BALLAD IN BLOOD
GENERE: horror, thriller
ANNO: 2016
PAESE: Italia
DURATA: 93 minuti
REGIA: Ruggero Deodato
CAST: Gabriele Rossi, Carlotta Morelli, Noemi Smorra, Edward Williams, Ernesto Mahieux
‘Ballad in blood’ è l’ultimo film di Ruggero Deodato la produzione del quale, faticosamente portata avanti per quasi 3 anni, con continue revisioni di sceneggiatura ed un difficoltoso accesso ai finanziamenti, si è conclusa solamente nel 2016, per un totale di 15 giorni di ripresa ed altri 3 per gli esterni. Al termine del film non è però seguita una distribuzione adeguata, è quindi stato l’autore stesso ad impegnarsi personalmente in un estenuante tour tra festival ed eventi per riuscire a dare un po’ di visibilità all’opera.
‘Ballad in blood’ rappresenta il ritorno al cinema di Ruggero Deodato dopo oltre 20 anni, fatto salvo un segmento del film ad episodi ‘The profane exhibit‘ del 2013 e si ispira liberamente (cambiando nomi e situazioni) ad un drammatico fatto di cronaca noto come ‘Delitto di Perugia’ nel quale, il primo Novembre 2007, perse la vita la giovane studentessa inglese Meredith Kercher. La ragazza, in Italia presso l’Università di Perugia nell’ambito del progetto Erasmus, fu ritrovata priva di vita con una ferita da taglio al collo nella camera da letto della casa che condivideva con la studentessa americana Amanda Knox e due ragazze italiane, che quella sera non erano in casa. Per l’omicidio è stato condannato l’ivoriano Rudy Guede mentre Amanda Knox ed il fidanzato Raffaele Sollecito, inizialmente ritenuti corresponsabili, sono stati successivamente assolti in cassazione nonostante permanessero forti dubbi sul loro operato.
Dopo aver trascorso la notte di Halloween a far baldoria tra alcool, droga e sesso, Lenka, studentessa Erasmus di origine ceca, il fidanzato Jacopo e l’amico Duke, un piccolo spacciatore di colore amico della coppia, si svegliano confusi e trovano in casa il corpo privo di vita di Elizabeth, studentessa inglese che vive con Lenka. I tre, che non ricordano nulla della sera precedente, cercano con difficoltà di ricostruire gli avvenimenti aiutandosi con i filmati che Elizabeth, come era solita fare, aveva girato con il cellulare durante la festa. Col passare del tempo aumenta la tensione tra i tre, complici il continuo e smodato uso di droghe dei ragazzi ed una Lenka che sembra sapere molto più di quello che vuol far credere agli altri e che cerca di mettere i due uomini uno contro l’altro.
Sullo sfondo si muove uno strano e losco figuro, il barista Leo, fratello del padrone di casa di Lenka, sempre accompagnato dall’efebico Arden, che reclama il pagamento degli affitti arretrati.
Sesso, droga e morte si mischiano in questo film a basso budget il cast del quale è composto da esordienti e semi esordienti, se si esclude Ernesto Mahieux, che interpreta Leo, e Ruggero Deodato stesso, che veste i panni di un professore paralitico che si chiama Eli Roth, in omaggio al noto regista americano. Gabriele Rossi, che interpreta Jacopo, è un ballerino, Noemi Smorra (Elizabeth) una cantante, Roger Garth (Arden) un modello, mentre Edward Williams (Duke) è un esordiente assoluto e prima di intraprendere la carriera cinematografica faceva il postino. La protagonista Carlotta Morelli, aretina ma residente a Londra, è invece qui al suo secondo film nei panni di Lenka.
La musica è dell’ex dei Goblin Claudio Simonetti ad esclusione della canzone di Riz Ortolani che si sente nel finale, Sweetly, già usata da Deodato nel film ‘La casa sperduta nel parco’ del 1980. Proprio il finale di ‘Ballad in blood’, di grande eleganza, è forse la cosa più bella di un film che nella prima parte accumula situazioni, a volte in modo un po’ confuso, fino alla naturale esplosione di violenza che precede, appunto, un finale di una calma tragica e disperata, con 3 figure che si dissolvono in lontananza nella foschia di un luogo lontano.
Va detto che ‘Ballad in blood’ non è il miglior film di Ruggero Deodato e non è certamente un capolavoro, è però, questo sì, un’opera molto sentita, che andrebbe vista, come sostiene il regista stesso, in lingua originale (il film è stato girato in inglese) perché penalizzata da un doppiaggio purtroppo non all’altezza. Resta il fatto che sia incredibile che il film non abbia ancora trovato una distribuzione, né cinematografica, né televisiva, né su supporto ottico (se si esclude un Blu Ray tedesco, comunque privo di audio italiano) considerando il curriculum e la fama dell’autore. Se uno come Ruggero Deodato fatica a trovare una distribuzione decente ci si può solo immaginare quanto sia difficile oggi per un aspirante regista italiano mettere in piedi un progetto, seppur a basso costo, a meno che, certo, non si abbiano gli ‘amici’ giusti, magari in RAI… Va notato comunque che decidere di raccontare un episodio estremo e controverso come questo senza volersi piegare al ‘politicamente corretto’ come, purtroppo, è stupidamente richiesto al giorno d’oggi, non ha aiutato lo sforzo di Deodato..