CANI ARRABBIATI
GENERE: azione, pulp, thriller
ANNO: 1974
PAESE: Italia
DURATA: 96 minuti
REGIA: Mario Bava
CAST: Riccardo Cucciolla, Lea Lander, Maurice Poli, Don Backy, George Eastman, Erika Dario
Mario Bava è stato uno tra i più influenti e prolifici registi del cinema italiano. Dopo molte pellicole horror di culto, si cimenta in qualcosa di diverso e dà alla luce "Cani Arrabbiati". Probabilmente la sua opera migliore che diventerà un faro per la produzione cinematografica internazionale futura. Basti pensare a "Le Iene" di Tarantino e a tutto il cinema pulp.
Una banda di malviventi senza scrupoli mette in atto una rapina ad un porta valori di una casa farmaceutica. L’atto criminale però finisce male per l’intervento della polizia. Un rapinatore resta ucciso ma gli altri tre riescono a fuggire: “il Dottore” interpretato da Maurice Poli, “il Bisturi” ovvero Don Backy e “Trentadue” alias George Eastman.
Nella loro fuga frenetica prendono in ostaggio prima una donna, Maria (Lea Krueger) e successivamente un uomo, Riccardo (Riccardo Cucciolla) con un bambino all’apparenza molto malato. Da qui in avanti prenderà vita un claustrofobico concentrato di violenza e di humor nero che vi accompagnerà in un finale a sorpresa che vi lascerà sicuramente stupiti.
L’intero film, liberamente tratto da un romanzo di Ellery Queen, è stato girato in piena estate lungo il tratto autostradale Roma-Civitavecchia e in gran parte all’interno di una macchina dove l’ignoranza e la cattiveria di Bisturi col suo coltello e Trentadue (lascio a voi indovinare il motivo di tal soprannome) si mescolano alla criminalità lucida del Dottore, che si prodiga per non far degenerare la situazione, alla paura incontrollabile di Maria, che la porterà a commettere atti di stupidità che sconterà amaramente e all’insolita calma e freddezza, quasi sospetta, di Riccardo.
L’uso concitato della macchina da presa, dello zoom e dei primi piani spesso insoliti unito ad una colonna pulp-jazz d’effetto completano quel senso di iper realismo che si assapora fin dalle prime battute.
Non a caso ho citato Quentin Tarantino con le sue Iene all’inizio della recensione. Proprio il film di Mario Bava è stata la fonte primaria d’ispirazione per il regista americano che non ha mai nascosto la sua stima per il regista italiano.
Le similitudini tra “Cani Arrabbiati – Rabid Dogs” e “Le Iene – Reservoir Dogs” appaiono chiare già solo dal titolo ma vanno ben oltre. In entrambi i casi i protagonisti sono un gruppo di rapinatori che scappano dalle forze dell’ordine in seguito ad un colpo andato male e con la morte di almeno uno di loro. Inoltre i criminali si fanno chiamare con dei soprannomi ed arrivano ad un punto in cui, perdendo il controllo, si uccidono tra di loro. In ultimo la somiglianza tra Vic Vega (Mister Blonde, Michael Madsen) e Trentadue, entrambi fortemente psicopatici.
Purtroppo l’opera di Mario Bava ha avuto poco riscontro in patria poiché, alla fine delle riprese, fallì la società che lo stava producendo. Solo dopo circa vent’anni, negli anni ‘90, vide la luce grazie a Lea Lander (vero nome dell’attrice Lea Krueger). Nonostante questa sfortuna si può, senza ombra di dubbio, asserire che Cani Arrabbiati è un film sporco e bastardo come i suoi protagonisti e, di fatto, è il primo pulp della storia del cinema.