GODZILLA 3 – MANGIAPIANETI
Godzilla - Hoshi o kū mono
星を喰う者
GENERE: kaiju, fantascienza, drammatico
ANNO: 2018
STUDIO: Toho
SOGGETTO: Ishirō Honda
REGIA: Kōbun Shizuno, Hiroyuki Seshita
Godzilla ruggisce ancora, ma questa volta tra le stelle. Godzilla 3: Mangiapianeti conclude la trilogia anime di Netflix con un'opera ambiziosa e complessa. Tra filosofia, mostri cosmici e scelte impossibili, l'umanità si interroga sul significato dell'esistenza di fronte a forze che trascendono la comprensione. PreparatI a un viaggio ai confini della realtà.
Il ritorno sul pianeta natale si rivela un incubo. La Terra è irriconoscibile, trasformata in un ecosistema alieno dominato dalla flora e dalla fauna generate dall’energia di Godzilla. Il piano di Haruo, basato su una strategia elaborata durante l’esilio, si scontra con la dura realtà: il kaiju in questi anni ha evoluto la sua potenza a livelli inimmaginabili. Durante lo scontro, l’umanità scopre l’esistenza di una forza ancora più antica e misteriosa: Ghidorah, un’entità cosmica di immane potere, divinità venerata dalla razza aliena degli Exif, compagna del genere umano.
Metphies, il leader spirituale degli Exif, offre ad Haruo una soluzione apparentemente miracolosa: l’aiuto di Ghidorah per sconfiggere Godzilla. Tuttavia, questa alleanza ha un prezzo altissimo. L’entità, un essere multidimensionale che trascende la comprensione umana, rappresenta una minaccia ancora maggiore per l’umanità. Accettare il suo aiuto significherebbe sacrificare la propria libertà e sottomettersi a una nuova forma di dominio.
Haruo, combattuto tra il desiderio di vendetta e la responsabilità verso la sua gente, si trova di fronte a una scelta impossibile. Da un lato, la distruzione di Godzilla e la possibilità di riconquistare la Terra; dall’altro, la sottomissione a un’entità cosmica che annientarà l’umanità. La sua rabbia verso Godzilla lo spinge inizialmente verso Ghidorah, ma alcuni membri dell’equipaggio, come Miana, una giovane donna appartenente alla tribù indigena Houtua, mettono in guardia Haruo sul pericolo di affidarsi a una forza così oscura.
Il climax del film è uno scontro apocalittico tra Godzilla e Ghidorah, una battaglia cosmica che scuote le fondamenta della realtà. Haruo, finalmente consapevole della follia della sua vendetta, decide di sacrificarsi per fermare Ghidorah e salvare ciò che resta dell’umanità. Il finale, aperto e ambiguo, lascia spazio a molteplici interpretazioni, interrogandosi sul destino dell’umanità e sulla natura stessa dell’esistenza in un universo dominato da forze incomprensibili.
L’eco delle ruggini di Godzilla risuona ancora una volta, ma questa volta non tra i grattacieli di una metropoli terrestre, bensì nell’immensità silenziosa del cosmo. Godzilla 3: Mangiapianeti, il capitolo conclusivo della trilogia di film anime di Netflix in computer grafica, si erge come un’opera ambiziosa, un requiem cosmico che intreccia filosofia, teologia e spettacolari scene di distruzione kaiju. Mentre i primi due film si concentravano sulla lotta per la sopravvivenza dell’umanità contro un Godzilla di proporzioni divine, Mangiapianeti sposta il focus sulla natura stessa dell’esistenza, interrogandosi sul significato della vita di fronte a una potenza inarrestabile.
La trama di questo atto conclusivo si addentra in territori filosofici complessi, esplorando il concetto di nichilismo e la ricerca di un significato in un universo apparentemente indifferente. L’influenza del filosofo francese Gilles Deleuze è palpabile, in particolare la sua teoria del “corpo senza organi”, che trova un parallelo nella figura di Ghidorah, un essere multidimensionale che trascende la comprensione umana.
Dal punto di vista visivo, il film mantiene l’estetica cupa dei precedenti capitoli, con animazioni fluide e dettagliate, soprattutto nelle scene di combattimento. L’imponenza di Godzilla e la mostruosità aliena di Ghidorah sono rese con maestria, creando un impatto visivo di grande potenza. Tuttavia, la narrazione, densa di dialoghi filosofici e riflessioni esistenziali, potrebbe risultare ostica per chi si aspetta un semplice film di mostri. La complessità della trama, unita a un ritmo a tratti lento e contemplativo, richiede attenzione e una certa predisposizione all’introspezione.
Mangiapianeti non è un film perfetto. Alcuni personaggi risultano poco sviluppati, e la risoluzione finale, pur coerente con il tono generale dell’opera, potrebbe lasciare alcuni spettatori insoddisfatti. Tuttavia, la sua ambizione nel trascendere i limiti del genere kaiju, proponendo una riflessione profonda sulla condizione umana di fronte all’ignoto, lo rende un’opera degna di nota, un’esperienza cinematografica che stimola la mente tanto quanto appaga l’occhio. Non è un film per tutti, ma per chi è disposto ad immergersi nelle sue profondità filosofiche, Godzilla 3: Mangiapianeti offre un’esperienza cinematografica unica e memorabile.