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i cinenauti recensioni film serie tv cinema Us noi

GENERE:         horror, thriller

ANNO:             2019

PAESE:            USA

DURATA:         116 minuti

REGIA:            Jordan Peele

CAST:              Lupita Nyong’o, Winston Duke, Elisabeth Moss, Tim Heidecker, Yahya Abdul-Mateen

Us/Noi. Una benestante famiglia di colore composta da Gabe Wilson, la moglie Adelaide e due figli, si trova in vacanza in una villetta vicino al mare in un paesino della California, ereditata dai genitori di Adelaide, scomparsi da poco.

Non lontano dagli Wilson abitano i loro amici bianchi Tyler, anche loro hanno due figli, due gemelle, e sono piuttosto ricchi. Josh e Kitty Tyler nascondono dietro alla loro ostentata felicità un menage familiare tutt’altro che perfetto, condito da qualche problemino di alcool, ma Gabe è continuamente in competizione con loro, compra una barca (un mezzo relitto, in realtà) perchè l’amico ne ha una e li invidia sia per la loro nuova auto di lusso che per la loro villetta ipertecnologica fornita persino di un generatore di emergenza.

Segnalo in merito una curiosità sulla domotica della villetta dei Tyler, la assistente virtuale dei quali, Ophelia, è una evidente (e riuscita) presa in giro alla Alexa di Amazon, che, quando Kitty chiede di chiamare la polizia (‘Call the police’), fa invece partire una canzone rap, ‘Fuck the police’ degli NWA. Adelaide non resta volentieri sulle spiagge californiane a causa di un trauma infantile, mentre si trovava al Luna Park sulla spiaggia di Santa Cruz era stata persa di vista dai genitori ed a causa di un temporale si era avventurata da sola nella casa degli specchi durante un blackout, lì riteneva di aver incontrato una ragazza che era la sua copia esatta, quando i genitori la avevano ritrovata la ragazza era talmente traumatizzata da non riuscire più a parlare per molto tempo. Dopo una giornata in spiaggia gli Wilson tornano a casa e si accorgono che in giardino c’è una famiglia che li osserva, ben presto si accorgono che quattro intrusi, vestiti di rosso ed armati di forbici, sono le loro copie quasi perfette, ma solo la copia di Adelaide, Red, che sembra guidarli, riesce, seppur con difficoltà, a parlare. Red annuncia al suo ‘modello’ che sta per avvenire la slegatura delle ombre dagli originali, l’intenzione è chiaramente quella di ucciderli tutti.

Gli Wilson in qualche modo riescono a fuggire e si rifugiano dai Tyler ma li trovano morti, uccisi dalle loro copie, ben presto i fuggitivi si accorgono che le copie sono ovunque, stanno uccidendo i loro modelli per poi, per motivi misteriosi, unirsi tenendosi per mano in una catena umana che porta da una parte all’altra degli Stati Uniti. Le misteriose copie sono state create in un laboratorio sotterraneo, frutto di un esperimento governativo fallito, e dopo essere state abbandonate a loro stesse ed aver vissuto per anni nutrendosi solo di carne cruda (nel laboratorio c’è anche una sorta di allevamento di conigli) scimmiottando il comportamento dei loro omologhi sulla superficie, si sono ribellate, guidate proprio da Red, il cui legame con Adelaide è diverso da quello tra tutte le altre copie ed il loro modello proprio a causa del loro incontro giovanile, le meccaniche del quale vengono svelate solo nel finale del film, che si svolge proprio nei sotterranei ormai abbandonati della spiaggia di Santa Cruz.

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Dopo il buon esordio rappresentato da ‘Scappa – Get out’, Jordan Peele si cimenta di nuovo con l’horror e lo fa nuovamente declinando il genere a modo suo, con un progetto persino più ambizioso.

Sulle orme di George Romero e Joe Dante gli horror di Jordan Peele hanno una forte matrice politica e, nel bene e nel male, il regista non lo nasconde fin dall’inizio, basti citare la risposta secca ‘Siamo americani’ che viene data alla protagonista quando la sua casa viene invasa dagli sconosciuti vestiti di rosso ai quali chiede di identificarsi, una battuta che non può non suonare come una presa in giro al refrain ‘America first’ di Donald Trump.

D’altro canto anche il titolo originale, ‘Us’ in italiano ‘Noi’, certo, ma anche, in originale, abbreviazione di ‘United States’, non è certamente casuale e va oltre alla semplice, e più ovvia, dicotomia ‘Noi-Loro’, si tratta solo di uno dei numerosi tasselli che cerca di portare lo spettatore a riflettere sulla assurdità e pericolosità della frattura sociale in atto nel paese nordamericano e, più in generale, nel mondo stesso.

Molti pure i riferimenti biblici (Geremia 11:11, l’apocalisse), musicali (i Black Flag), televisivi (The leftovers) e cinematografici (il sito governativo semi abbandonato dove si trovano ‘i doppi’, mi ha ricordato sia quello di ‘Piranha’ che, per altri aspetti, quello de ‘Il giorno degli zombie’, mentre Jason Wilson indossa una t-shirt di ‘Lo squalo’, e la spiaggia di Santa Cruz in effetti assomiglia a quella di Amity) in una pellicola dalla trama molto complessa e ricca di incastri che fa perdere facilmente il filo della storia.

Come il precedente lavoro di Jordan Peele anche questo film è imperfetto, alla fine non tutto torna, ma ‘Noi’ resta, onestamente, la cosa più interessante che mi è capitato di apprezzare al cinema negli ultimi anni, da vedere e rivedere per carpirne tutte le sfumature nascoste che ad una prima visione possono essere difficili da cogliere.