LES ANIMAUX ANONYMES
GENERE: horror, disturbante
ANNO: 2020
PAESE: Francia
DURATA: 64 minuti
REGIA: Baptiste Rouveure
CAST: Thierry Marcos, Aurélien Chilarski, Pauline Guilpain, Emilien Lavaut, Paulien Guilpain
Appartenente alla nuova generazione dell'horror francese questo Les Animaux Anonymes (Anonymous Animals), pellicola d'esordio di Baptiste Rouveure, è un'opera riflessiva e spiazzante che analizza crudamente il rapporto che intercorre tra l'uomo e il mondo animale.
Un uomo è legato con una catena ad un albero sul ciglio della strada, il clima è freddo, nebbioso, il calore del sole un ricordo lontano. Un’auto passa, rallenta, si ferma… un’individuo scende, lo libera e lo carica in macchina. Scopriremo poco più avanti che l’individuo è un cane antropomorfo. Un gruppo di ragazzi terrorizzati ed inermi viene trasportato con un camion buio e gelido in un mattatoio, il loro destino è chiaro, la macellazione. I loro carnefici sono un bovino ed un cavallo sempre con il corpo umano e la testa animalesca. Un altro uomo corre in un bosco, ha paura, si volta continuamente, è braccato… il suo cacciatore è un cervo armato di fucile.
Così inizia il lungometraggio rivelazione al Festival di Sitges del 2020. La storia non ha una trama lineare ma si dipana attraverso il susseguirsi di brevi filmati, a volte slegati tra di loro altre volte interconnessi. Rouveure sfrutta il teomorfismo per mettere in scena il rapporto malato che lega l’essere umano alla natura, nello specifico agli animali. Questa rappresentazione, contrariamente a quello che ci si potrebbe aspettare, non ha nulla di didascalico e moralista. Non siamo vittime dell’ ennesimo sermone sulla legittimità dell’essere carnivori o no, non è questo il tema centrale… Sul banco degli imputati c’è solo la crudeltà umana. Nessun “vegan buonismo” quindi.
La prospettiva fa la differenza e invertirla è stata una mossa tanto geniale quanto perturbante. Come cambierebbe la storia se i ruoli si invertissero? Se fossimo noi i cani affamati che lottano tra loro o i vitelli trasportati malamente e massacrati o gli animali abbandonati quando non servono più? Non c’è nulla di sbagliato nell’allevare e mangiare carne, è il come lo facciamo che è errato ed inaudito. La raffigurazione del sadismo umano in Les Animaux Anonymes raggiunge una delle sue rappresentazioni più alte.
Tutto è minimalista ed angosciante, il paesaggio nebbioso, i boschi deserti, il mattatoio semi vuoto; il sonoro non esiste ad eccezione dei suoni emessi dagli animali, dei lamenti umani e dei rumori di sottofondo. I dialoghi sono assenti, la recitazione è tutta nelle espressioni umane e nella gestualità animale. Nulla deve distrarci.
Ermetico, suggestivo, tagliente, impietoso e disturbante… così si può riassumere Les Animaux Anonymes di Baptiste Rouveure, un piccolo capolavoro di poco più di un’ora che non si può non amare.