ANTRUM

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Antrum i cinenauti recensioni film serie tv cinema

GENERE:         horror,  mockumentary horror

ANNO:             2018

PAESE:            Canada

DURATA:         95 minuti

REGIA:             David Amito, Michael Laicini

CAST:               Nicole Tompkins, Rowan Smyth, Dan Istrate, Circus-Szalewski, Shu Sakimoto, Kristel Elling, Lucy Rayner, Pierluca Arancio, A.J. Bond

‘Antrum – il film maledetto’ non è necessariamente un film originale, né risulta memorabile dal punto di vista tecnico, ma è indubbiamente provvisto di un certo fascino, dovuto sia all’intrigante idea di partenza, sia alla sua particolare struttura narrativa. Produzione canadese del 2018, il film incornicia all’interno di due brevi segmenti in stile documentaristico (ma sarebbe più opportuno dire falso documentaristico, perché non c’è nulla di reale in quello che viene raccontato), una pellicola, che si intitola semplicemente ‘Antrum’, presentata con colori sbiaditi e frequenti salti di fotogramma, per farla sembrare un 35 mm danneggiato, riscoperto dopo anni di oblio.

Il prologo racconta la storia di un film prodotto a fine anni ’70, considerato maledetto a causa degli effetti deleteri che si dice abbia avuto sugli spettatori. La misteriosa pellicola presenta degli improbabili titoli di testa in lingua bulgara ma è recitato in inglese, ed anche l’ambientazione, insieme a diversi altri particolari, ricorda certamente gli U.S.A. piuttosto che l’est europeo. Si pensi, ad esempio, alla station wagon sulla quale i protagonisti viaggiano all’inizio del film, lanciata negli ampi spazi della più tipica delle highway americane. Presentato a diversi festival, ‘Antrum’ fu sempre scartato, chi ebbe modo di visionarlo per valutarlo finì per perdere misteriosamente la vita poco tempo dopo, il film cadde quindi nel dimenticatoio. Dopo essere scomparso per diverso tempo ‘Antrum’ fu nuovamente proiettato in un piccolo teatro di Budapest nel 1988, durante la proiezione si scatenò un incendio che provocò la scomparsa di 56 persone.

Non ebbe maggior fortuna chi ripresentò il film a San Francisco nel 1993, visto che a seguito del sabotaggio di un dipendente del cinema con problemi psichiatrici, che inserì LSD nei popcorn degli spettatori, scoppiarono dei tafferugli in sala a causa dei quali morì una donna incinta, la proiezione venne quindi interrotta e del film si persero nuovamente le tracce. Scovata nel 2018 dopo essere stata considerata
perduta, la pellicola originale in 35 mm venne analizzata da alcuni tecnici che vi scoprirono all’interno la presenza di immagini e suoni subliminali, alcuni dei quali riconducibili al demone Astaroth, presumibilmente inseriti ad insaputa della produzione originale ed atti a provocare reazioni violente agli ignari spettatori. Dopo questa presentazione iniziale parte quindi la proiezione del supposto film maledetto, seguita poi da alcune considerazioni finali.

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La storia del ‘film nel film’, però, ed anche la sua realizzazione, fanno purtroppo perdere quel minimo di credito guadagnato nel prologo, tutto sommato abbastanza riuscito, perché se è vero che si tratterebbe di una produzione ultraindipendente ed a basso budget, che giustifica parzialmente la povertà di mezzi, il risultato oltre ad essere poco curato, non ha proprio nulla né di spaventoso né di inquietante. La California meridionale nella quale il film è stato girato ha inoltre ben poco a che spartire con la Bulgaria, risultando quindi poco credibile.

La trama è la seguente, un cane, Maxine, aggredisce il giovane padrone Nathan per cui la madre decide di portare l’animale dal veterinario per sopprimerlo. Durante il viaggio di ritorno il ragazzo chiede alla madre se Maxine si trovasse in paradiso dopo la morte, la madre risponde negativamente affermando che il cane, essendo stato cattivo, si troverebbe invece all’inferno. Per cercare di dare sollievo al fratello, che era molto legato al cane, la sorella Oralee organizza quindi una visita in una foresta, nota soprattutto per i numerosi suicidi che vi sono avvenuti, per cercare la porta dell’inferno, scavare una buca ed aprire un varco per far uscire Maxine, salvandola. La serie di finti rituali organizzata da Oralee sembra però avere effetti reali e risvegliare dei demoni tutt’altro che amichevoli.

La pellicola, frutto di due progetti separati dei registi, David Amito e Michael Laicini, che poi si ritrovarono ad unire le loro forze, è influenzata da alcuni cortometraggi che Laicini vide mentre studiava alla scuola di cinema (‘Dining room’ e ‘There is nothing’) e dagli studi su occulto e soprannaturale dei due autori, ma è nel contempo influenzata in modo evidente da alcuni ben più illustri predecessori. Nel suo presentarsi come un finto documentario che mostra poi un film ritrovato, ‘Antrum’ ricorda infatti ‘Blair Witch Project’ e, conseguentemente, l’ispiratore occulto di quest’ultimo, ovvero ’Cannibal Holocaust’, ma viene facile pensare anche al giapponese ‘Ring’, con una VHS maledetta sostituita qui da una pellicola, ed anche a ‘La fin absolue du mond’, il film maledetto citato nel bellissimo episodio della serie ‘Masters of horror’ dal titolo ‘Cigarette Burns’, diretto da John Carpenter.

Hannibal the Cannibal

Il mio nome è Cristiano, alias Hannibal the Cannibal, sono cresciuto girovagando con la famiglia al seguito di mio padre, che si spostava molto per lavoro, ho seguito le sue orme lavorando alcuni anni in Nord Africa. Nel nuovo millennio sono tornato 'a casa' ed oggi sono lead programmer in una azienda che crea software gestionali. Amo tutto il cinema ma sono attratto in modo particolare dal cinema 'di genere' e da tutto ciò che è di nicchia.