Scrittore, giornalista e narratore poliedrico, Andrea Purgatori è una figura eclettica nel panorama culturale italiano. Con la sua straordinaria capacità di tessere storie coinvolgenti e toccanti, ha conquistato il cuore di molti lettori e spettatori. Attraverso la sua carriera, caratterizzata da un'incredibile versatilità, Purgatori ha saputo spaziare dal giornalismo alla letteratura, dal cinema alla televisione. La sua penna incisiva e il suo sguardo acuto verso la realtà, uniti a un talento innato per l'empatia, gli hanno consentito di esplorare temi profondi e universali, lasciando un'impronta indelebile nell'animo di chi si è avvicinato alle sue opere
È di poche ore fa la notizia della prematura scomparsa di Andrea Purgatori, punta di diamante di una categoria che ormai in Italia risulta in via d’estinzione, quella dei giornalisti investigativi. Inviato del Corriere della Sera dalla metà dagli anni ’70 per più di un ventennio, Purgatori seguì per il noto quotidiano milanese inchieste scottanti, occupandosi di terrorismo nazionale ed internazionale, stragismo e mafia, fu anche inviato di guerra seguendo il conflitto tra Iran ed Iraq, la guerra civile in Libano e la più recente guerra del Golfo.
Lasciato il Corriere, col quale comunque non ha mai smesso di collaborare, nel 2000, ha sporadicamente cooperato con diverse testate italiane ed internazionali come l’Unità, Vanity Fair, The Huffington Post e Le Monde diplomatique. Tra le sue inchieste più note ci sono senza dubbio quella sul rapimento ed omicidio dell’ex presidente del consiglio dei ministri Aldo Moro, sulla scomparsa della giovane cittadina vaticana Emanuela Orlandi e sulla strage di Ustica. In quest’ultimo caso la sua caparbia azione giornalistica, in collaborazione con l’associazione dei familiari delle vittime del disastro aereo, è risultata fondamentale per la riapertura delle indagini chiuse a suo tempo dagli inquirenti in modo talmente frettoloso da risultare sospetto.
Nel corso del tempo il poliedrico giornalista romano ha scelto di alternare le sue collaborazioni con la carta stampata a numerose altre attività, è stato infatti autore di alcuni saggi ed un romanzo (Quattro piccole ostriche), ha inoltre contribuito in diverse vesti a svariate trasmissioni televisive e scritto alcune sceneggiature per film tv, opere teatrali e film. In cinema e tv Purgatori è anche comparso, spesso e volentieri, come attore, lo si ricorda ad esempio al fianco di Corrado Guzzanti in Aniene, Il caso Scafroglia e la sua diretta emanazione cinematografica, Fascisti su Marte. Vanno inoltre citati oltre alla serie tv Boris ed al recentissimo Vatican girl (documentario targato Netflix che si occupa del caso Orlandi), i numerosi contributi presenti nella sua ultima creatura televisiva, Atlantide, da lui condotto dal 2017 per un totale di oltre 180 puntate. Una trasmissione, questa, che ha esaltato le sue qualità di storyteller, nella quale le apparizioni in studio del giornalista, cadenzate dalla sua voce avvolgente e profonda, si alternano a documentari, film oppure interviste e documenti autoprodotti girati in esterno. Un eccellente esempio, Atlantide, di come Purgatori fosse capace di mischiare i linguaggi ed anche gli strumenti del suo lavoro, passando dalla carta stampata alla tv generalista, dalle piattaforme web al cinema ed alle serie tv, dalla tragedia alla commedia, riuscendo sempre a mantenere intatta la sua credibilità.
I Cinenauti si occupano soprattutto di cinema è quindi giusto ricordare, per concludere questo breve tributo, la carriera cinematografica di Purgatori, non lunghissima, ma comunque estremamente significativa. Per il cinema il giornalista ha scritto infatti almeno quattro pellicole di ottimo livello, Il muro di gomma (1991), quasi una autobiografia, che racconta l’inchiesta sulla strage di Ustica, Il giudice ragazzino (1994) sulla (breve) vita del giudice Rosario Livatino, ucciso dalla mafia, Fortapasc (2009), su un’altra vittima di mafia, il giornalista Giancarlo Siani, e L’industriale (2011). Per le sue opere ha ottenuto tra gli altri il Nastro d’argento 1992 per il miglior soggetto con Il muro di gomma, il Globo d’oro 1994 per la miglior sceneggiatura con Il giudice ragazzino e nel 2009, con Marco Risi e Jim Carrington, si è aggiudicato il premio Sergio Amidei per la miglior sceneggiatura internazionale con il film Fortapàsc.
Dalla lunga e proficua collaborazione con Marco Risi nacquero, oltre a Fortapasc e Il muro di gomma, anche la commedia grottesca Nel continente nero (1992), con Diego Abatantuono ed il thriller Cha Cha Cha (2013), mentre del 1995 è Segreto di stato, diretto da Giuseppe Ferrara, da un soggetto di Purgatori incentrato sull’epoca delle stragi, focalizzato in particolare sugli attentati di matrice mafiosa in Via dei Georgofili a Firenze e Via Palestro a Milano. Del 2010 è Vallanzasca – Gli angeli del male, tratto dall’autobiografia del noto bandito milanese e diretto da Michele Placido, Purgatori partecipò alla realizzazione della sceneggiatura del film, ma abbandonò il progetto anzitempo, insoddisfatto del risultato.
Più curiose sono le collaborazioni a diverse pellicole di due registi ‘underground’ come Marcello Avallone ed Alessandro Aronadio. Nel 1987, oltre a partecipare al soggetto ed alla sceneggiatura del film horror Spettri di Avallone, il giornalista vi appare come attore, collaborerà ancora con il regista romano in gran parte delle sue opere successive, tutte invero di modesto successo, Maya (1989), Panama Sugar (1990) e Last Cut – Ultimo taglio (1997). Con Aronadio Purgatori ha invece avuto piccole parti da attore in Due vite per caso (2010), Orecchie (2016), Io c’è (2018) ed Era ora (2023). Sempre in veste di attore ha partecipato a due film di Carlo Verdone, Posti in piedi in paradiso (2012) e L’abbiamo fatta grossa (2016).