HAGAZUSSA - LA STREGA
HAGAZUSSA - LA STREGA
GENERE: horror
ANNO: 2017
PAESE: Germania, Austria
DURATA: 102 minuti
REGIA: Lukas Feigelfeld
CAST: Aleksandra Cwen, Claudia Martini, Tanja Petrovsky, Haymon Maria Buttinger, Thomas Petruo
Hagazussa in alto-tedesco antico significa "strega" e ci è subito chiaro di cosa parla questa opera prima di Lukas Feigelfeld. Siamo di fronte ad un horror atipico che abbraccia diversi generi e ci regala un'esperienza visiva ed emozionale unica ed originale. Da molti avvicinato a The Witch per l'argomento trattato, restano a mio avviso due opere ben distinte.
La protagonista di questa storia è Albrun e ne seguiamo le fasi della vita, suddivisa in quattro capitoli.
Ombre. La piccola Albrun vive isolata con sua madre ai margini del bosco allevando capre. Il paese le ripudia, le accusa di stregoneria e le vessa con continue minacce di bruciarle vive. Un giorno l’adulta si ammala di peste e la bambina è così costretta ad accudire la sua genitrice e se stessa diventando subito adulta nonostante la giovane età. Una notte la donna malata sparisce nel nulla.
Corno. Sono passati 15 anni e ritroviamo Albrun ormai donna e madre di Martha, poco più che neonata. Continua ad allevare capre e l’odio verso di lei da parte degli abitanti del paese è più vivo che mai; tutti la deridono e la insultano ad eccezione di Swinda, che sembra esserle amica e confidente ma è solo un’infido inganno figlio della più efferata cattiveria. La donna, dopo aver carpito la fiducia della ragazza, la getta tra le braccia di un rozzo contadino che ne abusa e ne ruba tutte le capre lasciandone solo una squartata. Accecata dall’odio e dalla brama di vendetta, Albrun inquina le acque della fonte che rifornisce il paese con un ratto morto e vi urina dentro con l’intento di avvelenare tutta quella gente che le ha sempre fatto del male. Si rinchiude poi in casa e trascorre il tempo tra deliri e follia.
Sangue. Il giorno seguente il paese è una catasta di morti infetti e di malati; mentre Albrun fa rientro alla sua abitazione attraversando il bosco, trova dei funghi e se ne nutre ignara delle conseguenze che ne deriveranno. Il suo viaggio in preda alla schizofrenia e alle allucinazioni ha inizio e la porterà a…
Fuoco. …risvegliarsi in casa in compagnia di un serpente e della piccola Martha morta. La follia ormai è senza possibilità di ritorno e la strada verso il più drammatico degli epiloghi spianata.
Frutto di uno studio sulle tradizioni del folklore austriaco da parte di Lukas Feigelfeld, Hagazussa è un film inquietante ed angosciante che ha l’intento di indagare la psicologia di una donna come le altre marchiata dalla società col timbro della stregoneria; ma lei una strega non la è!
Fin dalle prime battute si comprende che non è un film adatto a tutti, non siamo di fronte al classico horror banale da botteghino; assistiamo bensì ad un dramma potente, all’evoluzione psicologica di da una donna da bambina ad adulta, al suo dolore fino alla pazzia. Una pazzia creata dalla società in cui la protagonista vive, dal bigottismo, dalla chiusura mentale, dall’ignoranza che l’hanno portata a credere di essere ciò che lei non era; l’influenza sociale e gli stereotipi ci portano a modificare noi stessi secondo le aspettative che ci vengono imposte; in questa storia ci troviamo nel Medioevo ma quante volte, quotidianamente, siamo vittime e carnefici di questo insano gioco psicologico?
L’ignoranza genera mostri e le azioni di questi creano a loro volta altri mostri dalle loro vittime in un circolo vizioso senza fine.
Hagazzusa è un’opera d’arte: la fotografia è un costante susseguirsi di sapienti pennellate di luce spalmate su una tela di oscurità, i dialoghi sono ridotti all’essenziale in modo tale da far convergere la nostra attenzione sui dettagli, elemento fondamentale per comprendere la narrazione, l’interpretazione di Aleksandra Cwen è sublime ed ogni suo urlo di dolore è un pugno alla bocca del nostro stomaco.
Con l’interrogativo se il vero male risieda nella “strega” o in chi si autoproclama giudice vi consiglio di vedere questo capolavoro dal titolo “Hagazussa” e di aprire la mente ai significati potenti che esso racchiude.