HIGHSCHOOL OF THE DEAD
Gakuen mokushiroku
学園黙示録
GENERE: horror comedy, drammatico, zombie, shounen, ecchi
ANNO: 2010
STUDIO: Madhouse
IDEATORE Daisuke Satō, Shōji Satō
REGIA: Tetsurō Araki
Zombi, sangue e tette al vento in questa serie anime horror diretta da Tetsurō Araki e tratta dal manga omonimo di Daisuke Satō e Shōji Satō. Highschool of the Dead ha rapidamente guadagnato popolarità grazie alla sua combinazione di comicità, elementi ecchi ed horror senza però tralasciare, dietro la sua veste frivola, una profonda critica sociale. Un gruppo di adolescenti si trova a far fronte allo scoppio improvviso di un'epidemia zombie.
Tokyo, aprile 2010. Una misteriosa epidemia zombie esplode in città in un crescendo di caos. In un liceo alcuni studenti sono testimoni di violente scene in cui i loro coetanei e gli insegnanti si trasformano in zombi assetati di carne umana. Tra questi c’è anche Takashi Komuro che, ripresosi dallo shock iniziale e spinto da un forte istinto di sopravvivenza, decide di prendere in mano la situazione. Alla guida di un gruppo eterogeneo di compagni di scuola, tra cui la sua migliore amica Rei Miyamoto, l’otaku Kohta Hirano, la misteriosa kenshi Saeko Busujima e la prosperosa quanto stordita medico dell’istituto Shizuka Marikawa, inizia la sua disperata fuga attraverso una città in rovina. La sopravvivenza e il raggiungere i propri familiari diventa il filo conduttore degli eventi, con un occhio sempre vigile sulle dinamiche che si vengono a creare in situazioni estreme. I personaggi devono affrontare non solo zombi ed umani impazziti ma anche le tensioni interne, i conflitti e la costante minaccia di tradimenti. Le relazioni amorose, raccontate attraverso un susseguirsi di leggere sequenze erotiche, creano una connessione tra gli spettatori e i personaggi mentre lottano per la loro vita. Raggiungere un rifugio sicuro è simbolo di speranza, un luogo in cui trovare riparo sia dalla furia degli zombi che dalle tensioni umane.
Cosa succede ad una società quando viene messa a rischio la sua stessa esistenza? Inevitabilmente si disintegra. Lo abbiamo vissuto pochi anni or sono col Covid, l’istinto di sopravvivenza del singolo prevale molto spesso su quello della globalità.
Con il decadere delle regole morali ci si sente autorizzati a commettere le peggiori nefandezze, chi è più forte manipola i più deboli, l’ignoranza dilaga, ci troviamo a dover decidere (su base soggettiva) chi lasciar morire e chi salvare. Lo sgretolamento della società civile porta inevitabilmente a confrontarsi con sfide morali ed etiche e Highschool of the Dead fa riflettere lo spettatore su cosa significhi essere “umani” in un mondo in cui la morte è sempre dietro l’angolo. Ci mette davanti agli occhi come la collettività, tolta dalla sua zona di comfort e catapultata nel caos di un qualcosa di imprevisto molto più grande di lei, non sia in grado di reggere lo stress generato; è una reazione normale perchè siamo abituati a vivere in un ambiente “sicuro” dove il pericolo ed il rischio sono calcolati ed abbiamo conseguentemente strategie adeguate di problem solving. In un panorama del genere quello che manca è l’organizzazione, a partire dal singolo individuo fino ad arrivare alle infrastrutture politiche (incapacità di prendere decisioni), sanitarie (mancanza di servizi adeguati), militari e mondiali (incapacità di coordinarsi fra stati). Tanto l’individuo quanto le nazioni non sono in grado di far fronte al cambiamento e cadono vittime di ansia, terrore, disordine, perdita di cognizione della realtà e follia. Diventiamo egoisti a tutti i livelli, la paura del prossimo diventa forse ancora più grande della paura del mostro e ne sono metafora le grandi potenze mondiali che, al posto di allearsi, preferiscono lanciare armi nucleari a random.
Chi è però più propenso all’adattamento in un nuovo mondo del genere? Sicuramente i giovani, come i protagonisti di Highschool of the Dead… essi non sono ancora assuefatti agli stereotipi della società e riescono ad adattarsi più velocemente al cambiamento. Peccato che gli adulti si sentano sempre superiori e fatichino a vivere in un contesto di parità generazionale.
I personaggi sono ben caratterizzati anche se non eccessivamente sviluppati e sebbene riprendano i classici stereotipi – il belloccio introverso, la gnocca tenebrosa, la secchiona con gli occhiali, l’otaku sfigatello e l’adolescente innamorata – non si può non affezionarsi a loro. L’elemento ecchi è sempre presente a volte in modo anche un po’ forzato ed alimenta un eccesso di fanservice che a qualcuno può dare fastidio. La color non è cupa come ci aspetteremo, ma in piena linea con l’andamento comico e non drammatico della narrazione.
Purtroppo non vedremo mai la fine dell’opera. Daisuke Satō, l’autore del manga a cui la serie anime si ispira, è morto nel 2017 dopo una lunga malattia portando Shōji Satō a prendere la difficile decisione di interrompere la storia.
Highschool of the Dead non presenta nessun elemento di originalità e non aggiunge nulla di nuovo al genere zombie – potrei accostarla a The Walking Dead ma con l’ironia e la comicità di Z-Nation – però ha un pregio: intrattiene divertendo. Pur non essendo una delle migliori anime di sempre, merita di essere inserita nella lista dei prodotti da vedere.