LET ME EAT YOUR PANCREAS

Let me eat your pancreas i cinenauti recensioni film serie tv cinema

LET ME EAT YOUR PANCREAS

Kimi no suizô o tabetai

君の膵臓をたべたい

GENERE:                      drammatico, teen drama, romance

ANNO:                          2017

REGIA:                          Sho Tsukikawa

CAST:                            Minami Hamabe, Takumi Kitamura, Shun Oguri, Keiko Kitagawa, Karen Ohtomo

"Let Me Eat Your Pancreas" arriva nelle sale cinematografiche italiane come adattamento live-action dell'omonimo manga di Yoru Sumino, già trasposto in un acclamato film d'animazione nel 2018. Questa nuova versione, diretta con sensibilità e delicatezza da Shō Tsukikawa, si confronta con il difficile compito di tradurre in immagini reali una storia tanto intima quanto emotivamente coinvolgente.

La trama ruota attorno a due liceali: una ragazza solare e popolare, Sakura Yamauchi, affetta da una malattia al pancreas in fase terminale, e un ragazzo solitario e introverso che, per caso, scopre il suo segreto attraverso un diario dimenticato in ospedale. Questo incontro casuale darà vita a un legame sempre più profondo che evolverà nel tempo cambiando per sempre le loro vite.

Il regista Tsukikawa dimostra una notevole capacità nel gestire il delicato equilibrio tra dramma e leggerezza, evitando accuratamente di scivolare nel melodramma stucchevole. La fotografia, curata nei minimi dettagli, coglie la bellezza effimera della vita quotidiana giapponese, trasformando luoghi comuni come aule scolastiche, stazioni ferroviarie e parchi cittadini in scenari carichi di significato emotivo.

Particolarmente convincenti sono le interpretazioni dei due protagonisti. Minami Hamabe nei panni di Sakura riesce a trasmettere una vitalità contagiosa pur mantenendo sottotraccia la consapevolezza della sua condizione, mentre Takumi Kitamura mette in scena un personaggio maschile molto credibile nella sua evoluzione da ragazzo chiuso in se stesso, quasi un hikikomori, a persona capace di aprirsi agli altri. Sembra quasi che la dolcissima Sakura si sia presa l’onere di insegnare al suo “buon amico” – come viene chiamato nel manga – quanto sia bello instaurare rapporti umani ed aprirsi agli altri.

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Il film affronta temi universali come la morte, l’amicizia e il significato della vita con una sensibilità tipicamente giapponese, dove il non detto ha spesso più peso delle parole pronunciate. La sceneggiatura mantiene intatta la struttura narrativa del romanzo originale, includendo quella particolare costruzione temporale che rende la vicenda ancora più toccante e coinvolgente.

Particolarmente riuscita è la resa delle scene più intime, dove i silenzi e gli sguardi dicono più delle parole. Le sequenze della notte in albergo e dell’ospedale non potranno non suscitare un minimo di commozione. Il regista è abile nel catturare quei momenti di quotidianità che acquisiscono un significato più profondo proprio perché vissuti all’ombra di un destino già segnato.

La colonna sonora, composta da brani originali e pezzi pop giapponesi, accompagna con discrezione lo sviluppo narrativo, sottolineando i momenti più intensi senza mai sopraffare l’atmosfera generale del film.

Se confrontato con la versione anime, questo live-action riesce a mantenere la propria identità pur rispettando lo spirito dell’opera originale. Alcuni potrebbero trovare il ritmo narrativo leggermente più lento rispetto all’animazione, ma questa scelta permette di sviluppare con maggiore profondità i personaggi secondari e il contesto sociale in cui si muovono i protagonisti.

“Voglio mangiare il tuo pancreas” riesce nell’impresa non facile di parlare di morte e malattia senza mai risultare opprimente, celebrando invece la vita in tutte le sue sfumature. È un’opera che ricorda quanto sia prezioso ogni singolo momento e come le relazioni, anche le più brevi, possano lasciare un’impronta indelebile nelle nostre vite. Il finale, se non si conosce la storia originale, è a dir poco spiazzante…

John il boia Ruth

Sono Gilberto, alias John il boia Ruth, la mente che ha dato forma a questo progetto. Nella vita mi occupo di web: dal marketing alla grafica, dalla progettazione di siti ai Social Network. Ne I Cinenauti ho voluto fondere il mio lavoro, che amo, con la mia più grande passione, il cinema. Prediligo gli horror, meglio se estremi e disturbanti, i thriller, i fantasy e i film d'azione. Insomma divoro qualsiasi cosa cercando di non farmi condizionare dai pregiudizi.