MEN BEHIND THE SUN
GENERE: Horror estremo, guerra, drammatico, gore
ANNO: 1988
PAESE: Cina
DURATA: 95 min
REGIA: Tun-Fei Mou
CAST: Gang Wang, Dai Yao Wu, Runshen Wang, Zhe Quan, Zhaohua Mei
"Men Behind the Sun", diretto dal regista cinese T.F. Mou nel 1988, è probabilmente il film di guerra più controverso e disturbante che sia mai stato realizzato. Se hai trovato raccapriccianti gli esperimenti dei folli scienziati nazisti, con quest'opera andiamo ben oltre... ed è storia vera!
Il film si apre con l’arrivo di un gruppo di giovani reclute giapponesi all’Unità 731 in Manciuria, nella Cina occupata. Questi ragazzi, appena arruolati, vengono presentati come innocenti e patriottici, ignari degli orrori dei quali saranno testimoni. Tra di loro emerge il protagonista, un soldato che diventa gli occhi attraverso i quali il pubblico vive gli eventi.
Le reclute vengono pian piano introdotte alla realtà del campo. Sotto la guida del Generale Shiro Ishii, gli scienziati militari conducono esperimenti su prigionieri cinesi al fine di inventare un’arma biologica che permetta al Giappone di vincere la guerra. Questi test includono la vivisezione di persone vive, il congelamento di parti del corpo, l’inoculazione di malattie mortali e test di armi biologiche. Ogni scena di tortura è profondamente disturbante e realistica, nulla è lasciato all’immaginazione dello spettatore, ma quello che maggiormente sconvolge è la totale mancanza di umanità nei confronti delle vittime.
Il giovane protagonista, costretto ad assistere e a partecipare con i suoi commilitoni a queste pratiche, inizia il suo percorso di crescita interiore e di lotta con la propria coscienza: osserva con crescente disgusto e disillusione le atrocità commesse, rendendosi conto della disumanizzazione dei suoi superiori e della perdita di valori morali.
La trama si intensifica con l’aggravarsi degli esperimenti e delle torture.
L’epilogo non è certamente positivo e non lascia spazio a nessun spiraglio di positività.
“Men Behind the Sun” è un’opera estrema che sfida lo spettatore su molteplici livelli, posizionandosi al confine tra il documentario storico e l’exploitation horror. Il film si propone di denunciare i crimini di guerra commessi dal Giappone durante l’occupazione della Cina, un capitolo buio trascurato nella narrativa occidentale della Seconda Guerra Mondiale.
L’obiettivo principale del regista T.F. Mou sembra quindi essere quello di dare visibilità ad una verità storica scomoda e largamente ignorata. Lo scopo non è solo denunciare le atrocità commesse, ma anche il successivo insabbiamento di questi crimini da parte delle autorità giapponesi e americane nel dopoguerra. La brutalità delle immagini serve a scuotere lo spettatore dalla sua zona di comfort, costringendolo a confrontarsi con la crudeltà umana in tutta la sua più ferale realtà.
Le chiavi di lettura dell’opera di Tun-Fei Mou possono essere molteplici: critica al nazionalismo più estremo, la disumanizzazione sia delle persone comuni che vengono trasformate in mostri in grado di compiere gli atti più estremi che dei nemici che vengono ridotti a meri oggetti di studio senza anima, il rapporto tra scienza ed etica che molto spesso presenta confini molto labili ed ultima la critica al silenzio complice denunciando chi ha scelto di tacere e di insabbiare la verità nel dopoguerra.
Le tre scene più disturbanti di “Men Behind the Sun”.
- La vivisezione di un bambino.
Una delle scene più criticate è quella in cui viene mostrata la vivisezione di un bambino. Si dice che il film abbia usato un vero cadavere di un bambino per questa scena, il che ha sollevato gravi questioni etiche e ha contribuito alla sua fama di film estremamente controverso. - Esperimenti di Congelamento
Un prigioniero viene costretto ad immergere le braccia in acqua ghiacciata fino a che non si congelano completamente. Successivamente, gli arti vengono martoriati con oggetti duri al fine di studiare gli effetti del congelamento e dello scongelamento sui tessuti umani. - La scena del gatto.
Un gatto viene gettato in una stanza chiusa con un gruppo di ratti affamati. Lo spettacolo drammatico a cui si assiste è tutta realtà.
“Men Behind the Sun” si erge come un’opera cinematografica di straordinaria intensità e profondo impatto emotivo, che affronta con coraggio e senza compromessi tematiche di notevole complessità e dolorosità storica. La narrazione, arricchita da una meticolosa ricostruzione storica e caratterizzata da una rappresentazione della violenza che rasenta il viscerale, costringe lo spettatore a un confronto diretto e ineludibile con gli aspetti più oscuri e inquietanti del conflitto bellico.
Questo lungometraggio non si limita a documentare un capitolo particolarmente cupo della storia contemporanea, ma si spinge oltre, sollevando questioni di natura morale ed etica di portata universale. La sua rilevanza trascende il mero valore cinematografico, configurandosi come un‘opera di riferimento imprescindibile per gli studiosi della Seconda Guerra Mondiale, per gli analisti delle dinamiche di deumanizzazione e, più in generale, per chiunque sia interessato a esplorare gli abissi della natura umana in condizioni estreme.
La forza provocatoria e la crudezza espressiva di “Men Behind the Sun” lo rendono un testo filmico di eccezionale valore, capace di stimolare una riflessione profonda sulle conseguenze del fanatismo ideologico e sulla fragilità dei principi etici di fronte alle pressioni della guerra e del nazionalismo esasperato.