Non sarebbe stata Shannen Doherty la seconda icona degli anni ’90 che avrei voluto scegliere per scrivere questa serie di articoli, l’attrice di Memphis era certamente nella mia lista, questo sì, ma non era la prima dell’elenco, anche dopo aver spuntato, chiaramente, l’imprescindibile, per il mio gusto personale, Linda Fiorentino. Ho però dovuto accelerare i tempi, accogliendo una sorta di triste autocandidatura nata dalla prematura scomparsa dell’attrice, avvenuta a Luglio 2024, ed arrivata dopo una lunga battaglia contro un cancro al seno, presentatosi 10 anni prima. Una malattia andatasi peraltro ad aggiungere ad un quadro clinico già complesso per lei, a causa del morbo di Crohn, del quale soffriva fin dall’infanzia.
Non avrei, inoltre, scelto Shannen come attrice cinematografica che simboleggia un’epoca, visto che è stata soprattutto protagonista di serie tv, per quanto iconiche, se non avesse girato ‘Schegge di follia’, che pur realizzato nel 1989, è un film che contiene pienamente tutti gli stilemi che caratterizzano gli anni ’90. È soprattutto per questa pellicola che Shannen merita di essere considerata anche nel mondo della celluloide, un film, peraltro, che la rappresenta molto di più delle serie tv che ha interpretato, visto che la sua personalità era certamente molto lontana da quella della dolce Brenda di ‘Beverly Hills 90210’ o la riflessiva Prue di ‘Streghe’.
Se Linda Fiorentino, infatti, era dark lady nella vita e sullo schermo, fatte salve alcune interpretazioni, Shannen nei suoi ruoli cinematografici, e soprattutto televisivi, era il suo esatto contrario. Ma la vita reale della ragazza del Tennessee è stata tutt’altro che semplice, tra matrimoni falliti dopo pochi mesi, risse ed abusi di alcool. Tutto questo si è poi riflesso sul lavoro, nel quale ha spesso abbandonato progetti all’improvviso, anche dopo liti furiose con colleghi e produttori. Quest’aura di inaffidabilità ha fatto isolare Shannen, la cui carriera cinematografica è quindi legata a poche produzioni, spesso di modesto calibro. Di contro, la Doherty è stata un’attivista, in particolare è stata grande sostenitrice di organizzazioni per la tutela degli animali e dell’ambiente, ed è apparsa più volte in pubblico con indumenti a sostegno di Sea Shepherd.
Shannen Doherty esordì da bambina ad inizio anni ’80, comparendo come guest star in alcune serie tv (‘I ragazzi di Padre Murphy’, ‘La fenice’, ‘Voyagers! Viaggiatori del tempo’ e ‘Magnum P.I.’), ma la sua prima parte significativa la ottenne nel 1982 con ‘La casa nella prateria’, quando aveva 11 anni. Dopo un paio di piccoli ruoli adolescenziali, ‘Night shift-Turno di notte’ di Ron Howard (1982) e ‘Voglia di ballare’ (1985), e prima di conoscere la fama con la serie ‘Beverly Hills 90210’, della quale fu tra i protagonisti per 4 anni, dal 1990 al 1994, la Doherty interpretò nel 1989 ‘Schegge di follia’ di Michael Lehmann, insieme ad altri due giovani in predicato di diventare delle star, Winona Ryder e Christian Slater.
Licenziata per i continui ritardi sul set dalla produzione di ‘Beverly Hills 90210’, che andrà avanti senza di lei per altre 6 stagioni, Shannen alternerà a diversi progetti per la tv, alcuni film di successo altalenante, ‘Morte apparente’ (1994), ‘Una pallottola spuntata 33 1/3’ (1994), ‘Generazione X’ di Kevin Smith (1995) ed ‘Ecstasy generation’ di Gregg Araki (1997). Nel 1998 l’attrice inizierà una nuova avventura di successo con la serie tv ‘Streghe’, che andrà avanti per 8 stagioni, ma che Shannen sarà costretta ad abbandonare di nuovo anzitempo, alla fine della terza, dopo alcuni screzi con la collega Alyssa Milano.
Dopo ‘Streghe’ la Doherty interpretò e produsse un film tv nel quale credeva molto, ‘Another day’, diretto da Jeffrey Reiner, ma da lì in poi ebbe solamente piccoli ruoli (come in ‘Jay e Silent Bob… Fermate Hollywood!’ del 2001 o ‘Bukowski’ di James Franco del 2014) o partecipò a produzioni a basso costo (‘Bomb Squad’ del 2022), un po’ per scelta, un po’ per cause di forza maggiore, legate alla malattia che la colpì.
Con un po’ di tristezza per quel poco che regalò al cinema nella sua breve carriera, soprattutto in considerazione di quello che avrebbe potuto dare al mondo della celluloide se non avesse avuto il proverbiale caratteraccio che invece la contraddistingueva, questa è la tripletta di film di Shannen Doherty che consiglio, per quanto, in questo caso specifico, sarebbe forse sufficiente fermarsi dopo aver visto il primo.
‘Scheggie di follia’, del 1989, di Michael Lehmann, con sceneggiatura di Daniel Waters.
Shannen interpreta Heather Duke, che non è la protagonista del film, ma la nemesi della ‘brava ragazza’ Veronica Sawyer, interpretata da Winona Ryder. Veronica frequenta il liceo Westerburg di Sherwood, in Ohio, e con tre amiche, tutte di nome Heather e di famiglia molto ricca, fa parte del gruppo di ragazze più ammirate della scuola, le ‘Heathers’. La ragazza però è spesso vittima degli scherzi delle amiche, che non la considerano al loro livello anche a causa della sua famiglia di provenienza meno abbiente. Le cose cambiano quando Veronica si innamora di un nuovo studente, Jason Dean, detto semplicemente ‘JD’. Il ragazzo è affascinante ma tutt’altro che tranquillo, tanto che viene rapidamente sospeso dall’istituto dopo aver portato a scuola una pistola a salve che usa per spaventare alcuni compagni che lo avevano preso in giro. Veronica e JD iniziano ad uscire insieme ed architettano uno scherzo per spaventare Heather Chandler, la leader del gruppo di Veronica, con la quale aveva avuto una accesa discussione. Veronica mette del latte nel succo d’arancia di Heather per farla star male, ma JD prepara un altro bicchiere con dello sturalavandini e, nella confusione, la Chandler beve quello, morendo avvelenata, Veronica scrive quindi un biglietto d’addio con la calligrafia dell’ex amica per farla passare come suicida.
Con scarsa empatia per l’amica, Heather Duke inizia intanto ad indossare l’elastico per i capelli rosso della compagna, rivendicando di esserne l’erede come leader del gruppo, e dimostrandosi altrettanto tirannica, se non peggiore di lei. JD intanto continua la sua discesa negli inferi e spara a Kurt e Ram, che avevano lasciato intendere di aver fatto sesso orale con Veronica, inscenando poi il loro suicidio, facendoli passare per una coppia gay uccisasi per amore. JD, ormai completamente fuori controllo, non ha nessuna intenzione di fermarsi con gli omicidi, anche se Veronica inizia ad avere dei dubbi sulla sua sanità mentale, la ragazza quindi inscena il suo suicidio per cercare poi di fermare il ragazzo, che ha intenzione di far saltare in aria la scuola durante un’assemblea. Il film uscì nel 1991 in Italia ed è legato ad un tragico fatto di cronaca dopo il quale subì un incredibile, quanto ingiusto, ostracismo, sparendo dalle tv italiane per anni.
Nel 1994, due giorni dopo la trasmissione del film in tv, un quattordicenne milanese, infatti, morì con modalità che fecero pensare che il ragazzo si fosse ispirato alla finta impiccagione messa in scena da Veronica nel film, probabilmente per fare uno scherzo. La cosa, comunque dibattuta, provocò un certo scandalo ed una serie di pretestuose polemiche sulla presunta violenza della tv, con conseguente risibile, ma purtroppo non inascoltata, levata di scudi di varie associazioni dittatorial-morigeratorie. Commedia nera di grande impatto, ‘Schegge di follia’ è stata fonte di ispirazione per pellicole similari come ‘Amiche cattive’ con Rose McGowan, nel 2018 è stata inoltre prodotta una serie tv di breve durata che si ispira al film, dal titolo ‘Heathers’.
Generazione X’, del 1995, di Kevin Smith, con sceneggiatura del regista stesso.
Si tratta del secondo film del ‘View Askewniverse’ di Smith, iniziato con ‘Clerks’ nel 1994 e che, ad oggi, conta 8 episodi. Shannen Doherty è la protagonista del film nel ruolo di Rene Mosier e tornerà nel ‘View Askewniverse’ nel 2001, interpretando un cammeo in ‘Jay e Silent Bob… Fermate Hollywood!’. Brodie è un patito di fumetti e videogames, che viene lasciato dalla fidanzata, Rene. Anche T.S. Quint, amico di Brodie, viene lasciato dalla fidanzata, Brandi. I due si recano insieme al centro commerciale cittadino dove, con l’aiuto di Jay, Silent Bob ed il fumettista Stan Lee, riescono a riconquistare le due ragazze. Come in tutta la serie ideata da Kevin Smith non è tanto la storia ad essere protagonista della pellicola quanto più i dialoghi, spesso pure improvvisati, con uno stile che ai tempi di ‘Clerks’ era tipico delle pellicole di Quentin Tarantino, rispetto alle quali, però, il mondo dello ‘View Askewniverse’ è decisamente più cazzaro che action.
‘Beverly Hills 90210’, ideata nel 1990 da Darren Star.
Non avrebbe senso consigliare come terzo film il pur interessante ‘Ecstasy generation’ quando Shannen Doherty è diventata famosa soprattutto grazie alle serie televisive che interpretò. Per cui il terzo film consigliato non è un film, ma la serie tv ‘Beverly Hills 90210’, ideata nel 1990 da Darren Star. Con tutti gli innegabili difetti di una serie certamente troppo lunga e caratterizzata da una artificiosità (comunque anche quella tipica dell’epoca) talvolta irritante, la storia dei fratelli Walsh, che si trasferiscono da Minneapolis nell’esclusivo quartiere di Los Angeles che da il titolo alla serie, e, per esteso, la storia di un gruppo di ragazzini benestanti del college che affrontano i loro primi amori e le successive, inevitabili, delusioni, il racconto delle loro amicizie, delle gelosie e dei loro piccoli e grandi problemi quotidiani, si rivelò di un tale impatto sulla gioventù degli anni ’90 che oggi è persino difficile immaginarlo. Per questo motivo ‘Beverly Hills 90210’ non può essere definita, volenti o nolenti, null’altro che ‘epocale’.