LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO
LA TARANTOLA DAL VENTRE NERO
GENERE: thriller, horror
ANNO: 1971
PAESE: Italia
DURATA: 92 minuti
REGIA: Paolo Cavara
CAST: Giancarlo Giannini, Barbara Bouchet, Barbara Bach, Claudine Auger, Silvano Tranquilli, Stefania Sandrelli
"La Tarantola dal Ventre Nero" è un giallo gotico all'italiana diretto da Paolo Cavara che riprende il filone lanciato da "L'Uccello dalle Piume di Cristallo" di Dario Argento e narra di una serie di violenti omicidi perpetrati alle clienti di un centro estetico da parte di un serial killer che, dopo averle immobilizzate, le sventra con un coltello da cucina.
Il commissario Tellini (Giancarlo Giannini) si trova tra le mani un caso scottante: l’omicidio della signora Zani (Barbara Bouchet) brutalmente assassinata. Il principale indiziato è il marito con il movente della gelosia, i rapporti tra i due non erano idilliaci e la donna non disdegnava intrattenere numerose relazioni amorose. Il caso si complica quando l’assassino continua a mietere vittime, il modus operandi è sempre il medesimo: le donne vengono prima immobilizzate con uno spillone piantato nel collo e poi, pienamente coscienti ma inermi, vengono letteralmente squartate. Tellini è un poliziotto insicuro, perennemente in bilico tra il pensiero di abbandonare quel lavoro che non lo motiva o tenere duro e andare avanti. Per via di questo suo malessere interiore le indagini brancolano nel buio finchè non salta agli occhi un dettaglio che accomuna le vittime, tutte sono clienti del centro estetico gestito dalla tanto misteriosa quanto sensuale Laura (Claudine Auger). La svolta avviene quando il serial killer prende di mira l’ispettore, viola la sua intimità e decide di assassinare prima lui e poi sua moglie Anna (Stefania Sandrelli).
Paolo Cavara, noto per aver dato vita insieme a Franco Prosperi e Gualtiero Jacopetti ai “mondo movie” con il loro Mondo Cane e per il cult L’occhio selvaggio, ci regala un classico giallo all’italiana piacevole nella visione e ben architettato. Segue tutte le regole del genere senza mettere in scena nessuna particolare originalità ma l’atmosfera gotica e morbosa che si respira in comunione con la splendida colonna sonora del maestro Ennio Morricone risulta efficace.
Molto violento per l’epoca “La tarantola dal ventre nero” ci delizia con una serie di omicidi efferati ma girati con eleganza e con classe senza eccedere nello splatter ma lasciando vedere solo il sangue che serve, nulla di più; merita una menzione il primo omicidio, quello della signora Zani, una vera chicca per gli amanti del genere.
Come accennato nell’introduzione, i parallelismi con l’opera di Argento “L’uccello dalle piume di cristallo” sono evidenti e possiamo ritrovarli nelle riprese con la soggettiva del killer, nella devianza sessuale che scatena la furia omicida, nel dettaglio nella fotografia strappata in due. Il cast è di livello molto alto, oltre ad un Giancarlo Giannini che ci restituisce con molto mestiere un protagonista in crisi che trova la reazione solo quando diventa lui stesso vittima, abbiamo una serie di personaggi femminili finemente tratteggiati ed eterogenei tra loro interpretati tutti dalle attrici più in voga dell’epoca: Barbara Bouchet, Claudine Augier, Barbara Bach, Annabella Incontrera, Rossella Falk.
L’unico neo de “La tarantola dal ventre nero” risiede, a mio avviso, nel finale. La curiosità sull’identità dell’assassino e sulle motivazioni che lo spingono ad essere così efferato non trova il giusto appagamento a causa del movente troppo superficiale e del suo modo di restare inosservato tra la gente.
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