VIOLENT SHIT
VIOLENT SHIT
GENERE: horror splatter, ultragore
ANNO: 1989
PAESE: Germania
DURATA: 75 min
REGIA: Andreas Schnaas
CAST: Andreas Schnaas
Violent Shit, ovvero quando un titolo è esso stesso metafora calzante del valore del prodotto. Un horror ultragore a bassissimo budget talmente brutto da essere diventato un cult. Un seriel killer con una mannaia gira per un bosco massacrando tutto ciò che trova.
Era il 1989 quando il regista teutonico Andreas Schnaas, classe 1968, coinvolge qualche amico e con la sua telecamera a mano a VHS-C da vita a questo progetto, Violent Shit, 60 minuti di violenza e ultragore retti da una trama inesistente, una sceneggiatura da celebrolesi, effetti speciali manuali inguardabili e dialoghi talmente ben fatti che vi consiglio di guardare il “film” (se così si può definire) in modalità muta. Ma procediamo per gradi.
Un bambino gioca da solo con la palla e torna a casa in ritardo. La mamma lo sgrida e lui l’ammazza a mannaiate, da qui si dovrebbe intuire che il giovincello è vittima di maltrattamenti da parte del genitore (???). Viene arrestato e molti anni più tardi, ormai adulto, riesce a fuggire dalla camionetta della polizia che lo stava trasportando… del tipo che le forze dell’ordine si fermano per espletare i loro bisogni corporali nel bosco e lui apre il portello ed esce. Massacrati gli agenti con una mannaia dalle dimensioni poco credibili trovata non si sà bene dove (era nella camionetta ??!!) si aggira claudicando come un idiota e affettando chiunque gli capiti davanti. Ecco che assistiamo a seni asportati, peni evirati, donne sbudellate, poco credibili giardinieri segati in due con un tagliasiepi… ogni tanto ci sta pure un assaggino di carne umana, così da non tralasciare nulla. Scopriamo anche che mentre il nostro Karl the Butcher Shitter – ah si, questo è il nome del protagonista interpretato dallo stesso Schnaas – era in prigione parlava col Diavolo in persona. Per antitesi, da adulto, incontra così per caso Cristo crocifisso nel bosco e, dopo aver squartato a colpi di mannaia pure lui, gli passa attraverso mandando letterale a puttane ogni basilare principio di fisica e di anatomia. Il bello però deve ancora venire… improvvisamente si getta a terra e partorisce un bambino… (???!!!)
Non trovo meriti in questo delirio, passi il budget di circa 2000 dollari, passino il sangue fucsia e gli effetti speciali grezzissimi, sorvoliamo pure sui dialoghi al limite della demenza ma questo Violent Shit di Andreas Schnaas, non ha proprio nulla dire. Un merito però il regista lo ha, avere avuto il coraggio goliardico e scanzonato di creare tutto ciò. Non sono sicuramente interessato a vedere gli altri sequel della saga, Violent Shit II del 1992, Violent Shit III del 1999 e Karl the Butcher vs Axe del 2010 ma mi incuriosisce invece il reboot di Luigi Pastore ambientato a Roma.
Tirando le somme posso chiudere così: Violent Shit, 75 minuti della mia vita gettati nel cesso.