PER UN PUGNO DI DOLLARI
PER UN PUGNO DI DOLLARI
GENERE: azione, western
ANNO: 1964
PAESE: Italia
DURATA: 95 minuti
REGIA: Sergio Leone
CAST: Clint Eastwood, Gian Maria Volonté, Marianne Koch, Wolfgang Lukschy, Sieghardt Rupp, Mario Brega, Aldo Sambrell, Joseph Egger
Parlare di "Per un pugno di dollari", primo capitolo de "La trilogia del dollaro", non è facile... si potrebbe scrivere che è un film western diretto da Sergio Leone, un cult, il film che ha ridisegnato i canoni del genere, che ha lanciato Clint Eastwood, etc... etc... ma la verità è che per quanto si scriva non si riuscirà mai a descrivere la grandezza di quest'opera.
Un pistolero senza nome (scopriremo solo successivamente che si chiama Joe) giunge in un villaggio al confine tra Stati Uniti e Messico. Il piccolo paese è devastato dalla rivalità tra le due bande rivali che lo controllano, i Baxter che commerciano armi e i Rojo che contrabbandano alcol. Joe, squattrinato e solitario, intuisce subito che questa situazione può tornargli utile per fare un bel mucchio di dollari. Inizia quindi un gioco sporco, lavorando nell’ombra per entrambi, al fine di esasperare questo antagonismo e trarne vantaggio. Non ha fatto però i conti con Ramon, il terzo e più pericoloso dei tre fratelli a capo dei Rojo, intelligente, folle e sanguinario.
“Per un Pugno di Dollari” è il primo capitolo de “La trilogia del dollaro” di Sergio Leone (il secondo è “Per qualche dollaro in più” e il terzo “Il buono, il brutto e il cattivo“) e ricopre un ruolo di grande rilevanza nella storia del cinema soprattutto perchè viene considerato il capostipite del così detto “Spaghetti Western“ ovvero quel western all’italiana che è stato fonte d’ispirazione fino ai giorni nostri, non più quindi solo un semplice film d’azione ma un prodotto più sofisticato, a tratti violento ma anche capace di strappare un sorriso (ne è un chiaro esempio il dialogo intorno al mulo: “Fate molto male a ridere. Al mio mulo non piace la gente che ride: ha subito l’impressione che si rida di lui, ma se mi promettete di chiedergli scusa con un paio di calci in bocca ve la caverete.”
È stata la pellicola che ha lanciato la carriera di Clint Eastwood, uno dei più grandi attori di Hollywood, oggi regista acclamato e icona culturale. Sicuramente la sua presenza magnetica e il suo carisma hanno contribuito a rendere il film un cult. L’interpretazione di Gian Maria Volonté non è da meno, il ruolo del bandito folle ma lucido gli è cucito letteralmente addosso; per non parlare dei personaggi secondari, impossibile dimenticare Piripero il becchino e Juan De Dios il campanaro.
Ciò che più di ogni altra cosa mi affascinò di Clint, era il modo in cui appariva e la sua indole. Nell'episodio Incident of the Black Sheep Clint non parlava molto… ma io notai il modo pigro e rilassato con cui arrivava e, senza sforzo, rubava a Eric Fleming tutte le scene. Quello che traspariva così chiaramente era la sua pigrizia. Quando lavoravamo insieme lui era come un serpente che passava tutto il tempo a schiacciare pisolini venti metri più in là, avvolto nelle sue spire, addormentato nel retro della macchina. Poi si srotolava, si stirava, si allungava… L'essenza del contrasto che lui era in grado di creare nasceva dalla somma di questo elemento con l'esplosione e la velocità dei colpi di pistola. Così ci costruimmo sopra tutto il suo personaggio, via via che si andava avanti, anche dal punto di vista fisico, facendogli crescere la barba e mettendogli in bocca il cigarillo che in realtà non fumava mai. Quando gli fu offerto il secondo film, Per qualche dollaro in più, mi disse: ”Leggerò il copione, verrò a fare il film, ma per favore ti imploro solo una cosa: non mi rimettere in bocca quel sigaro!” E io gli risposi: ”Clint, non possiamo tagliare fuori il sigaro. È il protagonista!"
Sergio Leone
Sergio Leone ha introdotto un nuovo stile cinematografico attraverso un uso innovativo della fotografia, della musica e del montaggio. Le luci vengono utilizzate in contrasto con le ombre per creare un’atmosfera drammatica e intensa, le inquadrature lunghe e statiche aumentano la tensione e creano un senso di attesa, l’utilizzo di un sistema di montaggio mobile per catturare le sequenze in movimento dona una realistica sensazione di velocità e azione, il tutto intervallato da ampie panoramiche per mostrare i paesaggi spettacolari del West americano.
La colonna sonora di “Per un Pugno di Dollari”, affidata al Maestro Ennio Morricone, è diventata essa stessa icona del genere Spaghetti Western e ha avuto un’enorme influenza sulle colonne sonore successive. La musicalità è un mix di elementi di musica classica, jazz e folk fusi insieme per creare un suono unico ed originale; l’utilizzo della chitarra, uno strumento tipico del genere western, rimanda ad un’atmosfera di frontiera; inoltre vengono anche introdotti suoni ambientali, come il vento e il rumore degli zoccoli dei cavalli, per conferire realismo e intensità.
“Per un Pugno di Dollari”, al momento della sua uscita nel 1964, fu accolto positivamente sia dalla critica che dal pubblico soprattutto per la sua regia, la sua sceneggiatura, la sua colonna sonora e gli occhi di ghiaccio di Clint Eastwood.
Quando cominciai il mio primo western dovetti trovare in me stesso una ragione psicologica, perché non avevo mai vissuto in quel tipo di ambiente. E un pensiero mi venne spontaneo: era come se fossi il burattinaio dei pupi siciliani; i loro spettacoli erano leggendari ma anche storici. Tuttavia l'abilità del burattinaio consisteva in una cosa: dare a ciascun personaggio una connotazione ulteriore relativa al paese specifico che i "pupi" stavano visitando. Come cineasta il mio compito era quello di creare una favola per adulti, una fiaba per ragazzi cresciuti; e il mio rapporto col cinema era quello di un burattinaio con i suoi burattini.
Sergio Leone