I CORPI PRESENTANO TRACCE DI VIOLENZA CARNALE

GENERE: horror, thriller
ANNO: 1973
PAESE: Italia
DURATA: 89 minuti
REGIA: Sergio Martino
CAST: Suzy Kendall, Tina Aumont, Luc Merenda, John Richardson, Roberto Bisacco, Ernesto Colli, Angela Covello
Ambientato in gran parte a Perugia, location abbastanza inconsueta ma estremamente azzeccata, ‘I corpi presentano tracce di violenza carnale’, più noto all’estero col titolo alternativo ‘Torso’, è un giallo che non lesina su sesso e violenza, considerato un antesignano, insieme a ‘Reazione a catena’ di Mario Bava, del genere slasher, diffusosi soprattutto a partire dagli anni ‘80. Dopo la prima parte, di più ampio respiro, ambientata in città, l’azione si sposta tra Abruzzo (l’angusto paesino di campagna in cui si svolge la seconda parte del film è Tagliacozzo, nei pressi di L’Aquila) e Lazio (le cascate di Montegelato, l’Agro Pontino e Corcolle, a pochi km da Roma), usando un ristretto numero di personaggi. La pellicola, uscita nel 1973, ottenne ottimi riscontri di critica e pubblico, anche a livello internazionale, ed è, ad oggi, una delle più famose regie di Sergio Martino, anche se non quella che egli stesso ama di più visto che ha più volte affermato di preferire il precedente ‘La coda dello scorpione’.
Un misterioso individuo mascherato uccide una coppia di studenti appartata in auto, infierendo poi sul cadavere della giovane Flo Nicholson. Di lì a poco la stessa sorte tocca ad un’altra giovane studentessa, Carol, sorpresa in aperta campagna all’uscita da una festa hippie alla quale si era recata con due ragazzi, dopo aver avuto una discussione con l’amante, di diversi anni più anziano di lei. E’ quindi il turno di un ambulante, che ha riconosciuto l’omicida da un foulard che gli ha venduto, ed ha quindi tentato di ricattarlo.
I sospetti della polizia ricadono inizialmente su Stefano, spasimante non corrisposto di Daniela, amica delle due giovani uccise, la ragazza, vittima anche di alcune minacce telefoniche anonime, decide quindi di allontanarsi dalla città quando il sospettato scompare improvvisamente. Daniela viene inviata dal ricco zio, che la ospita in città e che si deve recare all’estero per impegni lavorativi, nella sua villa di campagna insieme ad alcune amiche, per allontanarla più possibile dal potenziale pericolo. Daniela affronta il viaggio in treno con le amiche Katia ed Ursula ed incontra per caso nello scompartimento un giovane ed affascinante medico, Roberto. Le tre ragazze vengono raggiunte il giorno successivo in auto da un’altra amica, Jane, che però si sloga una caviglia e quindi non partecipa ad una escursione al fiume, dove Daniela crede di vedere Stefano, nascosto nella boscaglia.
Al suo risveglio, dopo un lungo sonno causato dalle medicine datele da Roberto, Jane trova le tre amiche trucidate in salotto e riesce a nascondersi mentre l’assassino, tornato alla casa dopo aver seppellito il cadavere di Stefano, inizia a fare a pezzi le povere ragazze per farle sparire, ignorando che in casa sia presente una quarta persona. Risolutivo a favore di Jane
si rivelerà l’intervento di Roberto che, accortosi della prolungata assenza delle ragazze, tornerà alla villa prima di lasciare il paese.

Il film di Sergio Martino, scritto dal consueto collaboratore Ernesto Gastaldi, subisce una evidente influenza di matrice Argentiana, che traspare da molte piccole cose, il trauma infantile, le bambole, la mano guantata, le numerose soggettive, il dettaglio ingannatore (il foulard, che è poi la chiave della soluzione del mistero), a questo unisce una componente erotica piuttosto accentuata, a partire dal titolo, modificato dalla produzione nonostante il dissenso del regista, che in origine lo voleva intitolare ‘I corpi non presentano tracce di violenza carnale’, per sottolineare l’impotenza e il cieco odio per le donne che si celano dietro la violenza dell’assassino.
Il cast annovera un eterogeneo gruppo di attori europei relativamente conosciuti, i più famosi sono i britannici Suzy Kendall e John Richardson mentre il francese Luc Merenda muoveva in quegli anni i primi passi di una carriera destinata a diventare piuttosto importante, sviluppatasi soprattutto in Italia, e la sua affascinante connazionale Tina Aumont affrontava già quei demoni che non solo limitarono la sua carriera, ma la portarono anche ad una prematura scomparsa. La pattuglia italiana, guidata da Carla Brait, Angela Covello, Roberto Bisacco ed il doppiatore Luciano De Ambrosis nel ruolo del commissario di polizia, è destinata invece a ruoli di secondo piano.
E’ curioso osservare come i protagonisti del film, giovani studenti d’arte stranieri, e l’ambientazione, l’Università per stranieri di Perugia, anticipino per certi versi un caso di cronaca nera realmente accaduto, l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher del 2007, avvenimento al quale peraltro Ruggero Deodato si è ispirato per il suo recente film ‘Ballad in blood’.