LA CASA SPERDUTA NEL PARCO

GENERE: horror, thriller, drammatico
ANNO: 1980
PAESE: Italia
DURATA: 88 minuti
REGIA: Ruggero Deodato
CAST: David Hess, Annie Belle, Christian Borromeo, Giovanni Lombardo Radice, Lorraine De Selle, Marie Claude Joseph, Gabriele Di Giulio, Brigitte Petronio, Karoline Mardeck
La casa sperduta nel parco è un film horror/thriller, divenuto cult, del regista Ruggero Deodato. Appartenente al filone del "rape and revenge" si ispira palesemente a L'ultima casa a sinistra di Wes Craven e racconta le violenze perpetrate da Alex, folle maniaco sessuale, e le conseguenze che deriveranno dalle sue azioni.
L’opera si apre con il protagonista che, sulle note di una dolcissima canzone di Ritz Ortolani, insegue in auto una giovane, Susan, che è da sola al volante. Dopo averla spinta fuori strada in una zona isolata, la violenta e, nel pieno dell’amplesso, la uccide strangolandola e rubandole una collana come trofeo.
Alex lavora come meccanico in un parcheggio sotterraneo a New York insieme al suo amico Ricky, che è mentalmente disabile. Una sera, Tom e la sua ragazza Liza, due borghesi dall’aria un po’ snob, arrivano all’officina con il loro veicolo guasto che Ricky ripara rapidamente mentre il socio flirta con la giovane. In segno di gratitudine, Tom invita i due loschi individui ad una festa nella sua villa fuori città. Prima di partire però, Alex nasconde un rasoio nella tasca del suo giubbotto. Arrivati alla location, il malvivente tenta invano di sedurre Liza che, per provocarlo e deriderlo, arriva persino a farsi la doccia davanti a lui; nel mentre Ricky gioca a poker e balla con gli altri invitati che lo sfottono e lo derubano dei suoi quattro soldi. Quando però Alex si accorge che sono stati invitati solo come intrattenimento per questa banda di ragazzini ricchi e viziati, la situazione degenera e diventa gradualmente sempre più violenta. Sotto la minaccia del rasoio l’uomo picchia brutalmente ed umilia gli invitati; violenta anche Liza, la quale, dopo una iniziale ritrosia, sembra apprezzare la burbera mascolinità del suo aggressore. La situazione diventa ancora più intensa con l’arrivo di Cindy, una giovane amica degli altri presenti. Viene attirata in casa con l’inganno e torturata con il rasoio da un Alex ormai inebriato dal sesso e dalla voglia di sangue. Ma improvvisamente Tom rivela di essere il fratello di Susan e che la festa era una trappola per vendicarsi della morte della sorella, estrae una pistola e uccide lo stupratore svuotando, colpo su colpo e con fredda ferocia, tutto il caricatore. Ricky, che per tutta la serata si era dimostrato avverso alle azioni del socio sebbene ne fosse succube, viene invece perdonato.

Due mesi dopo il discusso “Cannibal Holocaust”, Ruggero Deodato, con La casa sperduta nel parco, non ci risparmia la sua buona dose di violenza, di dettagli voyeuristici e di sequenze disturbanti. Il film potremo quasi definirlo un remake de “L’ultima casa a sinistra” di Wes Craven (assonanza che possiamo riscontrare già nel titolo) inclusa la presenza dello stesso attore protagonista, David Hess. La storia ha un equilibrato e costante potenziale di tensione e paura; inizia subito sbattendoci in faccia uno degli stupri più violenti della storia del cinema per poi lanciarsi in una escalation di violenza mista ad erotismo da manuale.
L’ambientazione si svolge in un contesto giovanile alto borghese, durante un tipico party caratterizzato da alcol e sesso al quale sono stati invitati per scherno due individui del basso ceto sociale… miscela esplosiva che non può non deflagrare.
I personaggi sicuramente più interessanti sono Alex (che ricorda un altro Alex, quello di Arancia Meccanica, per la sua dedizione compulsiva alla violenza) e la seducente Lisa. Il protagonista del film è uno stupratore abituale, da un lato incapace di controllare i propri impulsi bestiali ma, al tempo stesso, dotato di una notevole capacità di seduzione. Questo lo rende un villain non così banale se si tiene anche conto della sua “nobiltà d’animo” che si manifesta quando difende l’amico menomato Ricky (interpretato da un sempre convincente Giovanni Lombardo Radice) dalla prepotenza degli altri giovani.
Lisa risulta essere invece il personaggio più terribilmente ambiguo, soprattutto nel finale. Anche se apparentemente terrorizzata dalla situazione, mostra uno sdoppiamento di personalità quando si tratta di essere schiava delle circostanze oppure di vivere a proprio agio la sottomissione nei confronti del malvivente. Questo atteggiamento, palese quando reagisce allo stupro con l’abbandono ad un reale piacere, rende il personaggio estremamente incomprensibile. Annoiata dalla sua vita agiata trova eccitante qualsiasi situazione diversa, sebbene estrema.
Oltre alla violenza, il sesso è l’altra forte dominante della storia ed è il legame che in fondo unisce tutti i protagonisti. Unica vera pecca è il finale, oggetto di molte discussioni, che risulta poco credibile non tanto per le motivazioni, quanto per il modo in cui è stato realizzato. Tuttavia, bisogna convenire che esso rappresenta efficacemente la sete di vendetta di alcuni individui che non esitano a mettere in pericolo la vita dei propri amici e cari per il proprio tornaconto personale. Sicuramente La casa sperduta nel parco è un film che non ammette schieramenti, non ci sono ne “buoni” ne “cattivi” ma la convivenza ambivalente di entrambe le cose.
Al momento della sua uscita non ebbe gran successo e fu stroncato dalla critica che lo accusò di misoginia. Solo negli anni successivi, come per tanti altri prodotti del cinema italiano di genere, è stato rivalutato. Inutile dire che anche in questo caso Ruggero Deodato ha avuto problemi con la censura. In Inghilterra, quando videro il prologo con la violenza carnale, decisero subito di bandirlo, mentre in Italia è stato vietato ai minori di 18 anni con tagli per circa 40 secondi. Il regista, in più di un’intervista, ha affermato che sarebbe impossibile girare un qualcosa di simile, attualmente, in Italia. Piccola curiosità, il tanto deprecato incipit è stato interpretato da Hess insieme alla moglie.
“La casa sperduta nel parco” è un film che si caratterizza per le sensazioni claustrofobiche ed inquietanti che suscita, dove nessuno riesce a trovare la salvezza. Non sono presenti personaggi definiti come buoni o cattivi, né esistono vittime o carnefici, ma ad ogni scena ci si imbatte soltanto in momenti di terrore, violenza e disgusto.