta difficile comprendere la scelta di paragonare al demonio l’unico personaggio che comprende ed approva l’unione saffica tra le due giovani donne.

Sebbene mi sia avvicinato con scetticismo a questo trittico devo ammettere che alla fine mi ha colpito positivamente. La genialità di adattare lo stile registico alle epoche della narrazione, l’accuratezza nella ricostruzione dei periodi storici, le scelte musicali e la fusione temporale degli eventi lo rendono un prodotto dotato di una sua personalità e non un mero esercizio citazionista. Sebbene crolli un po’ nel finale è una saga assolutamente gradevole e che riesce ad intrattenere.

John il boia Ruth

Sono Gilberto, alias John il boia Ruth, la mente che ha dato forma a questo progetto. Nella vita mi occupo di web: dal marketing alla grafica, dalla progettazione di siti ai Social Network. Ne I Cinenauti ho voluto fondere il mio lavoro, che amo, con la mia più grande passione, il cinema. Prediligo gli horror, meglio se estremi e disturbanti, i thriller, i fantasy e i film d'azione. Insomma divoro qualsiasi cosa cercando di non farmi condizionare dai pregiudizi.