In Giappone, il termine “otaku” identifica individui che hanno un interesse specifico quasi compulsivo verso anime, manga, videogiochi e tecnologia. Originariamente la parola aveva un'accezione molto negativa, poichè era solita indicare una persona socialmente reclusa che viveva ossessionata dai propri hobby. Tuttavia, con il passare del tempo, la percezione è cambiata in modo significativo.
Quando nasce questo movimento culturale?
Il concetto di otaku nasce negli anni ’80, in un periodo in cui la società giapponese stava subendo profondi cambiamenti. La nascita di questa subcultura coincide con l’esplosione dell’interesse per i manga e gli anime, segnata da opere iconiche come ad esempio “Mobile Suit Gundam”. Inizialmente, gli otaku erano considerate persone ai limiti della società ma l’avvento di Internet e dei media ha espanso il fenomeno cambiandone radicalmente i connotati. La definizione si è ampliata, dando vita a numerose classificazioni e sottogruppi che possono variare dagli appassionati di anime e manga, a quelli di idol e videogiochi. Devi sapere che a Tokyo esiste addirittura un vero e proprio quartiere otaku, si chiama Akihabara, considerato il cuore pulsante di questa cultura, ricco di negozi specializzati e animato da continui eventi tematici.
Significato mondiale
Un tempo stigmatizzati, gli otaku ora sono apprezzati per il loro valore positivo e la loro conoscenza non solo in Giappone ma in tutto il mondo. Questo movimento rappresenta infatti un ponte tra il il paese del Sol Levante e il resto del globo, ed è la prova tangibile di come il vivere intensamente una passione possa essere un forte elemento di unione tra le persone in grado di abbattere barriere geografiche, sociali e culturali. Sei mai stato ad una manifestazione come il Lucca Comics o il Torino Comics? Se la tua risposta è affermativa non potrai non aver respirato quell’atmosfera di positività, di gioia e di assenza di discriminazione che pervade ogni dove.
Cosa vuol dire "otaku"?
Dal punto di vista etimologico il termine “otaku” significa “la sua casa” (御宅/お宅?, otaku), composta dalla preposizione onorifica “o” (お) e dal sostantivo “taku” (宅) che significa appunto casa, dimora. Per estensione, il termine è utilizzato anche come pronome di seconda persona onorifico quando ci si rivolge a qualcuno che non si conosce, un corrispettivo dell’italiano “Lei”. Usato tra pari, assume invece una sfumatura ironica o sarcastica.
Verso la fine degli anni settanta, i mangaka Haruhiko Mikimoto e Shōji Kawamori usavano appellarsi vicendevolmente così in modo scanzonato. La parola viene anche pronunciata dal personaggio Lynn Minmay nell’anime “Macross” (1982) sempre di Shōji Kawamori. A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e i primi anni ottanta, il termine si diffuse nel gergo degli appassionati di anime e manga come elemento distintivo.
Nel 1983, il giornalista Akio Nakamori scrisse “Otaku no kenkyū” (『おたく』の研究?), un saggio sullo stile di vita dei nerd che frequentavano il quartiere di Akihabara a Tokyo ed utilizzò la proprio la parola “otaku” per indicare le persone che condividevano la passione per l’animazione giapponese, i videogiochi e i loro protagonisti.
Qual è l'impatto economico di questo fenomeno?
Gli otaku hanno un impatto significativo anche sull’industria dell’intrattenimento, influenzando non solo la produzione di contenuti ma anche le tendenze di consumo e la distribuzione. In primis lo loro brama di originalità e di novità, spinge il mercato a produrre opere sempre più creative e variegate. Questo ha portato anche alla nascita di nuovi generi.
Gli effetti della cultura otaku vanno ben oltre perchè essa è il traino principale di un mondo definito “derivative work”, ovvero un universo parallelo di opere derivate come fan art, fan fiction e videogiochi amatoriali, che arricchiscono l’industria e creano nuove opportunità economiche. Pensa anche solo per un attimo a tutta l’economia che ruota intorno al collezionismo che ha fatto da propulsore anche per l’esportazione fuori Giappone.
Chi sono quindi gli otaku?
Potremo definirli non solo come dei ferventi appassionati ma una vera e propria forza che anima il mondo creativo e artistico, l’industria dell’intrattenimento, il marketing e la distribuzione di contenuti di qualità a livello nazionale e internazionale.